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Buonasera, a breve devo lanciare il mio appartamento. Quello che vorrei sapere è: quali sono le aziende che producono i dispo...
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Buongiorno, volevo gentilmente chiedervi quanto tempo ha un ospite dal Check-out per richiedermi un risarcimento danni subiti in struttura?
E Aircover nel caso entro quando copre? Grazie
Ciao @Test115 , questa è una domanda generica o riguardante un caso specifico? credo che ci posso essere diverse riposte a questa domanda in base dei punti di vista.
Ciao Benedetta, nessuno risponde più alle domande di questo signor "Test", che non ha nome, non ha faccia e, guarda un po'..., non ha nemmeno un appartamento da affittare!
Chi è costui?
Mah....
Ciao @Benedetta e @Daniela22 , anch’io sono confusa…Il Signor „Test“ non ha un account verificato su Airbnb, è classificato come „Ospite“ ma continua a fare delle domande come se fosse un host. Chi è host su Airbnb deve verificarsi, l’abbiamo fatto tutti e ci mettiamo la faccia. Nel nome della trasparenza chiederei anche a @Test115 di fare le domande da host dal suo account/profilo di host verificato.
@Benedetta Cara Benedetta,
mi permetto di rispondere io, benché non sia convinta degli scopi e non ci sia contezza dell'identità di @Test115 tant'è che @Daniela22 dubita giustamente sia un intruso.
Ma l'argomento è importante.
L'ospite (guest) deve richiedere eventuale risarcimento danni ENTRO il check-out ovvero entro i limiti temporali della permanenza in appartamento. Potrà eventualmente in un secondo momento definire il quantum economico (con l'ausilio di consulenti, perizie, ecc.), ma la richiesta va fatta entro la durata della vacanza.
Questo se l'host non abbia saputo, sempre in tempi compatibili con il periodo della locazione in atto, sistemare il danno lamentato dall'ospite (ad esempio: aria condizionata rotta e non più riparata).
Faccio un esempio: aria condizionata rotta sabato (succede sempre di sabato...). Impossibile trovare un tecnico durante il fine settimana. Aria condizionata riparata lunedì. Danno non sanzionabile. Aria condizionata riparata martedi o mercoledi: l'ospite ha diritto a richiedere un rimborso parziale per l'aria condizionata non goduta per uno/due, ecc. giorni.
Il guest deve provare che il danno subito ha compromesso in modo tale la sua permanenza da impedirgli di godere appieno della vacanza.
Naturalmente l'ospite, dopo aver esperito i passaggi di cui sopra, potrà continuare a insistere anche dopo il check-out per ottenere risarcimento.
Ma la legge è chiara: dopo il check-out non c'è spazio per dare inizio a lamentele tardive né da parte dell'ospite (conduttore) né da parte del proprietario (locatore) perché a volte capita che anche l'host chieda un rimborso per danni dopo l'uscita di scena del cliente.
Ogni contestazione va effettuata all'interno del perimetro temporale della locazione.
Dopo l'uscita dell'ospite da casa, i giochi sono conclusi.
Purtroppo, invece, sappiamo bene che queste norme non sono rispettate dal supporto AIRBNB che tende a favorire l'ospite per quasi qualsiasi sua lamentela anche quando non provata pienamente e/o decisamente "fuori tempo massimo".
Ma la legge italiana è granitica e tende a garantire i contraenti del contratto di locazione in un senso e nell'altro, imponendo un comportamento consapevole, proprio per impedire che ci siano tentativi di truffa (su Airbnb spesso agevolati da minacce ritorsive di feedback negativi).
Un caro saluto.
Ciao Cristiana. Non entro nel merito delle leggi chiare e granitiche che riguardano la locazione tout-court (che non conosco), dove immagino funzioni come tu dici: dopo l'uscita di scena dell'ospite, i giochi sono chiusi.
Utilizzando Airbnb però (sia come host che come guest) si sottoscrive l'accettazione di un regolamento, per poter usufruire del servizio. A mio parere, nel momento in cui si decide volontariamente di accettare, se ne accettano anche le modalità conseguenti. Tra queste, anche quella secondo cui un rimborso può essere chiesto anche dopo la fine del soggiorno (da entrambe le parti).
Se il danno è reale (e documentato), perchè non dovrei poterlo manifestare anche dopo la partenza (entro un certo limite, ovviamente)?
Come guest, non mi è mai capitato di dover chiedere un rimborso, come host invece si e, onestamente, mi sono sentita sufficientemente tutelata.
@Daniela22 Sono felice tu sia stata tutelata da Airbnb, ma avrai certamente letto in questa Community che nella maggioranza dei casi di richiesta di rimborso da parte di guests truffaldini (si parla di questo, non di quando le cose vanno bene!) Airbnb non tutela affatto o tutela molto poco l'host.
E quindi è la legge italiana, a cui anche Airbnb DEVE soggiacere (fino a prova contraria Airbnb non è una Nazione e non batte bandiera), che dirime le controversie.
Le mie indicazioni intendono informare circa quali prerogative DI DIRITTO gli host (i conduttori) possano godere in casi controversi, difficili o addirittura penalmente rilevanti (perché millantare un danno per richiedere un rimborso è truffa).
Nel mio contratto di locazione che faccio firmare ai miei ospiti c'è chiaramente scritto che qualsiasi lamentela deve essere avanzata ALL'INTERNO del periodo di permanenza e che è mio dovere intervenire immediatamente per sanare la situazione.
Come host ho dovuto in poche occasioni risarcire i miei ospiti (caldaia rotta, internet non funzionante, ecc.) con un rimborso concordato per un servizio previsto di cui non poterono godere per "x" giorni. Ma senza patemi, senza problemi, senza necessità di chiamare l'assistenza.
Perché tutto è chiaro nel contratto: i loro diritti (e doveri) e i miei doveri (e diritti).
Tengo a precisare che nel caso in cui in qualsiasi sito, in qualsiasi occasione contrattuale si firmino clausole che vadano contro le norme del nostro codice civile, tali clausole non sono valide e invalidano il contratto anche se controfirmato dalle parti.
Naturalmente non si vuole minare la convivenza con Airbnb che fornisce un ottimo strumento per lavorare (come altri siti di questo tipo), ma è necessario sapere, in caso di difficoltà, come possiamo muoverci senza chiedere aiuto a nessuno (se non a un legale in casi davvero estremi) e risolvendo anticipatamente i problemi.
Un caro saluto.
@Daniela22 un'ultima cosa. Tu parli di "un certo limite" entro il quale si può, secondo il regolamento di Airbnb, presentare un reclamo per ottenere un rimborso. Ma il "certo limite" non è definito e presumo vada a discrezione dell'assistente che riceve la lamentela.
Oltre al fatto che non è dato non indicare precisamente il limite di tolleranza della fine di presentazione di una controversia, il fatto che il "limite" sia questione personale di un assistente la dice lunga su come le regole di Airbnb possano davvero risolvere le questioni spinose (perché, lo ripeterò fino a esaurimento: quando le cose vanno bene, siamo tutti contenti, è quando siamo all'angolo che abbiamo bisogno di aiuto).
Un altro caro saluto.
Ciao Cristiana,
ho scritto “un certo limite” intendendo, in generale, che il tempo non può essere infinito. Più precisamente, il limite non è a discrezione di nessuno ma è specificato nel regolamento: l’host ha 14 giorni per richiedere un rimborso in caso di danni provati. Per quanto riguarda il guest non mi pronuncio perché non mi è mai successo di dovervi ricorrere (presumo sia lo stesso tempo, ma dico, presumo) e immagino sia altrettanto specificato.
La domanda di Test era “Quanto tempo ha il guest per chiedere un rimborso?”, la risposta è 14 giorni.
Se accetto di lavorare con Airbnb, lo accetto coscientemente e volontariamente. Fa parte del mio contratto con loro. Ricevo un servizio e lo pago, alle condizioni che mi sono state poste in un regolamento che ho, appunto, accettato a suo tempo. I margini di miglioramento ci sono, ovvio, ed è giusto che li facciamo presente. È importante e utile parlare tra noi e scambiarci consigli, ma non vedo perché dovrei essere zittita quando dico che a volte le cose funzionano, come se ciò non avesse rilevanza. Ognuno porta la sua esperienza, se vuole. Senza l’eco di un pat pat sulla testa o il sottinteso “va bene, adesso vai a giocare che qui i grandi devono parlare di cose serie”.
Non sono qui per fare la guerra ad Airbnb. Piuttosto mi aprirei un sito personale per il mio appartamento, mettendo i paletti che ritengo più giusti a casa mia e nel mio contratto, invece di affidarmi ad un portale. Non sono qui nemmeno per tesserne le lodi, ma nel caso specifico ritengo utile un tempo successivo alla partenza perché le cose non sempre vanno come da manuale, possono esserci impedimenti legittimi al farlo seduta stante (come per esempio è successo a me o potrebbe succedere ad uno dei miei ospiti). C’è una legge che impedisca ad Airbnb di avere un regolamento interno? Non lo so, dimmelo tu.
L’accoglienza turistica è un ambito ben specifico, non si tratta solo di “affittare”, di leggi, carte bollate e avvocati. Non pensare che parli per ingenuità e inesperienza. Sono host su Airbnb da 9 anni e prima di quello ho lavorato 20 anni nel ricevimento turistico, in vari contesti, sia in Italia che all’estero. Il turismo e la gestione della clientela sono materie che conosco e Airbnb ne è stato parte negli ultimi anni. So perfettamente che le cose non vanno sempre bene, ne ho viste di molti colori. La mia visione non è tutta stelline cuoricini, come forse credi, mi sono trovata anch'io "all'angolo", come dici, in situazioni delicate che non erano una caldaia rotta. Ma sono fermamente convinta di non desiderare un approccio rabbioso al mio lavoro.
Quando succederà, andrò in pensione.
@Daniela22 cara Daniela, mi stupisco sempre per come le informazioni che trasmetto - dialogando, non di certo imponendo - in questo commentario vengano recepite.
Come ho già scritto, sono felice tu non abbia mai avuto problemi e che, in caso, Airbnb li abbia risolti.
Anche io ho avuto in alcuni casi un eccellente esito con l'ausilio dell'assistenza di Airbnb. Altre volte me la sono dovuta cavare da sola ed erano i casi più spinosi, purtroppo. E se me la sono cavata è solo perché avevo il nostro codice civile pronto e risolutore.
Non mi piace essere sempre fraintesa e non mi piace passare da saccente, cosa che non sono anche se forse il tono dei miei interventi è acceso. Tantomeno di passare per "rabbiosa", una condizione che non mi appartiene ontologicamente.
Pertanto credo che mi dedicherò ad altro, ben felice di lasciare ai propri convincimenti legittimi i miei "colleghi".
Ma devo però correggerti su un punto fondamentale, che può portare all'equivoco di fondo.
Noi non lavoriamo con Airbnb, Airbnb è un mediatore e non dobbiamo per alcun motivo rendere conto ad alcun mediatore (che sul nostro lavoro percepisce una giusta percentuale) di come lavoriamo se rimaniamo nei confini della nostra legge.
Non capisco perché questo non sia compreso, è un punto a favore degli host non il contrario.
Molti host che qui si lamentano incessantemente di un comportamento ben poco assistenziale o collaborativo di Airbnb, guadagnerebbero assai in tranquillità se prendessero più in considerazione le nostre normative. Tutto qui.
Del resto non mi pare che Airbnb cacci alcun host che indipendentemente da qualsiasi regolamento interno al sito decida di avere ragione contro un truffatore e utilizzi i mezzi consentiti a noi italiani.
Semplicemente Airbnb non interviene e non interviene perché sa che non potrebbe e sa che non può perché nessun regolamento interno prevale su norme nazionali. Ovunque.
Con ciò io sono molto lontana dal voler fare guerra ad Airbnb, hai davvero frainteso questo punto.
Ma naturalmente hai tutto il diritto di pensare come credi.
Ti auguro buona giornata e buon lavoro.
Ciao Cristiana,
su un punto sono d’accordo con te: Airbnb non è un ente assistenziale. Ognuno dovrebbe, prima di intraprendere un’attività, prendere seriamente coscienza di tutti gli aspetti che questo implica.
Quanto al resto, proverei a risponderti, anche se forse non è richiesto.
Su come viene recepito ciò che vogliamo dire, mi hanno insegnato a rileggere (o ascoltare) le mie parole, immaginando come suonerebbero agli altri.
La sensazione che ho io (ovviamente parlo per me) è che le tue arringhe contengano l’ansia da codice civile. Le tue risposte sono farcite di parole come “granitico”, “contraenti”, “perizie”, “sanzione”, “soggiacere”… Spesso scrivi tutto in maiuscolo. Ti immagino agguerrita, evocando aule di tribunale e sventolando carte bollate sotto il naso dei fuorilegge.
Non voglio addentrarmi in una sciocca analisi psicologica, ma il risultato, mi perdonerai, anche se nelle intenzioni escludeva la saccenza, ne contiene qualche sintomo.
La legge è legge, e bisogna rispettarla. Ma nella vita esistono anche le sfumature, tant’è vero che a volte le sentenze dei (veri) tribunali tengono conto delle circostanze. Altre volte le leggi vengono cambiate in base a fatti evidenti che ne dimostrano l’inadeguatezza. E meno male, se no avremmo leggi immutate dalla notte dei tempi.
Dico questo perché nel mio mondo non esiste solo il bianco o il nero. Se mi ritengo danneggiata durante un soggiorno e desidero chiedere un rimborso, mi avvalgo della possibilità di farlo secondo i regolamenti cui ho sottoscritto in origine. Ti confesso che, di fronte ad un preventivo e tassativo diniego (legittimo?) temo che mi rivolgerei altrove, se non altro per mancanza di dialogo. Come temo anche che un’ingente quantità di moniti e intimazioni non scoraggi affatto le intenzioni fraudolente di chi si è posto l’obbiettivo di rompere le tasche in qualche modo. Tu dirai “Si ma, se succede, la legge è dalla mia parte”. Giusto. Ne uscirai sfinita, ma vincitrice. Anche nel caso in cui magari la lamentela aveva un senso…
I tuoi intenti sono senz’altro nobili: dare un consiglio a chi pone una domanda e mostrargli una strada di cui forse non era a conoscenza. La causa ti sta così a cuore che sembrerebbe tu non perda nemmeno un attimo per rileggere quello che hanno scritto gli altri, o meglio, quello che hanno voluto dire veramente, pur di rispondere con prontezza ed efficienza. Se no, avresti forse capito che quando ho scritto “lavorare con Airbnb” non intendevo certo che lo considero un socio in affari. Lo intendo come uno strumento per il mio lavoro - come l’imbianchino lavora con il pennello o il falegname con il martello - di cui ho letto le istruzioni d’uso prima di acquistarlo.
Permettimi un’ultima osservazione (davvero l’ultima, giuro). Ho notato in questo forum, che frequento saltuariamente, come vi sia (stata) a volte la ricerca di consenso unanime per la propria causa e, quando esso è venuto a mancare, una conseguente repentina uscita di scena, corredata da velato sdegno causa irriconoscenza. È stato detto tante volte, qui si fa volontariato. Chi ha voglia scrive, dà una mano, commenta, si fa una risata o si arrabbia, chiede o risponde, dice stupidaggini o cose sensate, aiuta o mette ancora più confusione. Senza voler fare Alice nel Paese delle Meraviglie, sarebbe bello percepire un’aria leggera di fondo. La cupezza dei tempi la respiriamo già ovunque.
Per come la vedo io, si tratta pur sempre di turismo. Non di minacce nucleari.