@Alessandra334 ciao
condivido pienamente la tua opinione e già in passato, più volte, mi sono espresso su queste problematiche che riguardano la sicurezza.
Sono invece, da sempre, più importanti le valutazioni che l'ospite fa sul check-in, sull'accuratezza [?], sulla posizione [incomprensibile], sulla pulizia [d'accordo], sul rapporto qualità-prezzo, e soprattutto sulla valutazione complessiva [se piove tre giorni o se perde il portafoglio, è sempre negativa].
Nonostante il dichiarato, Airbnb si preoccupa poco della sicurezza dell'host.
Questa, in primo luogo, deve partire dall'effettiva verifica dell'identità dell'ospite prenotante, il quale dovrebbe obbligatoriamente comparire con le sue vere e complete generalità (non con il nome di Pippo o Paperino).
Inoltre, il profilo dovrebbe obbligatoriamente contenere una serie di informazioni di base (che di certo non violano la privacy): cittadinanza, residenza, fascia di età.
Infine, nella richiesta di prenotazione (o nella prenotazione immediata), l'ospite prenotante dovrebbe essere obbligato a dichiarare i motivi del soggiorno.
Poi, collegata anche all'utilità delle recensioni quando a prenotare sono dei gruppi, la verifica dell'identità dovrebbe riguardare tutti i partecipanti al soggiorno dei quali dovrebbero essere fornite le generalità già al momento della richiesta di prenotazione (o prenotazione immediata).
E' infatti frequente il caso in cui, se un ospite ha ricevuto una recensione negativa o addirittura è stato cancellato per fatti gravi, un qualsiasi altro partecipante al gruppo possa inserirlo nell'anonima prenotazione.
Sono anni che chiediamo queste cose, ma non si è mai mosso nulla.
L'importante è non recare disturbo all'ospite, tanto sono problemi dell'host.