@Gabriele560 @Angela1056 Mi inserisco a gamba tesa, perché Angela ha posto una questione che ultimamente mi sta a cuore (e probabilmente farò un post dedicato all'argomento).
Il tema dei vicini molesti mi ha riguardato e non ho trovato altro che lamentarmi con l'Amministrazione. La vicina molesta arrivava a importunare i miei ospiti i quali, peraltro, per arrivare al mio alloggio non devono percorrere le parti comuni del palazzo ma hanno un ingresso dedicato. Insofferente per partito preso (come molti veneziani) del fatto che si affitti ai turisti (e si salvi così il patrimonio architettonico e una bella fetta dell'economia sana della città), a volte incrociava i malcapitati chiedendo con fare minaccioso chi fossero e che ci facessero lì. Un problema, raro certamente, che in genere suscitava una risata ma in qualche caso no. Ho dovuto segnalare la cosa all'Amministratore mandando una mail a questi e in copia a tutti i Condòmini (compresa la molestatrice, che poi mi ha ricoperto di insulti) così da chiedere con forza il rispetto che si deve pretendere per tutti i residenti, abituali e occasionali, e per il diritto di tutti di disporre come si vuole (se non si compiono illeciti) della propria proprietà. La "sbugiardata" pubblica (l'omertà fa molto, ma la pubblicità anche di più) ha reso. Per il momento, ma non è certo detta la parola fine, la condòmina, vistasi ripresa coram populo, si è zittita. Mi attendo però ulteriori sviluppi.
Quindi il consiglio è di rendere pubblico senza timore il diritto di avere tranquillità per sé e per i propri ospiti (che è la medesima cosa) in affitto. Sempre che una chiacchierata con i vicini non risolva il problema, beninteso.
Ma ciò che mi colpisce nella risposta di Angela a Gabriele è questa necessità, che sembra ormai essere l'unica tutela per i poveri hosts, di scrivere tutto ma proprio tutto nelle regole della casa, compreso il fatto che ci possano essere dei rumori, ovvero una cosa che accade OVUNQUE salvo che in un eremo in alta montagna o nel deserto (forse). E' davvero una soluzione corretta anticipare ai potenziali ospiti che ci potrebbero essere dei rumori? Ma che si intende per rumori? Uno si inalbera perché sente pentole che sbattono al piano di sopra, un altro tollera con piacere addirittura tre bambini che giocano al pallone... perché dobbiamo temere che esistano queste cose?
Anche negli alberghi ci sono questi inconvenienti, non possono essere esclusi così come - secondo me - non possono essere previsti come ricorrenti.
Ma una cosa è certa: se io scrivo che c'è rumore a casa mia avrò meno prenotazioni. L'unica eccezione è che il mio alloggio sia al centro della movida locale e quindi, in effetti, avvertire che il rumore, qui, è la regola è cosa corretta.
Ma in generale: scrivere tutto-ma-proprio-tutto (l'ultimo è il caso sollevato addirittura da Catherine di Airbnb sulle zanzare che possono dar fastidio) davvero ci tutela? O non ci espone ancor più a complicate questioni che possono rovinare a noi e all'ospite la permanenza?
Non sarebbe meglio invece che pretendere un tazebao da seduta cosmica in assemblea (che l'ospite non leggerà MAI) che Airbnb tornasse alle origini almeno nel fatto che dovrebbe ricordare sempre e costantemente che soggiornare in un appartamento privato significa alloggiare in casa d'altri e non in albergo e che i servizi che un albergo fornisce non possono essere gli stessi che un locatore offre così come non può esserlo l'assistenza né l'organizzazione?
Non si dovrebbe forse, vivaddio, tornare a una sana semplicità (con regole chiare e inoppugnabili però)?