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@Veruska6 Buonasera, per il terriccio da utilizzare per il ficus sicuramente va bene uno universale mescolato ad un po' di sa...
Ciao, mi chiamo Vinicius De Franceschi e sono un Host Airbnb a Porto Alegre, in Brasile. Sono stato recentemente scelto per rappresentare gli host nell'Airbnb Host Advisory Board tra altri 16 membri. Probabilmente avrete già capito dal mio cognome che le mie origini sono italiane... una qualche connessione mi lega al vostro paese e, seguendo l'invito di @Francesca, volevo condividerla con voi. Questo legame si chiama Antonio De Franceschi, ed era il mio trisnonno.
Quando sono stato invitato a scrivere qualcosa su questo legame antico, ho ricontrollato la storia del suo arrivo in Brasile, e questo mi ha fatto capire in profondita’ il concetto di “Sentirsi a casa ovunque” e i tempi difficili che viviamo oggi.
Il 2020 è stato probabilmente l'anno più difficile della nostra vita, ma certamente non il più difficile nella storia della specie umana.
C'è stato un tempo in cui un giovane di 25 anni fu costretto a lasciarsi alle spalle tutto ciò che conosceva - tutto davvero, perché non conosceva altro che ciò che i suoi occhi blu potevano vedere nel piccolo paese di Castelgomberto, vicino a Vicenza, in Veneto. Il ragazzo si mise in mare verso una terra promessa dove, si diceva, ci sarebbe stata molta terra libera, lavoro e opportunità. Per alcuni questo luogo si chiamava Stati Uniti, per altri Argentina, ma per il mio trisavolo si chiamava Brasile.
Antonio De Franceschi aveva come patria l'Italia, una terra che difficilmente riconobbe come propria quando vi ritornò anni dopo. Divenne brasiliano, nonostante quello che dicevano i suoi documenti.
Fu un periodo difficile, senza dubbio; si potrebbe dire che Antonio apparteneva a entrambi i luoghi - o a qualsiasi luogo in cui sarebbe andato alla ricerca del suo sogno - letteralmente, apparteneva a qualsiasi luogo.
All'inizio di marzo, il mondo ha capito che anche il 2021 non sarebbe stato un anno facile. Se da un lato è vero che la scienza ci sta dando una cura a tempo di record, è anche vero che non sarà così facile tornare alla normalità.
Siamo in un'epoca in cui tutto sembra essere molto più facile dell'anno 1895, l’anno in cui il mio trisnonno Antonio emigrò dall'altra parte del mondo. Abitiamo un mondo in cui possiamo sentirci a casa in ogni luogo grazie a uno smartphone e invece siamo stati costretti a rimanere nelle nostre case, lontani da amici, famiglia e viaggi. Il senso di "appartenere ovunque" è svanito? Saremo, d'ora in poi, più chiusi nel nostro piccolo mondo, nei nostri "luoghi sicuri"?
Lo non credo; “sentirsi a casa, ovunque” significa molto di più che essere in grado di stare da qualche parte a pagamento. Questo è ciò che l'industria dell'ospitalità tradizionale ha fatto per molto tempo.
"Sentirsi a casa, ovunque" significa sapere che hai la garanzia di essere accolto ovunque, da una persona sconosciuta, magari di un'intera cultura e abitudini estranee alle tue, con rispetto, sicurezza e con un invito a sentirti a casa.
Lo non sono un immigrato come Antonio e non posso sapere cosa significhi esserlo nelle condizioni di allora. Ma posso dire che, come host di Airbnb, mi sento un po' come se appartenessi al posto da cui proviene ognuno dei miei ospiti. Loro - di converso - faranno parte, di questo luogo per sempre, così come io posso fare parte, almeno po', della vita di ognuno di loro.
I miei saluti fraterni a tutti gli Host che ospitano in Italia, da questo brasiliano qui che ha in quel bel paese le sue radici familiari e culturali. In particolare, un abbraccio a Luca, Roberto, Enrico e Samuele, host di Airbnb a Castelgomberto, la terra dei miei antenati. Che l'anno 2021 porti buone notizie e che non dimentichiate mai di far appartenere ogni ospite un po' al vostro luogo.
Antonio al suo arrivo in Brasile
Vinicius De Franceschi
- Superhost Airbnb a Porto Alegre, Brasile -
- Esperto Airbnb -
- Membro del Comitato Consultivo Airbnb Host -
@Vinícius0 partire dalla propria terra e trovare una nuova patria, appartenere a mondi diversi, sentirsi a casa in ogni luogo e, allo stesso tempo, avere nostalgia di ogni luogo in cui abbiamo vissuto, anche per pochi giorni, ma che rimarrá dentro di noi per sempre. Questa è proprio come tu hai raccontato con cosí belle parole, l'essenza non solo del viaggiatore ma, credo, dell'essere umano. La pandemia ci ha isolati fisicamente, ha cambiato la nostra percezione degli altri, ma nonostante tutto il muoversi è naturale come il respirare, e in un modo o nell'altro torneremo a farlo, e grazie a tanti host torneremo a sentirci a casa anche dall'altra parte del mondo. Un grosso abbraccio da italiana a italiano, da una cittadina del mondo a un altro cittadino del mondo.
Grazie per le gentili parole, @Donatella26. Sono tempi duri per tutti, ma presto passerà e saremo più forti che mai!
@Vinícius0ciao,una bellissima storia,mi ha colpito molto e condivido quanto e bello fare a sentire a casa gli ospiti che arrivano anche da molto lontano,accoglierli e non farli sentire soli dando loro una certezza che per ogni informazione o necessità sanno a chi rivolgersi..anche io come te in modo più piccolo ho provato il trasloco dal sud al nord per motivi di lavoro di papà e lasciare parenti,amici ,la mia vita e affrontare il nuovo...dopo tantissimi anni costruiti una vita arriva la Pandemia e nuovamente ti limita..per fortuna ora non siamo ancora fuori ma molto meglio...pensiamo positivo e lavoriamo ..io quando arrivano i miei ospiti con una voglia tremenda finalmente di vacanza,serenità..anche loro hanno la loro storia penso e quindi voglio che si sentono a casa...piacere di averti conosciuto
Grazie mille @Vinícius0 il tuo post mi ha quasi commosso... io sono un’immigrata - niente di tragico. Sono arrivata in UK perché ero curiosa di esplorare e scoprire e sono contenta della scelta che ho fatto... però sì, non mi considero britannica, né completamente italiana. Sono via da troppo tempo... però faccio parte di entrambe le comunità, allo stesso modo e più che mai mi sento cittadina del mondo.
grazie mille @Donatella26 @per le tue parole così belle! Vi abbraccio entrambi!
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Linee guida della community@FrancescaciaoFrancesca le nostre radici ovunque andiamo le portiamo con noi...apprezzare altre culture,girare,conoscere altre usanze ,la storia di ogni paese ecc..può essere solo una meravigliosa crescita in tutti i sensi,dalla cultura e personale...
@Till-and-Jutta0 , ma tu ci devi dire come mai parli italiano! Anche tu hai lontani parenti nel nostro Paese? 🙂
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Sessant’anni fa nostro padre ha costruito una casa in un piccolo paese, altezza 1816 metri s.l.m., che esiste ancora oggi, rinnovato con cura, dove noi e nostra famiglia passano tanto tempo, rilassando, camminando nella natura meravigliosa, chiacchierando con amici italiani.
Per noi non si tratta solo di una seconda casa, è di più: quasi una patria adottiva.
È un posto nascosto nelle alpi, dove s’incontrano tante diverse culture, con proprie lingue. Mentre in tempi passati le montagne erano il simbolo per distinguere la gente, con situazioni precarie, pieno di stenti, oggi con passi e tunnel e con social media la gente trova i valori comuni e si collegano, progettando piani per il futuro, riguardando per esempio l’erogazione di energia e la circolazione, e si arrenda i vecchi confini, sulla mappa e in testa.
Per me è quasi come Belong anywhere di Airbnb. “Sentirsi a casa ovunque”
Quest’inverno abbiamo tantissima neve – purtroppo il paese si trova nella zona arancione rafforzata adesso. Non vedo il giorno quando possiamo andare là di nuovo.
(Scusatemi: Ero già in Alta Valtellina quando ero giovane, però purtroppo ho imparato la lingua italiana soltanto più tardi, spero che mi capisca tuttavia.)
Hey @Till-and-Jutta0 , grazie mille per queste storie. Siamo un gruppo composito di storie e di gente, di luoghi e di lingue, eppure siamo tutti accomunati dall'amore per il viaggio e l'ospitalità. Trovo sia una cosa fantastica, piena di ispirazione per il futuro!
PS: ti capisco benissimo!
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@Francesca ...e mi "infilo" anche qui....io non ho storie del genere (un doloroso trasferimento di città ma niente di particolare...). Ho avuto, invece, uno zio che ha vagato per il mondo ...era ovviamente italianissimo, è cresciuto per un bel pò in Libia (il padre, mio nonno, era un militare di carriera e quindi andava un pò qui e un pò là), ma era toscanissimo e amava la sua terra. Studi universitari particolari, divenuto uno scrittore piuttosto famoso di cui si parla ancora oggi, ma....messo all'indice nei primi anni 50 per un coming-out (tramite un bellissimo libro) troppo precoce; trasferito a Parigi e....diventato francese. Qualche puntata in toscana e messo, dopo anni, all'indice anche in Francia e quindi trasferito in Messico e diventato, a tutti gli effetti, messicano. Conosceva undici lingue e scriveva, pensava e parlava in italiano, francese e spagnolo in tutta semplicità. Tutto quanto sopra per dire che lo zio si considerava cittadino del mondo, diceva di avere tre patrie e le "sentiva" molto e mi ha sempre raccomandato di non mettere alcun confine in nessun luogo conosciuto, sia molto che poco....ogni luogo, ogni persona, ogni panorama, ogni animale ti dà, ti coinvolge, ti ama e tu devi dare, devi coinvolgere, devi amare perchè è così che si diventa cittadini del mondo e non ti devi curare nè dell'odio nè della diversità....fanno parte della vita, ci devono essere ma ognuno è solo sè stesso.
E' così che, per quanto ho potuto e la vita mi ha concesso, ho cercato e cerco di vivere....sono un pò realista e forse a volte dura, ma amo tutto ciò che è mondo con tutti i suoi contenuti. Mi ha molto coinvolta la storia raccontata da @Vinícius0 e ho avuto voglia di raccontare la mia esperienza......piccola, ma la mia.
Chiedo scusa per l'invadenza ma ho....dovuto!