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Salve ha tutti,ho effettuato una richiesta di prenotazione per una casa. Il Superhost mi ha risposto con questo messaggio"Gen...
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Buongiorno,
sono un nuovo utente, mi chiedo se nell'affitto la tassa del 21% "cedolare secca" e` trattenuta direttamente da AirBnB oppure deve essere pagata dal proprietario a parte al momento della dichiarazione dei redditi?
La legge a proposito e` apparentemente entrata in vigore, vedi http://argomenti.ilsole24ore.com/parolechiave/tassa-airbnb.html?refresh_ce=1, ma non e` rispettata da AirBnB?
Cordialmente,
Dean De Leo
La legge chiede che venga applicata la cedolare secca del 21% alla fonte. Al momento sembra che AIRBNB non si sia ancora adeguata in quanto ha presentato un ricorso. Nel mio caso per le locazioni (poche) del 2017 ho regolarmente, come faccio da sempre, dichiarato le locazioni in 730/2018 redditi 2017 e poichè non mi conveniva la cedolare secca ho optato per il regime irpef e ho regolarmente pagato le corrispondenti imposte allo stato. se invece conviene applicare la cedolare secca, allora la applica al 21%.
Vedremo per la prossima dichiarazione dei redditi se Airbnb avrà applicato la cedolare secca (peraltro discutibile nel caso per il contribuente/host sia più conveniente applicare il regime irpef) ma a questo il legislatore non ha pensato.
Ciao @Maria2214!
benvenuta nella community! 🙂
Ho spostato la tua discussione da Vita da host in Supporto. Spero non sia un problema per te! 🙂
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Grazie!
Fra
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razie. Mi resta un dubbio: ma per optare per la cedolare secca, in caso di affitto breve tramite airbnb è necessario inviare una comunicazione preventiva o basta inserire l'importo dell'incasso del periodo di competenza nel 730? inoltre, io non ho mai fatto contratti, va bene l'elenco degli incassi che trovo nel mio profilo, a supporto? Grazie. Elisabetta
@Elisabetta204 nessuna comunicazione preventiva (questo avviene quando si registra il contratto per giorni superiori a 30), scegli il regime di tassazione al momento della dichiarazione, addirittura puoi scegliere la cedolare secca per alcune locazioni, per altre no, tutto dipende da come è per te più conveniente. Per questo motivo @Anna4 anche se airbnb applicherà in futuro la cedolare secca (21%) questa vale come acconto d'imposta se si decide di optare poi per il regime ordinario irpef.
Elisabetta, i redditi da dichiarare sono lordi perché la trattenuta di airbnb non è detraibile. Trovi un riepilogo dei tuoi guadagni nel tuo profilo airbnb, mi pare in cronologia delle transazioni - pagamenti o compensi, selezionando 2017 e con la voce a lordo.
I contratti sono obbligatori, li devi fare per legge.
I caf e i commercialisti devono accettare questo foglio riepilogativo, addirittura li potresti dettare a voce, tanto la responsabilità è sempre la tua.
Grazie, bene per la questione cedolare secca. Invece, male per i contratti, che, anche se non da registrare debbono essere fatti: mi pare una forzatura, c'è già l'accordo su airbnb, no? grazie ancora. Elisabetta
Quando ti rivolgi a qualcuno chiocciola il suo nome.
Per i contratti, dipende da che locazione offri. Sei sei LT, il contratto da stipulare è obbligatorio, per legge. Anche se non dovrà essere registrato (per locazioni inferiori ai 30gg). Si è esonerati dalla stipula, invece, se sei una attività ricettiva.
Tu non hai annunci, quindi non sappiamo che tipologia offri. Non hai un profilo Host
L’esercizio dell’opzione relativa alla cedolare secca con aliquota al 21% era permessa anche prima dell’entrata in vigore del DL 50/2017.
L’innovazione del DL 50 consiste nel prevedere – nel solo caso di locazioni abitative brevi intermediate (fulcro delle locazioni brevi sono gli intermediari esattori, vale a dire quelli che riscuotono il canone per te) stipulate a partire dal 1° giugno 2017 - una ritenuta del 21% a titolo di imposta (cedolare secca) ovvero di acconto (IRPEF), nonché nella possibilità di applicarla anche quando, insieme alla messa a disposizione della casa o di una porzione di essa, vengono rese altre prestazioni.
L’opzione per la cedolare secca – non essendoci l’obbligo di registrare il contratto (ma nulla vieta comunque di registrarlo volontariamente e, in tal caso, la scelta della cedolare secca va effettuata in tale sede (mod. RLI, quadro D) – va fatta direttamente in dichiarazione dei redditi e si esercita singolarmente per ciascuno dei contratti stipulati nell’anno.
Per lo stesso immobile è infatti possibile nei singoli periodi – con diversi guest “brevi” – optare o meno per il regime fiscale della cedolare secca. Per tue particolari ragioni fiscali (ad es. incapienza IRPEF), potresti decidere di assoggettare a cedolare secca alcuni contratti brevi, e altri no.
Il reddito cedolarizzato viene tassato applicando l’imposta del 21% sul maggiore tra la rendita catastale rivalutata e il 100% del canone di locazione.
L’elenco degli incassi o le condizioni di AIRBNB (quello che tu definisci “l’accordo su AIRBNB”) non hanno nulla a che fare con i contratti abitativi (il turistico è uno di quelli) espressamente previsti dalla legge italiana, @Elisabetta204 : la legge 431 del 1998 impone la forma scritta a tutti i contratti ad uso abitativo, indipendentemente dalla loro durata: il quarto comma dell’art.1 della legge citata non menziona i turistici dalle disposizioni escluse.
Quindi, se fai locazione turistica a Torino (art.5, LR 13/2017), è necessario segnalare all’ospite che al check-in tu – che non sei né una CAV né un Bed & Breakfast, ma un semplice privato che fornisce un alloggio in locazione turistica, gli farai sottoscrivere un contratto abitativo per tale esclusiva finalità. Dove? Nelle Regole della Casa.
Il guaio è che in Italia pochi host fanno sottoscrivere contratti di locazione breve (che, tra l’altro, li tutelano in caso di contenzioso davanti ad un giudice o in caso di controlli della Guardia di Finanza) perché sono molto più attenti a non trasgredire le regole di Sua Altezza AIRBNB (che è semplice intermediario americano) che le leggi del Paese in cui vivono.