@Tom212 ,
Airbnb sta richiedendo i dati fiscali degli Host in conformità alla direttiva europea DAC 7.
Altro discorso è l'italiano DL 50/ 17 che impone a tutti gli intermediari di comunicare al fisco i dati dei contratti avvenuti per loro tramite e di effettuare la ritenuta del 21%.
I grandi portali esteri, al contrario dei piccoli intermediari italiani, non si sono conformati al DL 50/17 e ad oggi non hanno mai comunicato i dati e mai effettuato la ritenuta del 21%; Airbnb ha fatto ricorso alla corte Europea, ricorso che ad oggi è ancora pendente e che personalmente mi auguro di cuore che Airbnb perda.
In che senso pensi che la ritenuta del 21% possa complicare la vita? Per chi già paga non cambierebbe nulla: l'intermediario dovrebbe rilasciare al locatore la certificazione unica attestante l'avvenuto pagamento del 21%, il locatore ( come fa già ora ) dovrà presentare la dichiarazione dei redditi consegnando anche la certificazione unica. Se opterà per la cedolare secca non ci sarà più nulla da versare, se invece opterà per la tassazione ordinaria, la ritenuta opererà a titolo di acconto. La grande complicazione sarebbe invece per gli evasori fiscali che si troverebbero costretti a pagare le tasse.
Ma per il momento ( purtroppo dal mio punto di vista ) la ritenuta del 21% è fantascienza.
Però in base al DAC 7 Airbnb dovrà comunicare al fisco irlandese i dati degli Host e il fisco irlandese li dovrà passare al fisco italiano che avrà finalmente gli strumenti per poter fare controlli.
Come potrebbe il fisco tirare fuori i dati dei bonifici se Airbnb non tira fuori per primo quei dati?
Gruppo facebook Locazione Turistica o breve