@Mira63
Cara Mira,
l'esperienza insegna che dipende dalla persona.
La stragrandissima maggioranza degli ospiti non legge né l'annuncio (io trovo ancora persone che prenotano e si stupiscono poi che ci sia una scala a chiocciola - ben 67 foto nel mio annuncio! di cui credo almeno 7 o 8 inquadrano la scala a chiocciola che è nominata anche un po' ovunque in sito ed è motivo per cui non ammetto bambini piccoli) né le regole della casa e credo molto a malapena il contratto che invio sempre al momento della prenotazione per dare il tempo di cancellarla se ci fosse qualcosa che il tizio non gradisce.
Ma il punto è un altro: noi possiamo mettere cartelli, annunci, avvisi, scrivere la qualunque in sito, in casa, nel contratto... non servirà a nulla per chi, come ormai abbiamo visto accade, parte in malafede con l'idea che a) si sente un aristocratico alla corte di Versailles che deve avvertire di ogni minima cosa, anche falsa, pur di attirare l'attenzione su di sé e ottenere (molto facilmente) un rimborso da Airbnb b) ha intenzione di nuocermi.
Quindi tutto dipende solo dalla persona: se sarà una persona per bene o un aggressivo manipolatore, il che non si può capire né dal cosiddetto scarnissimo, inesistente "profilo" che trovi su Airbnb (in altri siti trovi almeno di default sia il numero di telefono vero sia una mail vera, cosicché, per qualsiasi necessità e pur avendo distrutto i dati sensibili dopo la prenotazione, sarai sempre in grado di rintracciare l'ospite) né, ancor meno, dai feedback che troppo spesso sono ormai generati di default perché in realtà la maggioranza degli annunci è costituita da catene di appartamenti gestiti da un manager (e si vede benissimo).
Airbnb - e solo Airbnb, gli altri siti sono molto più asettici e poiché non "legiferano" assurdità, guarda un poco, le assurdità non capitano - ci obbliga a scrivere qualsiasi cosa perché dobbiamo essere pronti a controbattere allorquando l'ospite si lamenta.
Malgrado questo, la strategia non funziona, perché, invece di sottostare al nostro codice civile o anche solo alle regole della casa, l'ospite si attende con fiducia da Airbnb un favore che sa che gli verrà tributato.
E' chiaro come il sole.
Io sono stufa di dovermi giustificare con l'ospite scemo che si lamenta della scala a chiocciola perché è obeso e non è agevole per lui salirla per andare a dormire.
E' insultante e umiliante. Vorrebbero che per loro la smontassi e attrezzassi il mio soppalco con un comodo ascensore?
La verità è che è cambiato il mondo e questa attività è per stomaci forti e per chi ha intenzione di lottare per mantenerla, con meno garanzie rispetto ad altre categorie, però.
Lo si vede anche qui, anche solo pochi giorni fa: i nuovi host credono che sia una semplice cosetta, che al massimo ti impegna per capire dove comprare il cucinotto a buon mercato o le tende nuove per rinfrescare una vecchia proprietà. Quasi nessuno ci arriva preparato con ben chiara la normativa nazionale e locale. Come se fosse uno scherzo, un giochino.
E se a qualcuno ricordi le tre regole base della locazione turistica breve, immediatamente si levano cori di "ma non è possibile, non ha senso, io faccio quello che voglio".
E questo accade perché Airbnb non solo non segue le leggi del Paese in cui opera, ma incentiva la locazione presentandola come un affare facile e allegro, qualcosa che ti porterà non solo fiumi di denaro ma anche nuovi amici e nuove opportunità (qualche buono incontro si fa, naturalmente, ma davvero sono nuovi amici?). Una bella trappola per topi insipienti.
E' un sistema malato che dovrà scomparire.
