@Mira63
Quando si entra su Airbnb, la prima pagina che si apre offre gli alloggi di una categoria e qui i prezzi non discriminano la posizione (uno dei primissimi alloggi di design costa 23.549 euro/notte, 164.843 per la settimana).
Nella ricerca indifferenziata per località succede il contrario.
Chi offre un alloggio di design, o con piscine incredibili, o con vista mozzafiato, o altra particolarità di pregio (a giudizio di Airbnb), non viene penalizzato se ha prezzi elevati.
Pare anzi che venga incentivato e premiato nella posizione, il che è in linea con il cambio di immagine di Airbnb completato nel 2022, partito dall'idea del materassino gonfiabile di gomma ed arrivato al materasso d'oro (visti i prezzi).
Per chi non rientra in una di queste categorie, per cui fa parte (senza offesa) dell'indifferenziata (vedremo il nome che sarà assegnato a questa categoria residuale, ma non nei numeri), mi pare che sia stata attivata una procedura di offerta di alloggi incentrata sempre di più sul prezzo.
Da un lato, Airbnb insegue il target di ospiti di lusso che non guardano al prezzo: favorisce i prezzi elevatissimi perché anche con un numero minoritario di prenotazioni raggiunge un elevato incasso di commissioni.
Dall'altro lato, per ragioni di numeri, deve anche inseguire il ben più ampio target di chi sceglie (o meglio, è costretto scegliere) sulla base di precisi limiti di costo.
E qui interviene Airbnb.
Non è più rilevante il pregio o la qualità dell'alloggio offerto, ma viene premiato chi offre alloggio ad un prezzo minore indipendentemente dalle caratteristiche dell'offerta.
Io ho appena chiuso i conti del 2022, anche allo scopo di capire l'effettivo rapporto (medio su base annua) tra ciò che resta in tasca e il prezzo del pernottamento.
In relazione ai miei obiettivi e al valore che assegno all'appartamento che affitto, continuerò anche per gennaio e febbraio a mantenere i medesimi prezzi ordinari del mese di dicembre, senza praticare alcuna promozione.
La conseguenza ?
Un perenne scivolamento verso le posizioni di retrovia, verificato da ricerche da parte di altri e confermato dal crollo continuo delle visualizzazioni (di pagina). In sintesi, nessuna richiesta per questi periodi.
Mi faceva notare stamattina una host che facendo opportune promozioni aveva ricevuto ben tre prenotazioni in poche ore.
Era partita con promozioni minori, ma senza risultati.
Solo superando il 20%, l'algoritmo l'ha premiata nel posizionamento.
Ma ha sostanzialmente azzerato i margini.
Altra interessante riflessione: adesso il suo alloggio compare anche con la mappa allargata.
Quindi, il prezzo promozionale tende a prevalere anche sull'ampliamento della mappa (e quindi del numero di alloggi da subito offerti).
In conclusione, a differenza delle categorie di pregio, nella ricerca indifferenziata per località, l'elemento guida dei risultati di ricerca è il prezzo.
L'algoritmo premia il posizionamento in presenza di prezzi, nel periodo, più bassi della media.
La qualità e le caratteristiche dell'alloggio non vengono premiate (nulla contano le stelle e il superhost, se ritenuti indicatori di qualità).
Il prezzo promozionale tende a prevalere anche sull'allargamento della mappa.
Si tratta di una politica assolutamente legittima, favorita dall'oligopolio del mercato.
L'host può solo (deve) prenderne atto, consapevole dell'impossibilità di cambiamenti, e deve fare bene i conti per valutare la convenienza.
Con rassegnazione.