Ah, ma qui siamo saltati a livello 2 della sfida, senza nemmeno passare dal via o avere un aggiornamento dell’avatar in premio…
Che dire @Walter ,
ci sono diverse piante che prediligono l’ambiente umido, non “amano” la luce diretta ed alcune che performano addirittura meglio all’ombra/oscurità: molte della famiglia delle Araceae, quasi tutte tropicali.
Al classico Epipremnum, o Pothos, che è tra queste ed quasi indistruttibile, io preferisco scegliere tra il vasto gruppo della Tradescantia, o Erba misera, diverse ricadenti o rampicanti più variegate, come la Nanouk o la “zebrina” con i suoi innesti violacei.

La bellissima Sansevieria trifasciata invece, quella che ha scelto @Mira63, è una delle pochissime piante grasse che non vogliono la luce (al contrario, ingiallisce). Un’ultima che pochi “sfruttano”, che cresce velocemente e meno luce riceve e più le sue foglie si scuriscono di un verde profondo, è la Zamioculcas.
Quindi sì, anche i bagni ciechi possono godere delle piante; non saranno certo rigogliose e dai colori brillanti, se non c’è ricambio di aria e una temperatura costante tra i 20/24° rischiano di marcire, ma molte di queste si riproducono così velocemente (basterà lasciarne un pezzetto in un bicchiere d’acqua per farle radicare) che il ricambio, pur se a malincuore, sarà velocissimo.
Raccolgo l’alzata del fotografo (oggi lo siamo tutti con gli smartphone) e chiudo dicendo che, se proprio non riuscissi a gestire le piante vere, sceglierei comunque di vederle tutti i giorni sempre come esseri viventi e da un punto di vista particolare, come ha fatto Blossfeldt per gran parte della sua la vita.


