Cara Airbnb,
ti scrivo dopo aver ascoltato le parole del Country Manager di Airbnb Italia, Giacomo Trovato. Ci hanno fatto sentire meno soli, in particolare quando Giacomo conferma che Airbnb sta cercando di portare le esigenze di noi host sul tavolo delle autorità nazionali e locali.
Grazie.
Vorrei chiederti a nome di tanti miei colleghi se il vostro Team cercherà di concentrare l'attenzione dei vostri interlocutori nel Governo sul tema degli affitti.
Molti host hanno mandato disdetta ai padroni di casa e tra poco usciranno dalla piattaforma Airbnb. E non stiamo parlando, sia chiaro, di attività irregolari, di cui si auspicava giustamente l'uscita dal mercato. Parliamo della miriade di regolari licenze di affittacamere, case vacanze etc di host che pagano un affitto. Privati, partite iva e società.
Il primo decreto Cura Italia del governo ha ignorato completamente la questione degli affitti sulla quale si reggono gran parte delle attività di locazione turistica degli host di Airbnb. Gli affitti che paghiamo per le nostre case Airbnb non sono affitti commerciali di categoria C1 ma affitti di categoria A, e pertanto non permettono a noi host di beneficiare del credito d'imposta del 60% sull'ammontare dei canoni d'affitto che invece è stato garantito dal decreto a bar, negozi, ristoranti, botteghe e qualsivoglia attività commerciale che insista su un immobile in locazione.
Ammesso che il Governo capisca che anche in immobili di classe A si svolgono delle attività produttive, sono necessarie comunque misure più incisive del credito d'imposta al conduttore:
serve una moratoria sui canoni di affitto dovuti dagli inquilini che svolgono attività ricettive regolari.
I proprietari di immobili possono essere compensati con un credito di imposta sui canoni non percepiti.
Non c'è più tempo.
Airbnb ha già in passato sottolineato, nel suo prezioso confronto con le autorità nazionali e locali, sia la funzione di ammortizzatore sociale diffuso che l'attività di hosting rappresenta in Italia per moltissimi giovani e famiglie, sia la spinta e la linfa che l'ospitalità diffusa rappresenta per il sistema turismo nel nostro Paese, che negli ultimi anni aveva fatto numeri da record.
Tutto l'indotto che è cresciuto grazie a noi, dalla ristorazione ai servizi (lavanderia, pulizie, guide turistiche) fino al comparto museale, avrà bisogno di noi per ripartire.
Per ripartire, l'Italia avrà bisogno anche di noi. Ma quando arriverà il momento, potremmo non esserci più.
Un saluto e un incoraggiamento speranzoso a tutto il Team di Airbnb Italia.
Un caro saluto,
Paolo, un host.
Fate girare!