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Airbnb, giustizia europea contro la piattaforma: «Dovrà pagare la cedolare secca all’Italia»
Leggo oggi su "Il Messaggero"
"Airbnb deve continuare a pagare la cedolare secca all’Italia. Dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea, ieri, è arrivata una prima apertura che fa salva l’impostazione scelta dal nostro Paese: con la manovra correttiva del 2017, infatti, l’Italia aveva creato in capo alle piattaforme online, come appunto Airbnb, l’obbligo di ritenuta fiscale alla fonte con aliquota del 21%, in qualità di sostituti d’imposta, sul canone di locazione per gli affitti brevi e l’impegno a comunicare tali dati all’Agenzia delle Entrate."
di Gabriele Rosana
Venerdì 8 Luglio 2022 Ultimo aggiornamento 02:20
@Angela1056 E ora vedremo come questo si concilia con le nuove disposizioni veneziane, se passeranno anche al Senato, come sarà, che limitano l'attività privata in materia di locazioni brevi. Sarebbe il colmo che Airbnb avesse l'obbligo di trattenere il 21% per ricavi che non ne potessero più godere. Oltre la beffa il danno? E' incredibile come la giustizia, anche europea, si muova su due binari schizofrenici: da una parte impone di trattenere alla fonte l'aliquota del 21% al "mediatore" e dall'altra lo combatte apertamente (confondendo il problema dell'overtourism con la locazione privata) al fine di cancellare la stessa categoria di cittadini oggetto della prima norma.
Che dire?
@Cristiana19 dai, non si tratta di confondere i problemi: è chiaro e lampante che ci sono giri di soldi, probabilmente tanti, qualcuno ha pagato e altri hanno preso.
Non si spiega altrimenti un'idiozia simile, che non ha capo ne' coda ne' alcun fondamento
Sono totalmente d'accordo. La stessa riflessione veniva anche a me dopo aver letto l'articolo messo anche in posizione piuttosto nascosta nel Sole24 di ieri.
A Firenze Nardella sta cercando di anticipare la richiesta “SalvaFirenze”, totalmente motivata su basi assurde e pseudo (queste si populiste e non popolari) . Giustifica la richiesta un giorno a causa della mancanza di residenti di lungo periodo quando in Centro non ci hanno quasi mai abitato a causa dei notevoli disagi logistici che comporta per una famiglia con i suoi spostamenti quotidiani; infatti gli appartamenti ricorri malissimo per la mancanza di investimenti dei proprietari negli anni pre Airbnb, erano destinati agli studenti italiani e stranieri e turisti che si appoggiavano alle agenzie specializzate dell'epoca. Dove sono i residenti ai quali manca di vivere in Centro? Dopo il COVID poi, tutti quelli che se lo potevano permettere hanno cercato alloggi in luoghi esterni alla città e magari in campagna o collina.
esiste una associazione o un gruppo aggregante per poter cominciare a combattere questa totale mancanza di visione sulla qualità di interventi immobiliari fatti anche da privati, anziché vendere la città ai vari gruppi come Student Hotel o simili? E per poter controbattere queste richieste delle amministrazioni locali senza subirle supinamente?
alessandro
Altra motivazione addotta dal sig. Nardella gli artigiani sono scomparsi dalla città. vada a vedere quanti cinesi ci sono nella periferia Fiorentina che producono a costi insostenibili per gli artigiani ( e probabilmente non pagando le tasse richieste invece è giustamente a fiorentini che operavano con la loro attività artigianale . Chi li fa venire e chi li controlla veramente? Se ci preoccupiamo così tanto di salvaguardare le eccellenze artigianali locali allora vediamo di eliminare questo ovvio dumping di discutibili imprenditori cinesi locali che poi si fregiano ovviamente del Made in Italy.
i miei ospiti che cercano prodotti di pelletteria locale artigianale dove dovrebbero andare a comprare se tutti quelli esposti sono prodotti da cinesi stipati nei capannoni dell'Osmannoro o di altre zone periferiche fiorentine?
questo però non è più di moda citarlo sui giornali altrimenti si passa da razzisti e da leghisti ( entrambi cose che io non sono).
Come vi state organizzando a Venezia dopo questa misura “SalvaVenezia”?
@Alessandro65 Caro Alessandro, io sono associata a ABBAV, un'associazione veneta della nostra categoria che sta affilando le armi insieme alla neonata BRE_VE che promette battaglia. Mi assocerò anche a questa.
Intanto vediamo come passa la legge in Senato, poi si dovrà vedere come intende applicarla il Sindaco (che non vedeva l'ora di eliminarci definitivamente dal tessuto economico cittadino, così da poter avvantaggiare la lobby dei grandi alberghi e dei dormitori di terraferma) e poi capiremo come muoverci. Io non starò a guardare.
La mia posizione è quella "classica" che di più non si può.
Acquisto circa nove anni fa una bella casa che già aveva un bilocale annesso (per la proprietà precedente prima fu lo studio professionale del proprietario poi, alla sua morte, la moglie lo affittava turisticamente da anni; quindi non ho tolto nessun appartamento ad alcuno, oltre al fatto che è impossibile perché catastalmente indivisibile dalla porzione di appartamento dove vivo io); ho fatto salti mortali per la ristrutturazione. Al momento, nel mio palazzo, sono l'unica ad avere gli impianti a norma e certificati. Quando ho deciso di affittare anch'io sono stata avversata dai vicini sin da subito, me ne hanno fatte e dette di ogni tipo.
Non contenta (vedi che disgraziata sono?), acquisto per mio figlio un piccolo appartamento, lo ristrutturo radicalmente (ho trovato pagine di giornale del 1939 nelle canaline degli impianti elettrici... e non dico altro), lo bonifico, lo metto completamente a norma (come impianto di riscaldamento aveva stufe in ogni stanza collegate da tubi in rame: praticamente una bomba ad orologeria), insomma lo salvo. Decidiamo di metterlo a reddito, come l'altro bilocale, in attesa che mio figlio venga ad abitarci, per pagare entrambi i mutui contratti per l'acquisto.
Solo per darti un'idea di come Venezia e Firenze siano molto simili, anche nel populismo che governa queste norme scellerate, l'anno dell'acquisto di casa mia (2013) a detta della titolare dell'Agenzia a cui mi rivolsi (forse la più importante di Venezia come giro di affari) sono stata l'unica residente a comprare casa nuova in città.
Sono stata trattata sempre come se avessi ucciso qualcuno, disprezzato quello che faccio, disprezzate e a volte prese a male parole le persone che ospito, oggetto di ogni tipo di insulto e vendetta. Non sto esagerando. A Venezia tutto funziona se sei abusivo e sotto traccia, se emergi e sei in regola sei il capro espiatorio perfetto e sei bersaglio di ogni imbecille livorosa ritorsione.
Se non potrò più ospitare (o limiteranno la possibilità di ospitare al punto che non sarà più conveniente farlo) non potrò più pagare i due mutui e non escludo di dover essere costretta a vendere una delle due case, solo che non sarà vendere, sarà svendere perché il valore degli immobili che si stava riprendendo un poco, dopo questa magnifica pensata, crollerà. Non sto lamentandomi, sto solo dicendo che la possibilità degli affitti brevi è stata la causa e il motore che mi ha fatto fare sacrifici per acquistare e ristrutturare case a Venezia. Se non avessi avuto questa possibilità, non avrei mai comprato la casa per nostro figlio e ora sarebbe forse saltata in aria con dentro l'anziana inquilina per via dell'impianto ultra fuori legge (ma la gera venexiana e ti no la pol mica tocàr).
Questa è la situazione ed è così per molti residenti. Poi ci sono certamente i gruppi pseudo-alberghieri che amministrano centinaia di alloggi senza dichiarare di essere gestori professionali, non c'è dubbio, ma la maggior parte di noi è come me. E comunque, anche per i gruppi imprenditoriali, quale sarebbe il problema? nessuno più torna a vivere a Venezia, non c'è altro lavoro se non quello del turismo e toglierlo ai pochi residenti significa impedire loro di vivere in Città. E significa che nel giro di un paio d'anni altri se ne andranno, lasceranno le loro case che verranno acquistate pezzo per pezzo e tramutate definitivamente in strutture ricettive.
Prometto di dare informazione delle mosse delle Associazioni di categoria veneziane ma intanto confermo che per la prima volta nei due quotidiani cittadini, il Gazzettino e la Nuova Venezia, viene data voce almeno anche a chi vive in città - e sono tanti - con queste possibilità; è già un passo avanti. Qualcuno sta capendo che perderanno il lavoro non solo i proprietari degli immobili, ma anche i professionisti che li hanno ristrutturati e che non lavoravano più da anni, le imprese locali che venivano contattate per i lavori, gli idraulici, gli elettricisti e i falegnami locali, le lavanderie che invece di chiudere sono rimaste in città, le botteghe di quartiere dove i nostri ospiti (che rimangono giorni e non una sola notte) comprano frutta verdura carne e pesce, le librerie rimaste dove anche gli stranieri acquistano bei libri d'arte, ecc. Un'intera economia cancellata dalla demenza di alcuni solo perché siamo in pochi e valiamo nulla (la popolazione di Venezia comune è costituita da circa 250.000 abitanti di cui solo circa 50.000 abitano in centro storico, gli altri sono nel comprensorio di Mestre), mentre gli interessi e la speculazione puntano tutto sulla terraferma con Venezia come grande torta da spartire fra i soliti pochi .... (e non do aggettivi, perché io sono educata).
Non mi illudo, ma venderò cara la pelle.
Ti e vi farò sapere.
Proverò a mettermi in contatto anche con l'AssociazioneAigab ( assoc italiana gestori affitti brevi ) per sentire cosa stanno pensando di fare.
grazie davvero per la sua storia. Molto illuminante sugli interessi dei gruppi alberghieri più grandi che senz'altro fanno “lobby” sui politici
Grazie @Angela1056
questo è il comunicato stampa del 7 luglio della Corte di Giustizia
https://curia.europa.eu/jcms/upload/docs/application/pdf/2022-07/cp220120it.pdf
@Angela1056 @Cristiana19 @Susanna0
Il parere dell'avvocato generale si ricollega alla recente sentenza Airbnb contro Regione di Bruxelles Capitale (oggetto di altra discussione): secondo l’avvocato generale è perfettamente coerente imporre l’obbligo di ritenuta fiscale agli intermediari che intervengono nel pagamento dei canoni di locazione.
Le conclusioni dell’avvocato generale non vincolano la Corte di giustizia. I giudici della Corte cominciano adesso a deliberare in questa causa. La sentenza sarà pronunciata in una data successiva.
Quindi @Alberto1535 , non è detta l'ultima parola. Anzi, anche l'Avvocato Generale UE esprime parere negativo sulla nomina di un rappresentante fiscale che funga da sostituto d'imposta:
"Facendo riferimento alla sentenza Airbnb Ireland 3, l’avvocato generale ritiene quindi che l’articolo 56 TFUE 4 sullal ibera prestazione dei servizi non osti all’obbligo di raccogliere e fornire informazioni né all’obbligo di ritenuta fiscale.
Per quanto riguarda la ritenuta fiscale, pur rilevando che essa costituisce un onere ben più importante rispetto a un semplice obbligo di informazione, egli esclude che essa costituisca una discriminazione indiretta nei confronti dei fornitori transfrontalieri, come afferma Airbnb sostenendo che quasi tutte le piattaforme presenti sul mercato italiano sono stabilite in altri Stati membri. Secondo l’avvocato generale, è perfettamente coerente imporre l’obbligo
di ritenuta fiscale agli intermediari che intervengono nel pagamento dei canoni di locazione, poiché l’attività di un gran numero di persone fisiche che non sono soggette agli obblighi gravanti sui professionisti è, per sua natura, difficile da controllare ai fini fiscali. Inoltre, il regime fiscale ha ad oggetto non l’assoggettamento a imposta dei servizi di Airbnb, bensì quello delle attività di locazione di beni immobili situati nel territorio italiano, che stanno alla base di tali servizi. Pertanto, il regime in discussione rientra senza dubbio nella competenza fiscale del governo italiano.
D’altra parte, per quanto riguarda l’obbligo di nominare un rappresentante fiscale, l’avvocato generale ricorda che la Corte ha già dichiarato, nella sentenza Commissione/Spagna 5, che l’obbligo di nominare un rappresentante fiscale imposto dalla normativa spagnola ai prestatori di servizi transfrontalieri ai fini, precisamente, della trasmissione di
informazioni e della ritenuta fiscale costituisce una restrizione sproporzionata alla libera prestazione di servizi ed è pertanto contrario all’articolo 56 TFUE. Ne consegue che l’obbligo di nominare un rappresentante fiscale, imposto dalla legge italiana, è contrario all’articolo 56 TFUE."
Ciao @Angela1056 ,
grazie mille dell'aggiornamento! Volevo farti notare che ho modificato il titolo per le ricerche: il tuo titolo è in cima al post. Fammi sapere se è OK per te!
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Linee guida della communityIn effetti gli articoli di quasi tutti i giornali in questi giorni dimostrano che i giornalisti scrivono senza sapere di cosa parlano.
Confondono la cedolare secca con la ritenuta; confondono le tasse di Airbnb con le nostre tasse; e in tutto questo infilano la trasmissione dei dati.
Per esempio "Airbnb deve continuare a pagare la cedolare secca all’Italia": la cedolare secca è una tassazione agevolata sui redditi da locazione per i privati, Airbnb non loca nessun immobile e non è un privato; intendevano scrivere la ritenuta sui compensi - che comunque non ha mai trattenuto finora.
In altri pezzi si legge che finalmente dovranno pagare le tasse in Italia, ma quella ritenuta non sono le tasse di Airbnb, sono le nostre! Che Airbnb verserà allo stato per conto nostro invece che a noi.
Ma possibile che non si informino un minimo, prima di pubblicare le cavolate?
@Susanna0 concordo su tutto. Per non parlare della grande puffata della similitudine condotta fra Airbnb, bed and breakfast e locazione turistica privata. Si continua a parlare, a proposito dell'emendamento Pellicani e Venezia, di "stretta sui b&b" che invece, essendo strutture professionali non avranno alcuna stretta (a meno che non siano in regola, beninteso). Mentre si cita Airbnb per significare l'universo mondo (orrendo, naturalmente!) della locazione, quando Airbnb è solo un portale di mediazione, non l'oggetto del tentativo di normare la suddetta locazione.
Queste infinite ignoranze non aiutano noi in primis e non aiutano a formare un'opinione pubblica consapevole. Soprattutto in questo momento.
Si gioca sulle accuse mai motivate alla "cattiva major" dell'affitto turistico, come se ci fosse una causa diretta fra la costituzione dei portali e quello che noi abbiamo deciso di fare con la nostra proprietà. La questione non è da poco, perché continuare a mostrare un "Ente" astratto invece di volti e nomi di chi lavora in questo settore istruisce solo una crociata senza senso contro un non-problema.
E' astuto da una parte, perché porta acqua al mulino della grande hotellerie, e cretino dall'altra, perché conduce molto lontano dalla verità.