@Mauro423 Le associazioni (peraltro indicate nelle fonti del Sole24ore) hanno già proposto (e da tempo) una struttura normativa che comprenda ogni possibile elemento della "locazione breve", anche quello che stabilisce come devono essere tecnicamente gli alloggi, ad esempio, per essere qualificati come locati privatamente. Ma non sono MAI ascoltate. I Comuni preferiscono agire in modo solamente punitivo (il che sembra assurdo, dato l'indotto potenziale di una simile squadra di contribuenti e addetti ai lavori che godono di questo rinnovato interesse per gli immobili e per le locazioni turistiche) per dare un contentino agli albergatori che premono potentemente e che nelle Città a pressoché totale vocazione turistica (come Venezia) l'hanno sempre fatta da padrone e hanno una lobby e un bacino di voti/sponsorizzazioni molto pressante.
Il tentativo di penalizzare i Centri Storici è in questa piena ottica.
A Venezia centro storico si creerebbe il paradosso della fortissima depressione dei locatori privati (a scapito del già tanto impoverito tessuto sociale cittadino, checché ne pensino e blaterino i benpensanti) con il conseguente vantaggio della terraferma che - molto recentemente - è stata oggetto di poderose speculazioni proprio con lo scopo di avvantaggiare Mestre e Marghera in funzione di "dormitori di Venezia".
Le speculazioni hanno portato alla nuovissima costruzione di decine di migliaia di posti letto a poco prezzo in (ma non solo naturalmente) enormi casermoni cementati che si trovano, ad esempio, proprio a Mestre e circondano la sua stazione ferroviaria. Speculazione orribile di cui nessuno parla. Il sindaco veneziano (si fa per dire: a Venezia si è visto giusto per farsi riprendere dai giornalisti con l'acqua alta dello scorso novembre) che ha di recente messo seri paletti alla locazione turistica privata a Venezia, anche in dispregio di normative nazionali e regionali, raccoglie consensi da ogni dove, anche da quegli stessi veneziani che gli sono sempre stati contrari, perché asseconda la sete di vendetta (e - c'è chi dice - anche di invidia sociale) nei confronti dei "cattivi" proprietari di appartamenti in locazione turistica.
Ma la verità è che se ancora si ristruttura a Venezia lo si deve solo per questi scopi (è triste ma è così... non ci sono più residenti che comprano per cambiare casa, io credo di essere stata una degli ultimi negli ultimi tempi) mentre molti "buoni" veneziani lasciano volentieri andare a remengo il patrimonio architettonico storico senza un plissé.
Il paradosso è che tutti, da destra, sinistra, centro, alto e basso, sono contrari alla locazione turistica privata, mentre forse - BEN REGOLAMENTATA - potrebbe essere una risorsa importante e CIVILE per molte persone in tutta Italia, penso soprattutto al Sud, in realtà. E' chiaro che mascherare un'attività imprenditoriale (altro che tre camere, qui a Venezia ci sono gruppi di fuoco da 40-50 alloggi, e anche più, gestiti da un'unica società...) strutturata come un'Impresa tout-court debba essere una questione da regolare, ma non nell'ottica "dàgli all'altro", soltanto per definire meglio i contorni della normale locazione privata nei confronti di vere e proprie società immobiliari che agiscono in favore di fisco.
Io sono per la libertà, che non è quella di non pagare tasse, tasse di soggiorno o fare i propri comodi, ma quella che sancisce, come il C.C. afferma molto chiaramente, il diritto a utilizzare la proprietà privata come meglio si ritiene opportuno. Qualsiasi limitazione, che imponga l'onere della prova al locatore, è per me arbitraria. Qualsiasi azione che determini una disparità di normativa fra, ad esempio, privati locatori che affittano nel modo consueto (4+4...) e privati locatori che affittano in modo "breve" per me è ingiusta, anzi illegittima: la casa è la medesima, la struttura anche, perché devo essere "punito" se affitto a turisti e non a cittadini? quale è la differenza - in termini di norme e responsabilità reciproche - se si affitta per 8 anni o per 8 giorni lo stesso appartamento? a Venezia, fra l'altro, non si può dire - come invece si bercia a gran voce - che l'affitto delle case private toglie case ai residenti: Venezia è DESERTA E ABBANDONATA e in ogni palazzo ci sono decine di appartamenti vuoti, ma vuoti vuoti. E' una ipocrisia vomitevole affermare che la locazione turistica toglie spazio alla locazione normale. Si può invece, e comprovatamente, affermare che molti veneziani non hanno la minima intenzione di ristrutturare il proprio parco immobiliare e metterlo sulla piazza, preferendo lasciar marcire interi palazzi del '500 alla faccia degli obblighi di manutenzione che la Soprintendenza imporrebbe per i beni immobili notificati.
La verità (che nessuno vuole sentire, almeno da queste parti) è che molto lavoro, anche degli artigiani, soprattutto per le Imprese edili e per i professionisti che operano nel settore (ma anche per tutto il prevedibile indotto), in Città si deve proprio alle locazioni turistiche brevi. Togliere questo aspetto è cancellare una fetta consistente della poca economia residua nel Centro Storico di Venezia e dare un'ulteriore mazzata a favore della sua desertificazione e, oso, dire della sua "disneyzzazione", oltre incrementare la speculazione cementogena dell'entroterra con il favore dei potentati, il che è davvero scandaloso. Ma nessun giornalista affronta un argomento così lucidamente scomodo, sicuramente contrario alla communis opinio, e ne parla. Sembra che si sia "poco veneziani" se si afferma che la locazione privata breve è un bene per la Città.
Ciò non toglie che un quadro normativo UNITARIO (proprio per sottrarre l'arbitrio al singolo Comune) e CORRETTO nei confronti di tutte le parti in causa sarebbe auspicabile, nell'interesse di tutti.
Ripeto, si ascoltino le Associazioni di settore invece di opporvisi (da parte Pubblica) odiosamente.
ma so già che, per il momento, questa è e rimane lettera morta.