Buongiorno, come posso identificare la classe del mio allogg...
Buongiorno, come posso identificare la classe del mio alloggio per la tassa di soggiorno?Grazie
Buongiorno. Come sappiamo la nostra attività è da tempo "nel mirino" degli albergatori, e in conseguenza di ciò periodicamente partono campagne di stampa contro di noi: in particolare ci viene addossata la responsabilità della scarsità di alloggi da affittare come prima casa ai giovani, ecc ...
Finora si sono fatte tante parole e basta. Ieri però ho sentito che il sindaco di Firenze ha bloccato l'autorizzazione alla destinazione di alloggi ad affitti brevi: chi è già autorizzato non ha problemi, ma non verranno più concesse nuove autorizzazioni.
Ho scoperto poi che il governo sta lavorando a un DdL, che prevede, fra le altre cose, la limitazione a un minimo di due notti. La Santanché ha presentato questa ipotesi di DdL in un convegno, suscitando le reazioni degli albergatori, che chiedono misure molto più drastiche: un codice unico nazionale al posto dei codici regionali, più controlli, aumento delle sanzioni, limitazione degli affitti brevi ad alcuni periodi dell'anno nelle località più turistiche, ecc ...
Qualcuno di voi ha informazioni più precise?
Non sarà il caso che ci organizziamo, ci consorziamo, per fare sentire la nostra voce a questi "tavoli"?
@Andrea6250 buongiorno
abbiamo già delle associazioni, tra le quali Pro.Loca.Tur (associazione di proprietari di alloggi locati per brevi periodi) che si confrontano con il Ministro.
Sulle ultime novità puoi leggere:
https://www.prolocatur.org/2023/05/31/disegno-di-legge-santanche-per-la-locazione-turistica/
La loro voce è più forte se aumenta il numero degli associati.
@Alberto1535 grazie, documento molto interessante.
@Andrea6250 al momento, dal poco che ho letto, la normativa sembra non soddisfare le richieste dei sindaci (legate soprattutto alla emergenza abitativa) e non sposta particolarmente l'asticella dal punto di vista di chi fa affitti brevi in maniera non professionale. Il limite delle due notti, dal mio punto di vista, è risibile su entrambi i fronti di scontro.
E' chiaro comunque e viene anche segnalato già da alcuni giornalisti (lo stesso Maran a Milano lo ha capito) che il tema affitti brevi in realtà è per avere il favore degli albergatori più che dei sindaci. Io credo che si giochino voti in questa partita, per l'ennesima volta. Quindi non mi aspetto grandi rivoluzioni dal governo.
Certo a Firenze la nuova normativa è molto limitante e anche parecchio ingiusta, e probabilmente incostituzionale. E' retorica anche quella di Nardella, che deve assecondare gli interessi della categoria albergatori.
Quindi, all'erta ma senza panico.
E' importante però che le associazioni dei privati citati da Alberto lottino per cambiare i contratti. Per me la partita si giocherebbe già soltanto sull'introduzione di un contratto più flessibile a metà tra i classici 4+4 e quello transitorio- che sono le uniche alternative legali alla locazione breve entro i 30 gg. Di nuovo, l'assessore di Milano Maran, ha intercettato questo lato del problema e sta lavorando con le banche per favorire l'accensione di garanzie bancarie legate ai contratti di locazione a lungo termine. In modo tale, da ridare ossigeno a quel tipo di locazione sottraendone quindi agli affitti brevi. E' un inizio e dimostra intelligenza strategica ma non è abbastanza.
@Alberto1535 Eccellente, caro Alberto! C'è da dire, caro @Andrea6250 che trattasi di bozza di disegno di legge e che prima di diventare legge ce ne vuole e sarà modificata in ogni possibile maniera, quindi bisognerà verificare ogni volta che ci saranno successive limature.
Anche la "mia" Associazione di categoria ABBAV, molto attiva in Veneto, che partecipò agli incontri con il ministro si dice attenta e pronta a proporre modifiche e interventi.
Vale forse la pena di riportare qui il lungo commento che si trova nel sito ABBAV.IT ma solo a disposizione dei Soci, utile invece a tutti noi:
Premesse:
Il testo è ancora in bozza, pertanto prossimamente potrebbe subire modifiche più o meno importanti, anche per effetto delle osservazioni che perverranno al Ministero del Turismo da parte delle associazioni di categoria, ABBAV compresa.
Non condividiamo, già in partenza, l’idea alla base del DDL che si pone come obiettivo di “fronteggiare il rischio di un turismo sovradimensionato rispetto alle potenzialità ricettive locali e a salvaguardare la residenzialità dei centri storici ed impedirne lo spopolamento” attraverso delle misure limitative, ma senza concretamente investire in un progetto per il rilancio della residenzialità, cogliendo magari alcune delle tante proposte che sono state fatte negli anni: prevedere agevolazioni fiscali a favore di chi loca per lunghi periodi, creare dei fondi di garanzia per i proprietari in caso di morosità degli inquilini, ecc.
Come ci siamo spesso trovati a ribadire, una politica che incoraggi la residenzialità deve essere fatta con misure dirette e concrete, non attraverso limitazioni indirette su altre realtà.
La Ri-definizione di Locazione Turistica (art. 2)
Nel maldestro intento di fornire una definizione uniforme di “Locazione per Finalità Turistiche“, il testo che all’art. 1 recita
…per “locazione per finalità turistiche” si intende il contratto di locazione con scopo turistico, quale vacanza, lavoro o altro motivo, avente ad oggetto il godimento di un immobile ad uso abitativo ubicato in un luogo diverso da quello di residenza della parte conduttrice…
ricomprende nei contratti di locazione per finalità turistiche anche i contratti per motivi di studio/lavoro/altri motivi (forse mutuando la generica definizione di Turismo data dal UNWTO).
La definizione così formulata contrasta, a nostro avviso, con l’impianto normativo in materia di locazioni, che da sempre distingue, e non senza conseguenze sul piano della durata e della forma del contratto, tra le varie finalità.
Una cosa è certa, solleveremo la problematica.
Codice Identificativo Nazionale (CIN) (art. 3)
Si torna a parlare di codice identificativo nazionale, ossia il codice che dovrebbe identificare in maniera univoca ogni locazione turistica in regola presente sul territorio nazionale, alimentando la banca dati nazionale delle locazioni.
In Veneto, come in altre regioni, esistono già da tempo dei codici identificativi.
Il DDL Affitti Brevi mira a uniformare la disciplina a livello nazionale, introducendo un codice unico, che andrà a sostituire anche i codici regionali (CIR).
A livello operativo sarà da vedere se i codici già esistenti saranno mantenuti come validi (soluzione ideale) o se andremo incontro all’ennesimo appesantimento burocratico.
Il DDL prevede:
Degno di nota, a nostro avviso, il fatto che per il momento si parli di un obbligo di esposizione del codice all’ingresso dell’unità immobiliare e non all’ingresso esterno dell’edificio in cui si trova l’immobile, come è invece attualmente previsto dalla Regione Veneto, con tutte le conseguenti problematiche derivanti da tale collocazione (divieti condominiali e amministrativi, atti vandalici, furti, ecc.).
Staremo a vedere se e come la norma evolverà e quale sarà l’iter relativo all’ottenimento del CIN.
Limitazioni delle Locazioni per Finalità Turistiche (art. 4)
Un titolo che non lascia molto spazio all’immaginazione. All’art. 3 si recita
A pena di nullità la durata minima del contratto di locazione per finalità turistiche non può essere inferiore a due notti, fatta eccezione per l’ipotesi in cui la parte conduttrice sia costituita da un nucleo familiare numeroso composto da almeno un genitore e tre figli.
Avete letto bene: il DDL vorrebbe introdurre un minimum stay nelle locazioni turistiche di 2 notti. Con un eccezione, peraltro, abbastanza discutibile e poco realizzabile: in caso di nuclei familiari con 3 o più figli, sarebbe possibile pernottare anche per una sola notte.
Ci sembra che la limitazione nasca dall’intento di favorire gli alberghi nelle prenotazioni di breve durata, in particolar modo nei weekend (pernottamenti tra sabato e domenica).
Va detto che la regola interesserebbe primariamente ed obbligatoriamente le locazioni turistiche site nei centri storici delle città metropolitane.
In via secondaria e a facoltativa, a discrezione dei comuni stessi, la regola potrebbe essere applicata anche nei comuni individuati dall’ISTAT come comuni ad “alta/molto alta” densità turistica.
La limitazione non si applicherebbe, invece, nei restanti comuni, nonché nei comuni classificati dall’ISTAT come “a vocazione turistica”, ma aventi una popolazione inferiore ai 5.000 abitanti.
Locazione per Finalità Turistiche in Forma Imprenditoriale (art. 5)
Come ultima previsione, il DDL si focalizza sulle locazioni turistiche gestite in forma imprenditoriale, o dal titolare stesso o da soggetti “che svolgono attività di intermediazione immobiliare ovvero di gestione di portali telematici“.
In questo caso il DDL vuole introdurre l’obbligo – per le locazioni imprenditoriali – di presentare SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) presso lo Sportello Unico Attività Produttive (SUAP) del comune competente, sanzionando l’omessa presentazione della SCIA da 2.000 a 10.000 €.
Se è pur vero che in altre regioni l’obbligo di SCIA già esiste e non ha avuto un grosso impatto, va anche tenuto presente che in comuni come Venezia, potrebbe essere strumentalizzato per ostacolare ulteriormente le nuove aperture.
Infine, il DDL prevede anche l’introduzione di un codice ATECO dedicato all’attività di locazione di immobili ad uso abitativo per finalità turistiche.
Una disposizione che potrebbe anche essere favorevole, quantomeno in termini di accesso ai fondi regionali ed europei.
Lo ripetiamo, si tratta di una prima bozza di Disegno di Legge.
Potrebbe subire modifiche e correzioni.