Be’, sai, @Jim1, gli arredi davvero indispensabili in una locazione breve o lunga non sono pochi. Prendiamo ad esempio un must, il frigo.
Ecco, il frigo per turisti non serve solo per refrigerare. Il tipico frigo per turisti - un modello bombato degli anni ’40 (alimentato da un motorino di raffreddamento Magneti Marelli) che sta in piedi per un legge della fisica ancora sconosciuta - ha un’altra principale funzione: nella notte il suo assordante ronzio serve a tener svegli gli ospiti dal sonno leggero, i quali, dopo i tappi nelle orecchie e le cuffie insonorizzanti (poveri illusi!), finiscono per staccare la spina dell’apparecchio, provocando il disgelo.
Il ghiaccio fonderà in pochi minuti, l’acqua allagherà la cucina, con conseguente infiltrazione nel sottostante salotto della signora Wanda, più vecchia delle piramidi, la quale, al risveglio, dopo essersi bagnata i piedi, (Giosuè, svegliati! C’è l’acqua alta!), vi telefonerà tutta inviperita per dirvi: “Lei e i suoi turisti. Vestiti come profughi, E con un cervello grosso come un pisellino primavera. Prima la lavatrice degli spagnoli, adesso il frigo dei giapponesi. E’ ora di finiamola. Ohi, ohi, ohi. Il mio povero divano a fiori! Il mio povero tappeto! Il mio servizio di piatti di Limoges! Chi me li ripaga adesso, ehh? Qui ci vuole un’idrovora!”, e, allora, voi, host Airbnb, inginocchiati su un letto di ceci e puntine da disegno, il capo cosparso di cenere e guano di colombo, dopo esservi scusati per l’ennesima volta, chiusa la conversazione, caccerete un urlo in acuto di sol da farvi tremare l’elastico delle mutande.
Un demonio. Siete un demonio, uno straccio inzuppato di veleno. In cinque minuti cinque siete sotto casa degli allagatori. Posteggiate la Cinquecento su un cassonetto della spazzatura, e vi dirigete al vostro “Purple sunset of Navigli”, urlando “Banzai! Banzai!
Vi scapicollate su per le scale, sfondate la porta, inciampate rovinosamente sullo zerbino, ma dei giapponesi neanche l’ombra, solo un avanzo di sushi, comprato al sushi-bar di Porta Ticinese gestito da filippini che fingono di essere giapponesi (e nel retro mangiano la pizza di nascosto). Non vi resta che chiedere al vostro Ficus Benjamina come sono andate davvero le cose…è l’unico amico sincero che vi è rimasto in casa.