@Luca2179
Poichè hai optato per il regime forfetario, nei rapporti domestici godi di una serie di semplificazioni: coloro che applicano il regime forfetario non addebitano l’Iva in fattura ai propri clienti e non detraggono l’iva sugli acquisti. Non liquidano l’imposta, non la versano, non sono obbligati a presentare la dichiarazione e la comunicazione annuale Iva.
Ma le norme fiscali prevedono obblighi specifici per coloro che applicano il regime forfetario ed effettuano operazioni attive e passive con operatori non residenti (illustrati dall'AdE nella Circolare n. 10/E del 4 aprile 2016).
In particolare, per le prestazioni di servizi ricevute da soggetti non residenti (come Airbnb Ireland) è stabilita l'integrazione della fattura indicando l’aliquota dovuta e la relativa imposta, da versare entro il giorno 16 del mese successivo a quello di effettuazione dell’operazione, senza diritto alla detrazione dell’Iva relativa.
La fattura è emessa da Airbnb Ireland una volta accettata la prenotazione, quindi immediatamente.
Può succedere che l'ospite, nei termini a lui consentiti, annulli la prenotazione.
Airbnb, nelle sue regole, precisa che non può modificare una fattura già emessa, quindi, nella sostanza, non emette nota di credito (limitandosi ad emettere una seconda fattura con importo zero). Di conseguenza risulta problematico il recupero dell'iva già versata.
Ma facciamo due conti.
Supponiamo che il tuo compenso lordo per una prenotazione sia di 2.000,00 e che la commissione host sia il 4%. Airbnb alla prenotazione emette fattura per 80,00. Tu provvedi all'integrazione della fattura aggiungendo IVA per 17,60, e al relativo versamento.
Qualora la prenotazione venga annullata, il problema si pone per 17,60 euro su una prenotazione di 2.000 euro.
Per contro, in tema di imposte dirette, pagherai un'imposta sostitutiva del 5% calcolata sul 40% dei ricavi, il che mi sembra un beneficio importante (anche confrontandolo con la cedolare secca del 21% sui ricavi opzionabile da parte dell'host privato).