Ciao @Silvia2184 ,
La figura del Co- Host è stata inventata da Airbnb, ma non ha una vera corrispondenza nella nostra realtà contrattuale.
Solleva diversi dubbi di carattere amministrativo e fiscale:
Qual è esattamente l'attività svolta di fatto dal co Host? Attività da intermediario? Se così fosse serve il patentino? O un contatto di intermediazione con pagamento della provvigione? Rientra nella figura del property manager? O prestatore di servizi? Con contratto di prestatore di servizi? E se il co Host è un prestatore di servizi, può un locatore privato avvalersi di un prestatore di servizi senza che questo fatto venga ritenuto indizio di imprenditorialità? Qual è il rapporto che lega Host e Co Host ? Rientra nelle prestazioni occasionali? Serve partita IVA? Ecc ecc.
Insomma i dubbi sono davvero tanti e a queste domande io non so dare una risposta.
Secondo Lombardi ( considerato uno dei fiscalisti più preparati sulla materia )
"Sotto i 30 giorni di lavoro e fino a 5mila euro nell’anno solare, come reddito occasionale è tassato con Irpef ma, superati questi limiti, il reddito co-host diventa soggetto a contributi INPS e all’attività imprenditoriale con partita Iva" ( Ma con quale codice ATECO, mi chiedo ancora io ?).
https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&url=https://www.extralberghiero.it/nomadi-digitali-...
Credo ti convenga affidarti ad un professionista preparato sulle locazioni brevi e sul mondo dell' Extralberghiero, per evitare di commettere errori.
Non so se qui riuscirai a trovare risposte, magari sono io che penso sempre male, ma secondo me la maggior parte dei Co Host svolge l'attività ( perché di attività si tratta ) senza porsi nessuna domanda...
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