Il quesito è abbastanza confuso, ancorché tipico della locazione turistica in Italia, in particolare non è chiaro cosa intendi con “rinnovo della cittadinanza italiana”.
Ad ogni modo, rimango sulla residenza che mi pare sia il cuore del problema e del topic. La residenza è il luogo di dimora abituale (art.43 cod. civ.). L’art.2, co.1, lett. d) del Regolamento n°763/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 luglio 2008 recita: “dimora abituale: il luogo in cu una persona trascorre normalmente il periodo di riposo giornaliero, indipendentemente da assenze temporanee per attività ricreative, vacanze, visite ad amici e parenti, affari, trattamenti sanitari o pellegrinaggi religiosi”.
Esiste una modulistica ministeriale di iscrizione anagrafica unica a livello nazionale (allegata alla circolare 9 del 2012), ma a compilarla e a presentarla (anche in via telematica) è il richiedente la residenza: un soggetto extraUE deve essere in possesso del permesso di soggiorno o carta di soggiorno in corso di validità e di altri documenti indicati nella circolare 9/2012 del Ministero dell’Interno.
Vieppiù il richiedente deve essere intestatario di un contratto di locazione o comodatario con contratto (entrambi registrati) e dichiarare chi è il proprietario dell’abitazione, con dichiarazione di assenso (allegato
al modulo ministeriale), allegando fotocopia del documento di riconoscimento del proprietario.
In caso di dichiarazioni false è prevista la decadenza dei benefici, oltre a conseguenze penali tramite segnalazione alle competenti autorità di P.S.
Concludo, ponendoti io una domanda: Come può un turista dimorare abitualmente in una abitazione, se vi soggiorna temporaneamente, vale a dire in modo non duraturo, per motivi vacanzieri, con un contratto turistico di durata 60 giorni?