Se l’host (termine che non trova alcuna corrispondenza giuridica nel nostro ordinamento) fa locazione turistica - regolata da leggi nazionali (art.1, co.2, lett. c) della legge 4321/1998; artt.1571 e seguenti del codice civile - deve sottoscrivere e fare sottoscrivere un contratto in forma scritta, che sarebbe opportuno (ma pochissimi host lo fanno) venisse data comunicazione multilingue in maiuscoletto gotico, per non dare adito poi a (tragici) equivoci, se non altro nelle “Regole della Casa”, tipo:
Annunciazione! Annunciazione! Mariarita Assunta Carmela Affranta Derelitta fa locazione turistica a Napoli. Annunciazione! Annunciazione! Mariarita Assunta Carmela…insomma quella lì non è un affittacamere, non è un b&b, non è una CAV, understand? Annunciazione! Annunciazione!
Una struttura ricettiva, come una CAV, invece, non ti farà mai sottoscrivere un contratto di affitto: quando vai in un hotel, ti fanno forse firmare un contratto di locazione per la stanza 58 vista mare?
Ma lanciamo i dadi, @Andrea1266 . Ipotizziamo che il tuo host sia un pescecane travestito da regolare, che non ha scritto uno straccio di clausola contrattuale nelle “Regole della casa” e, dopo la prenotazione, all’arrivo, dopo i soliti convenevoli buonasera, buonasera, come sta, bene e lei, si accomodi, le posso offrire qualcosa, tra un food (un semifreddo Bindi all’uranio arricchito) & un drink (un bicchiere di Coca-cola calda avanzata a pranzo), se ne esca bel-bello con un contratto a strozzo che ovviamente tu ti guarderai bene dal firmare, i tuoi sogni si infrangono sulle bianche scogliere dell’imprevisto, e il nuovo mondo in cui ti si sei svegliato è molto più banale di una telenovela a lieto fine: al check-in ti ritrovi di colpo senza un tetto, con una prenotazione da disdettare, a dare craniate in una stanzetta imbottita.
Il guaio è che in Italia pochi conoscono il proprio testo regionale sul turismo. Non parliamo poi della denuncia telematica in Questura e dell’imposta di soggiorno, per l’amordiddio…
Solo uno sparuto numero di locatori fa firmare un contratto, ponendo (inconsapevolmente) le basi per un semplice rapporto di fatto, se il conduttore riesce a dimostrare davanti ad un giudice che la forma verbale è stata pretesa dall’host.
Molti non sanno neppure di dovere fare un contratto turistico (io faccio solo locazioni Airbnb: come se si trattasse di una tipologia contrattuale detassata, formulata alle isole Cayman, al riparo da obblighi e tasse) e di dover pagare le imposte sul canone percepito (tanto sono solo 3 notti, Mari’, che c’importa a noi…). Alcuni sottoscrivono contratti di pura fantasia. Pochi (four italian cats) sono in grado di stilare un contratto valido e legittimo che tuteli entrambe le parti.
Riguardo la ricevuta del canone, ti posso dire che il locatore (nella specie, il creditore) non è tenuto a rilasciarla (non è un adempimento imposto dalla legge), salvo che non venga richiesta da te (nella specie, il debitore), in forza del 1199 (Diritto del debitore alla quietanza) c.c.
Per fare la dichiarazione dei redditi di un contratto di locazione basta il contratto, non sono necessarie le ricevute o i bonifici di pagamento, ciò non toglie che sia uno specifico diritto del conduttore (nei contratti non brevi costituisce la più importante prova scritta per paralizzare una eventuale pronuncia del giudice in caso di convalida di sfratto per morosità), cui corrisponde un obbligo del locatore: la violazione costituisce inadempimento contrattuale.