Avvio attività di locazione ad uso turistico.

Pasquale252
Level 2

Avvio attività di locazione ad uso turistico.

Buongiorno.

 

Sono proprietario di un singolo appartamento in Bologna (da poco finemente ristrutturato e completo di arredi, cucina e tutto il necessario, senza alcuna residenza).

Ho seguito a lungo la questione in varie discussioni di questo forum. Ho anche provato ad informarmi tramite il SUAP di Bologna, ma non rispondono al telefono. Li ho contattati per mail per un appuntamento ma non ricevono al pubblico, quindi mi hanno spiegato a grandi linee tutto per mail. Tuttavia ho ancora diversi dubbi e perplessità:

 

1) Secondo voi (a grandi linee) potrebbe essere presa in considerazione la possibilità di avviare un'attività di locazione ad uso turistico "con partita iva" (in regime forfettario con relative agevolazioni per 5 anni per apertura nuova partita IVA) anziché in forma "non imprenditoriale"?

Oppure ritenete questa ipotesi una follia (soprattutto economicamente parlando) in considerazione del fatto che avrei in gestione un solo appartamento e che tra l'altro non comporta obbligatorietà imprenditoriale?

Chiedo perché al momento sono disoccupato, ma avendo già versato circa 10 anni di contributi (e dovendone versare ancora tanti!!), vorrei capire se può valere la pena fare un passo del genere. Bologna è sicuramente una buona piazza e anche la zona è favorevole, quindi se le cose andassero bene, prenderei 2 piccioni con una fava (proventi + contributi INPS) trasformando questa attività in un vero e proprio lavoro.

 

2) Come indicato sul sito del Comune di Bologna, gli "appartamenti ammobiliati per uso turistico" rientrano nella categoria "altre tipologie ricettive" e nello specifico:

 

"Non sono soggetti alla disciplina dell'esercizio di case e appartamenti per vacanze i proprietari o usufruttuari che danno in locazione a turisti case e appartamenti, in numero non superiore a tre, nel corso di una o più stagioni turistiche, con contratti aventi validità non superiore a sei mesi consecutivi, senza la fornitura di servizi aggiuntivi e sempre che l'attività non sia organizzata in forma di impresa".

Alla luce di quanto sopra, con particolare riferimento alla frase evidenziata, chiedo:

 

l'avvio dell'attività di locazione turistica "in forma imprenditoriale", comporterebbe un cambio di categoria (da "altre tipologie ricettive" a "strutture ricettive extralberghiere)?

In caso affermativo, all'atto pratico, cosa comporterebbe questo cambiamento?

 

Grazie a chi potrà aiutarmi...

5 Risposte 5
Alberto1535
Level 10
Bologna, Italy

@Pasquale252 buonasera,

hai posto un problema importante, tipico di tutte le grandi città (e forse non solo di queste)

"Ho anche provato ad informarmi tramite il SUAP di Bologna, ma non rispondono al telefono. Li ho contattati per mail per un appuntamento ma non ricevono al pubblico".

A questo punto, o si rinuncia al progetto, oppure, più opportunamente, si cerca di avere qualche informazione o parere, anche se non ufficiale e non qualificato, meglio se supportato da adeguate fonti, per sopperire all'assenza di chi avrebbe l'obbligo di fornire assistenza alle nuove iniziative.

Ovviamente questa premessa non è rivolta a te.

 

1.Poni due questioni. Parto dalla seconda, il mercato, per arrivare alla prima.

Ho studiato il mercato bolognese delle locazioni brevi dal 2019 (prima del Covid).

Oggi il mercato non è più quello di 5 anni fa, perché, in sintesi, la domanda è rimasta sostanzialmente la stessa, sostenuta dalle fiere internazionali e da qualche raro evento di richiamo, mentre è aumentata in modo incredibile l'offerta di alloggi, persino quelli di grandi dimensioni. Il primo semestre di quest'anno è piuttosto fiacco con prezzi in continua discesa guidata dai professionisti (quelli che gestiscono centinaia di alloggi).

Anche conoscendo tipologia e zona, come pure le tue attese, non sarebbe semplice costruire un business plan  quale base di ragionamenti anche fiscali.

 

Potendo accedere al regime fiscale forfetario, la tipologia ricettiva suggerita prevede un coefficiente di redditività del 40%, il che comporta una tassazione sostitutiva (pari al 5% del reddito imponibile per i primi 5 anni, poi il 15%) sostanzialmente inesistente.

L'iscrizione alla gestione commercianti INPS determina l'obbligatorietà del pagamento di contributi (con facoltà per i forfetari di richiedere una riduzione, se ne vale la pena).

 

Si tratta quindi, mettendo insieme le due questioni, di provare a ipotizzare i canoni/ricavi annui attesi e, da qui, avvalersi dell'assistenza di un dottore commercialista per trarre le conclusioni.

 

2.Il proprietario che non sia residente può presentare al SUAP una comunicazione telematica di inizio locazione di appartamento ammobiliato per uso turistico con durata sino a 6 mesi: intero appartamento, proprietario non residente.

Sul noto divieto della pubblicità sui portali puoi leggere tantissime discussioni qui sulla community.

In ogni caso, siamo nell'ambito della locazione tra privati, per la quale  sarà obbligatorio redigere un contratto di locazione in forma scritta indipendentemente dalla durata (ma con obbligo di registrazione nel rarissimo caso in cui la locazione turistica superi i 30 giorni).

 

Assumendo la veste imprenditoriale, la tipologia ricettiva sostanzialmente equivalente diventa la gestione di CAV, per la quale sarà necessario presentare una SCIA telematica al SUAP una volta avvenuta l'iscrizione al registro delle imprese.

La gestione imprenditoriale, pur in regime forfetario, comporta degli adempimenti amministrativi, in particolare la fatturazione elettronica nei confronti dei clienti alla ricezione del compenso, nonché l'integrazione IVA elettronica (con TD17) delle fatture di commissioni emesse da Airbnb Ireland per il servizio di prenotazione.

Una volta correttamente impostate con l'assistenza di un dottore commercialista, non si tratta di complessità particolari.

Un dettaglio che riguarda l'imposta di soggiorno.

Per le locazioni brevi esiste una Convenzione tra Airbnb e il Comune di Bologna per effetto della quale Airbnb riscuote dall'ospite e riversa al Comune l'imposta di soggiorno. Per tutte le altre tipologie ricettive, l'imposta di soggiorno deve essere riscossa al check-in dal gestore che provvederà poi a riversarla al Comune in sede di dichiarazione trimestrale.

 

In conclusione, se ragionevolmente ritieni che lo stato di disoccupazione sia temporaneo, potresti anche valutare di partire con la locazione in forma non imprenditoriale.

Partire da subito con l'imprenditorialità potrebbe determinare il venir meno dei presupposti per il forfetario (te lo auguro !) una volta ritornato alla piena occupazione.

Anche di questi aspetti delicati è opportuno parlarne con un dottore commercialista (verificando, sul sito dell'Ordine, che sia regolarmente iscritto).

 

Alberto1535
Level 10
Bologna, Italy

@Pasquale252 

nella mia riposta di ieri non volevo appesantire la discussione con un approfondimento sul mercato degli affitti brevi a Bologna.

Ma oggi su BolognaToday è riportata un'interessante ricerca sul mercato bolognese, che conferma ciò che sostengo da tempo.

 

I dati ci dicono che la gestione degli Airbnb sta diventando sempre più monopolistica e diseguale anche dal lato dell’offerta.

 

Mentre il numero di annunci provenienti da host non imprenditoriali con un solo annuncio non è ancora tornato ai livelli pre-Covid, la quantità di annunci forniti dai ‘corporate host’ è aumentato del 41%. Tradotto: il bottino di stanze e appartamenti in mano alle grandi società è cresciuto ulteriormente e in modo esponenziale, rendendole ancora più potenti e redditizie.

 

Questo vuol dire che i grandi attori continuano a mettere su Airbnb nuovi appartamenti, ma anche che gli host più piccoli decidono di affidare a queste società la gestione della loro struttura per riuscire a rimanere competitivi.

 

Di chi sono gli annunci ? (Tipologia di attori)

-Host con 1 annuncio 41%

-da 2 a 4 annunci 28%

-da 5 e più annunci  31%

[Quasi il 60% degli annunci è gestito da professionisti !]

 

Negli anni anche la domanda dei clienti è cambiata: ora quando utilizziamo un Airbnb vogliamo un servizio professionale come un hotel, con la possibilità di avere le chiavi in qualunque momento della giornata. È una modalità spesso incompatibile con la vita delle persone che affittano solo per avere un reddito secondario e che per questo crea una forte concorrenza tra gli host non professionisti e quelli professionisti. Ma il trend dimostra che è proprio quello imprenditoriale l’unico modello vincente, con la piattaforma che privilegia i pochi che concentrano sempre più ricchezza, e che è sempre più simile a un hotel diffuso per la città.

 

Tratto da:

https://www.bolognatoday.it/economia/airbnb-welcome-emilia-romagna-realkasa-wonderful-italy-host.htm...

 

 

Buongiorno.

 

Grazio Alberto per la tua celere ed esauriente risposta.

 

Diciamo che da una parte mi hai tranquillizzato, dall'altra un po' meno.

In particolare... la forma imprenditoriale mi "costringerà" a dedicarmi pienamente all'attività e mi permetterebbe così di garantire un servizio migliore agli ospiti.

Di contro, mi spaventa la potenziale concorrenza che potrebbe venirsi a creare a seguito del fenomeno di "mopolizzazione" da te citato.

 

La mia paura è che, il problema della concorrenza, potrebbe colpire anche me (nonostante l'uso della forma imprenditoriale).

Quindi il mio pensiero è che l'andamento dell'attività potrebbe non dipendere esclusivamente dalla forma dell'attività stessa ma anche dal numero di appartamenti gestiti.

Il mio ragionamento è corretto?

Grazie

Alberto1535
Level 10
Bologna, Italy

@Pasquale252 

per quanto riguarda l'impegno per i servizi all'ospite, tra locazione e gestione  imprenditoriale di CAV cambia poco. La locazione ha il contratto di locazione, l'imprenditorialità la fatturazione, ma anche qui, una volta impostata correttamente il tempo dedicato è simile.

Più preoccupanti i segnali dal mercato. Ma certe tipologie, certe zone sono meno esposte al rischio concorrenza dei grandi gestori. Inoltre, dipende molto dagli obiettivi e quindi dalle modalità di utilizzo dell'appartamento, che possono andare, da un lato, dall'utilizzo intensivo (con politiche di prezzo aggressive e margini ridotti, ma con elevata rotazione), dall'altro lato, a un utilizzo più selettivo (prezzi nella media o nella fascia medio-alta, margini più elevati, minore rotazione).

Infine, gestire due o tre appartamenti invece di uno, cambia poco. Gestirne 20 o 100 cambia molto, per le evidenti economie di scala, soprattutto sui soggiorni brevissimi.

Buon proseguimento.

Grazie mille per le indicazioni. 
A questo punto non resta altro che incrociare le dita…

Buona serata

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