@@Chiara325, @Susanna0
Airbnb avrebbe dovuto rilasciare la CU (Certificazione Unica, ex CUD), qualora avesse dato corso, dall’anno scorso, alle disposizioni di legge di cui al DL 50/2017, che prevede, da parte degli intermediari (portali) che incassano il corrispettivo del soggiorno, la trattenuta a titolo di anticipo di imposta del 21% (trattenuta chiamata forse impropriamente “cedolare secca” o “tassa Airbnb”).
Siccome Airbnb non ha, per il momento, fatto nulla di tutto questo, quest’anno non ha nessuna CU da consegnare ai proprietari che affittano tramite il portale.
Ci sono altri intermediari (altri portali) che invece si sono adeguati subito, e che quindi in questi giorni staranno inviando le CU (se ci fosse qualcuno che affitta tramite questi portali, sarebbe utile avere qualche notizia in merito).
Come ha detto @Susanna0, per l’indicazione dei redditi da dichiarare, comunque non cambia nulla rispetto a prima, e quindi sarai tu a dover comunicare al commercialista o al CAF, gli importi degli affitti.
Senza voler prendere in questo caso le difese di Airbnb, confermo poi che in sostanza, “tutto quello che si paga” é, per il proprietario, l’equivalente più o meno della transazione bancaria che sta sotto il pagamento.
Questo però non mitiga minimamente il giudizio estremamente negativo su vari aspetti della gestione Airbnb... in primis appunto il rifiuto ad effettuare la trattenuta (vediamo cosa farà per l’altro adempimento previsto, e cioé la comunicazione, entro giugno, all’Agenzia delle Entrate dei dati dei soggiorni, per consentire un incrocio con i dati delle dichiarazioni per combattere un poco l’evasione), e poi questa sorta di spinta al ribasso dei prezzi e all’eccessiva difesa dei “guest”, atteggiamenti questi che stanno rovinando il mercato del turismo.