Cari amici vicini e lontani che affollate numerosissimi questa room (si, vabbe’…), immagino che moriate dalla voglia di sapere quali canzoni accompagneranno la mia giornata (Ma a noi che ce frega!?). Oè, lo sapete che siete veramente, ma veramente maleducati. Maleducati e cafoni. Comunque, il mio programma di oggi, sabato 3 marzo 2018, prevede:
9:00 – Poltrire nel letto, incuranti che la voce angelica di Elisabeth Fraser dei Cocteau Twins mi svegli gentilmente con Another day e sul tavolo ci siano da più di venti giorni due report da scrivere.
9:30 – Colazione lunga (circa un’ora): in pigiama, lettura dei quotidiani online, con sottofondo Nulla in Mundo Pax Sincera di Vivaldi.
10:30 – Un’oretta netta nella vasca da bagno con indotto di sali da bagno, bolle di sapone e paparelle, mentre Don’t Know Why di Norah Jones allieta lo scorrere del tempo. L’universo continua ad esistere benissimo anche in mia assenza.
11:30 – Cerimonia di toletta lenta e pigra. Segue altrettanto indolente attività domestica, confortata da Understanding degli Everything But The Girl.
13:00 – Pranzo alla comemipare: menù libero, è ammesso cibarsi con le mani e ascoltare RE: Stacks di Bon Iver.
14:30 – Disbrigo della posta elettronica ed eventuale breve tournee su community.withairbnb.com, mentre By my side di Ben Harper, quasi impercettibile, agevola l'amena lettura.
16:00 – Passeggio in centro insieme ad altri esseri umani che hanno avuto la mia stessa brillante idea. Ad esempio visita di una bella e costosa boutique, mentre The Flood di Joshua Hyslop accompagna gli acquisti.
17:00 – Rientro alla maison. Nessun luogo si può dire confortevole se privo di una buona teiera e di Gymnopedies n°1 – Lent et douloreaux di Claude Debussy.
18:00 – Il telefonino squilla: My Type dei Saint Motel mi stordisce con la sua contagiosa allegria.
19:30 – Pronta per uscire. Ben vestita, ben truccata, ben pettinata. Hanno appena suonato alla porta. Solo Rapture di Anthony and The Johnsons mi può aiutare stasera…