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Salve ha tutti,ho effettuato una richiesta di prenotazione per una casa. Il Superhost mi ha risposto con questo messaggio"Gen...
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Salve a tutti,
Sono una host da circa 4 anni e ora sarei molto interessata alle esperienze.
Dopo l'entusiasmo iniziale però mi sono chiesta come potrebbe funzionare dal punto di vista legale...
Qualcuno di voi sa come può per esempio un tour essere inquadrato dal punto di vista fiscale?
Basta avere un'associazione culturale o ci vogliono permessi particolari, assicurazione ecc?
Grazie a tutti per il vostro aiuto!
Valentina
Salve a tutti, io vorrei capire che tipo di contratto bisognerebbe stipulare con Airbnb nel caso in cui si volesse svolgere un'esperienza rivolta ai turisti. Mi interessa sapere solo la qualificazione della collaborazione posta in essere.
Salve a tutti, sono un ex host che ha deciso di proporre in esperienza culinaria a casa mia essendo una semplice cuoca amatoriale !oltre alla HCCP cosa bisogna fare per essere tranquilli dal punto di vista legale e finanziario...ecc..mica devo aprirmi una partita iva ?!
Devi contattare la tua ASL di zona per sapere a quali requisiti deve sottostare la tua cucina. Ti avverto in anticipo che sono spesso incompatibili con le cucine delle normali abitazioni e le ristrutturazioni sono un investimento niente male. HCCP indispensabile quello per la manipolazione degli alimenti, fai attenzione a frequentarne uno che sia riconosciuto dalla regione in cui vivi e lavori. In genere occorre una partita IVA per dare lezioni di cucina, anche amatoriale. @Gerarda2
Grazie @Barbara1789
a questo punto ci penserò un po’ su prima di proporre la mia esperienza...anche se mi dispiacerebbe tantissimo rinunciare..ma non voglio trovarmi in difficoltà per guardare poche centinaia di euro al mese..parlerò con il commercialista a questo punto
@Gerarda2 le cose sembrerebbero stare come dice @Barbara1789 .. tranne se non si possano inquadrare talune situazioni (forse è possibile) come associazioni private oppure creazione di semplice incontro tra privati con condivisione di responsabilità, in pratica facciamo spesa insieme e cuciniamo insieme a "casa mia" ..
Comunque giusto per sottolineare quanto la materia sia discutibile, c'è da dire che le regolamentazioni per le cucine dei pubblici esercizi almeno applicate in un paese come l'italia fanno ridere .. e piangere insieme. Praticamente sembrerebbe che in tutte le cucine di casa allora si sarebbe a rischio di intossicazione e morte ogni momento.
Allora, invece, la realtà è questa :
1) le cucine di casa (almeno in italia con la nostra cultura del cucina e del cibo) sono molto più sicure di quelle dei ristoranti (italiani)
2) la qualità del cibo, la sua origine e freschezza, non è paragonabile, tanto vale che si hanno spesso fastidi quando si mangia al ristorante e non quando si mangia a casa ..
3) se io personalmente (che saprei dove mettere le mani) andassi in TUTTI i ristoranti pub etc. , in italia, a fare dei tamponi di controllo (e nella maggior parte dei casi il problema sarebbe visibile ben prima dei tamponi) vi garantisco che NESSUNO supererebbe i test (così come ovviamente pure le case private).
In conclusione direi quindi che ben vengano tutte le normative di sicurezza in materia alimentare, ma impostate probabilmente in un altro modo, e non tese solo a costruire le solite trappole burocratiche e creare un BUSINESS parallelo del controllo ! ..
Quando poi la concretezza comunque non si raggiunge in quanto gli alimenti dei ristoranti sono spesso di bassissimo livello organolettico, in uno stato discreto di degradazione al punto da essere attaccati da batteri secondari e muffe che comunque non danno grandi conseguenze con l'ingestione (ma in alcuni casi sì) e quindi spesso non si collegano lievi fastidi alla cena al ristorante.
In casa questo succede molto molto di rado.
Ciao @Paolo198 , in effetti - se leggi i giornali te ne accorgi - ogni tanto i NAS chiudono una serie di locali perché non sono in regola. Io non sono un difensore delle regole in quanto tali tuttavia mi è stato insegnato - e con il tempo ho ritenuto che sia un ottimo insegnamento - che per criticare le regole devi starci dentro, soprattutto quando queste segnano una pratica. Esiste una differenza tra privato e pubblico esercizio: una cucina di una casa non è abilitata a dare da mangiare al primo passante che paga. E a stabilire la differenza tra casa e pubblico non è solo il denaro. A casa non ti può chiamare nessuno per chiederti se hai un tavolo libero alle 8 di sera per quattro persone. Un ristorante, un bar, un B&B autorizzato (la gran parte dei quali è gestita da famiglie e non da multinazionali), un pub, una pasticceria sono sottoposti a una serie di controlli alcuni dei quali sono costosi e a carico del gestore. HCCP non è impossibile da ottenere ma ha un costo. Seguirne le prassi ha un costo: in tempo e in denaro. I locali a norma costano. Ora capisci che chiunque si sia sottoposto o si stia sottoponendo a questo non ha sentimenti amichevoli verso chi pensa di sottrarsi a tale passaggi o viene invitato a saltarli in nome del "le regole sono assurde". Durante la stagione turistica vado a dare lezioni di cucina in un agriturismo: mi assume (costi), ha una cucina a norma (costi) io ho un HCCP (costi): secondo te vedremmo di buon occhio una signor Mario che si mette a vendere la stessa cosa a costo zero nella cucina di casa sua? Nel 99, 99% dei casi chi frequenta la cucina del signor Mario e la cucina in regola non avrà problemi di sorta. E una reazione avversa è possibile in entrambi i luoghi ma con una differenza: se accade nel posto in regola il gestore - dopo le verifiche - non avrà conseguenze. Noi non siamo responsabili se un lotto di uova è infettato dalla salmonella, a patto - come ovvio- di averle conservate correttamente e di averne annotato il lotto in modo da poter circoscrivere la malattia. Se la salmonella capita a casa del signor Mario, Mario avrà multe, cause e - con grande probabilità, finirà sul lastrico. Quindi no, cuciniamo insieme a casa mia non è un buon consiglio: è rischioso e tanto. Non so quale sciagurata propaganda sia stata inculcata agli italiani in modo che credano che nel resto del mondo non esistono regole. Tutto il mondo ha regole che limitano le attività umane. Se fai un giro nella community internazionale di airnb&b vedi quante discussioni simili a questa esistono. Una per ogni paese in cui la piattaforma opera. Se poi vai a consultare i dati del Istituto Superiore di Sanità scopri che la maggior parte delle "intossicazioni" alimentari avvengono proprio a casa ma non ne hai notizia perché, per fortuna, i NAS a casa non sono autorizzati a entrare.
In ultimo: esistono di certo delle attività umane che non sono un mestiere codificato. Consigliare qualcuno negli acquisti non è considerato un lavoro ma un servizio. Questo implica però il fisco e la consulenza di un commercialista - a mio parere - è necessaria prima di mettersi su una piattaforma a vendere servizi. Spero di poter proseguire il confronto con te e con altri.
grazie per l'interesse all'argomento e al proseguimento di questo dialogo ..
cercherò di chiarire perchè forse non mi sono espresso bene.
Conosco perfettamente la situazione delle normative e le implicazioni che hai dettagliato, e concordo che di base non sia giusto che alcuni debbano sottostare a delle regole e altri no, ma la questione poi non è così semplice.
Relativamente al tema della conversazione di @Gerarda2 dico che se per ipotesi poi possa esistere qualche spiraglio normativo che permetta una formula borderline di cucina casalinga allora non mi sembra il caso di accanirsi, non sarà qualche cucinata tra amici a rovinare il mercato serio professionale, e se ciò avvenisse il sistema si adeguerebbe così come lo sta facendo per il settore dell'ospitalità .. Il mercato e la nuova economia che spesso detta le regole di fatto non lo ferma nessuno, sarà alla fine la qualità a prevalere .. e se molti utenti come sembra cominciano a non riconscere più la qualità allora questo è un problema diverso che nessuno può modificare.
Io personalmente ho sempre gestito attività regolamentate come albergo e b&b, non sono un privato novello, sono sottoposto a controlli e pago le tasse, ma nonostante ciò sono tra quelli che accettano la concorrenza anche delle nuove formule perchè credo che i concorrenti si battono con la qualità e non con le scartoffie, e penso che i clienti debbano poter accorgersi delle differenze .. appunto .. sempre che queste differenze a favore dei regolari esistano ! altrimenti che significa ? che io sono meglio di te solo perchè ho due carte a posto e questo mi da diritto di offrirti un pessimo servizio ? perchè prima dell'avvento di airbnb questa era la realtà ad esempio dei piccoli alberghi in italia, un monopolio con strutture vecchie e mal gestite .. allora ben siano giunte la formula dei b&b e poi airbnb con evidentemente gente che sa meglio degli albergatori come si fa ospitalità !
Ritornando alla questione alimentare è chiara la differenza tra la casa privata dove bisogna cucinare solo per la famiglia e magari qualche ospite, al contrario del ristorante che è aperto al pubblico e deve essere programmato e regolato per ricevere molti clienti anche senza preavviso.
Nonostante questo nel sistema di gestione della spesa alimentare, conservazione e preparazione delle pietanze vedo comunque , in italia , una maggiore qualità media casalinga rispetto a moltissimi ristoranti, mentre ti aspetteresti esattamente il contrario dal professionismo !
Voglio dire che pur rispettando nella formalità le normative, tanti ristoranti si perdono nella qualità generale, senza per questo uccidere i clienti, ma semplicemente offrendo cibo di non buona qualità, se non pessima, e spesso lievemente contaminato.
E' probabile che la maggior parte delle intossicazioni avvengano in casa in valore assoluto, ma non in proporzione in quanto le case sono molte di più degli esercizi che manipolano cibi, ed inoltre tutte le forme lievi di fastidi possibili da ingestione di cibi non sono facilmente riconducibili a ciò che le ha causate (ristorante ad esempio) dunque anche tante conseguenze lievi dovute al cibo degradato dei ristoranti non vengono riconosciute e segnalate.
Infine non so chi abbia detto che fuori dall'italia non ci sono regole, sicuramente non lo ho detto io e non lo penso .. fuori italia ci sono regole uguali e spesso maggiori riguardo alle normative alimentari, ANZI, ed è proprio questo il punto su cui insisto, ho viaggiato parecchio e ho messo il naso in molte cucine all'estero e ho potuto verificare una impostazione esemplare delle cucine e della loro gestione e conduzione, relativamente alle normative, e la mia netta impressione è che la conduzione media in italia sia nettamente inferiore, perchè ci si concentra solo ad essere a posto con le scartoffie .. manca la cultura della legalità e della sanità a prescindere, si è allergici a preparare i luoghi in modo inappuntabile come fatto naturale e di cultura e sensibilità, .. lo si fa perchè poi viene il controllo !
Il sistema di controllo praticamente è un business parallelo, chi lo nega è in malafede, si perde di vista l'obbiettivo delle normative e si pensa solo a come evitare multe. I ristoranti partono a conduzione familiare ma spesso poi si allargano ed hanno dipendenti a cui vedo fare cose non proprio idonee, e da questo non sono neanche esenti i titolari, che dato che non preparano i cibi per i figli ma per i clienti a scopo di lucro, spesso perdono la bussola e gestiscono le materie prime e la loro conservazione ai limti del consentito, dove poi è facile incorrere in degradazioni varie, non c'è bisogno della Salmonella per dare problemi ai clienti, ed i NAS intervengono in casi gravi, non certo per i frequentissimi problemi itestinali e digestivi che molti ristoranti regalano.
Grazie @Paolo198 per la risposta. Forse anche io mi sono espressa male, la mia considerazione sulla maledizione per cui gli italiani credono che nel mondo non ci sono regole era di carattere generale e non riferita a te o qualcosa che avevi scritto. D-)))
A titolo personale non credo per niente che il mercato si autoregoli e tantomeno che lo faccia selezionando la qualità. Converrai con me, che a parità di qualità tra due strutture: una in regola e una no, la seconda ha un vantaggio competitivo niente male. Non ho dati nazionali sulla qualità del cibo offerto dai ristoranti né su quello delle strutture extralberghiere o di alberghi piccolini, le esperienze personali (le mie, in questo caso) non fanno statistica. Come puoi vedere non ho alcun annuncio, sto infatti aspettando la fine dei lavori e le autorizzazioni per aprire un vero B&B: il comune qui è piccolo quindi, prima dii imbarcarmi, ho chiesto se qualcuno poteva venire a dare una valutazione per vedere se erano a posto i parametri per la Regione Toscana. I vigili sono stati molto cortesi - e per fortuna le misure delle stanze erano ok - mi ha colpito però un osservazione infatti mi hanno chiesto di rimuovere l altalena (manca apostrofo ma sto scrivendo con una tastiera tedesca e non sempre trovo sinonimi o sistemi per aggirare gli ostacoli -)). Era attaccata a un ramo di un noce e la usavo quasi ogni giorno. Mi è stato fatto notare i rami degli alberi possono staccarsi improvvisamente, anche se sono sani e non hanno problemi e che il ramo avrebbe potuto cadermi in testa provocando danni notevoli. Ecco, io non ci avrei pensato in sette vite. Avrei permesso agli ospiti di usarla. Avrei potuto ammazzare qualcuno o provocargli un danno serio. Vedi da te che le norme di sicurezza usate nelle case (la mia inclusa) non sono proprio le stesse delle strutture. Detto questo, credo fermamente che la locazione breve sia un diritto dei proprietari ma vedo con altrettanta chiarezza che le piattaforme stanno spingendo i proprietari a comportarsi come strutture ricettive. Si tratta di un loro diritto affittare, anche per un solo giorno. Stanno dentro le regole. Il conflitto però - a mio parere esploderà - saranno macerie. Lo stesso vale per le cosiddette esperienze: le guide turistiche sono sul piede di guerra. A Roma (lo so da una mia amica che è guida) stanno procedendo a denunciare alla finanza e alla Provincia chi fa esperienza di tour e si pubblicizza sul portale. A due persone hanno fatto aprire la partita IVA forzatamente, estendendola ai 2 anni precedenti con tanto di versamenti Inps. Dopo, le stesse persone sono state multate dalla Provincia per "abuso della professione". I sindacati delle guide si stanno muovendo per estendere il metodo alle principali città turistiche. Quanto credi possa durare la pace apparente? Nessuno vuole dei concorrenti non in regola e che si mangiano dei margini di mercato. Sono persone che combattono per il loro lavoro. Avrai visto anche tu che quanto è legato al cibo italiano tira e si vende bene. I ristoranti è difficile che diano lezioni di cucina e anche se hanno in buona sostanza vinto la battaglia contro gli home-restaurant non credo chiudano gli occhi su forme di ristorazione alternativa se mangia fette del loro mercato. A me secca interpretare il grillo parlante: sono persuasa che chi si mette fuori dalle regole rischia troppi guai, quindi non solo non lo consiglio ma cerco anche di spiegare perché - a mio pare - sarebbe bene non farlo. Poi siamo tutti grandi e se qualcuno decide di rischiarsela è una sua scelta, penso sia meglio se sa cosa rischia perché non esiste solo l il fisco e gli alimenti, lo sai anche tu, sono a rischio (allergie, mal di pancia, ecc): vedersi piombare addosso una denuncia perché non si è segnalato un allargene e x ha avuto una reazione avversa (per fortuna non sono tutte letali) è un pericolo di cui le persone devono essere informate. Spero di leggerti ancora.
ah ah .. vedo che io e te @Barbara1789 siamo 2 loquaci ..
Si sarà capito comunque che sono contro il sistema .. perchè, per me almeno, il sistema Italia è piuttosto marcio ed inefficiente, e questo è palese che devia tutte le mie teorie ed opinioni.
Detto questo non potrei non riconoscere che la concorrenza sleale debba essere condannata. Non sono un fautore e non incito ad essere fuori dalle regole , semplicemente dico che se esistono dei modi "leciti" per offrire dei servizi limitati senza aderire alle normative valide per le medie e grandi dimensioni, allora questi modi potrebbero essere percorsi senza vergogna. D'altra parte è da un po che c'è una tendenza del legislatore proprio a "normare" piccole forme di "non impresa" come ad esempio i b&b .
La questione dei vigili del fuoco che indicano che una altalena legata ad un albero sia un pericolo mi sembra proprio deviante, in quanto è ovvio che sia un pericolo, come lo sarebbe però legarla a dei pali idonei senza poi controllare continuamente la tenuta delle funi e della seduta e degli eventuali raccordi .. ma così non te ne esci più !
Ho avuto un piccolo albergo con tante visite di verifica sulla sicurezza e qualcosa ho imparato .. non posso riferirti di quante irregolarità e pericoli che noto in giro quando vado nei locali di vario genere, che sembrano in regola e poi noti fili elettrici occasionali fuori regola e tanti altri piccoli pericoli potenzialmente mortali .. fino poi ad arrivare ad un paradosso sui cartelli di sicurezza, l'altro giorno su una nave ho visto su una parete una 20ina di cartelli informativi uscite di sicurezza frecce etc.. sicuramente la nave non sarà multata al controllo così come sicuramente al momento del bisogno l'utente non sarebbe capace di orientarsi in quella giungla di avvisi.
Ti ripeto .. esiste un business parallelo del controllo che ha fatto perdere di vista l'oggetto stesso del controllo e cioè la sicurezza effettiva.
La questione allergeni per me è veramente ridicola .. come abbiamo mai vissuto fino ad oggi senza quei "ridicoli" avvisi ? Chi è allergico lo sa ! Per i bambini lo devono sapere scoprire e testare i genitori ! Chi è adulto e non ha ancora scoperto una allergia o lo sia improvvisamente diventato non verrà MAI e dico MAI salvato da un avviso .. a che serve dunque questa normativa degli avvisi allergeni ? a niente di niente se non forse a sensibilizzare le persone a farsi qualche test a prescindere. E' ridicolo punire chi abbia somministrato un allergene senza avvisare, non è colpevole di nulla di concreto se non di aver disatteso una norma senza senso.