[ Intervista ] Airbnb: «Non facciamo concorrenza sleale agli alberghi»

Alessandro2
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Sicily, Italy

[ Intervista ] Airbnb: «Non facciamo concorrenza sleale agli alberghi»

Sole 24 Ore, 2 giu 2017

 

In un Paese che stenta ancora a fidarsi degli acquisti online stupisce che il portale per gli alloggi Airbnb abbia conquistato gli utenti italiani. Eppure il nostro Paese è il terzo al mondo per numero di annunci (300mila) e nel 2016 sono stati più di 6,3 milioni i viaggiatori che hanno dormito in un alloggio italiano trovato sul sito fondato da Joe Gebbia, Brian Chesky e Nathan Blecharczyk. Dei record e dei problemi di Airbnb parla Matteo Stifanelli, country manager per l'Italia.

 

airbnb_italia_report_2016.jpg

 

[ D ] Come ha fatto Airbnb a vincere la diffidenza degli italiani?
[ R ] In realtà in Italia è sempre stato molto frequente il fenomeno delle vacanze in casa. Molti scelgono questo tipo di sistemazione per la comodità di avere a disposizione una cucina e spazi comuni. Airbnb ha semplificato la ricerca di queste strutture rendendo anche più sicure le transazioni. In più, ci sono zone dell'Italia dove gli alberghi scarseggiano e dove le case-vacanza hanno portato lo sviluppo del turismo e un conseguente impatto economico che altrimenti non ci sarebbe stato. Non si viaggia per dormire da un'altra parte ma per visitare posti nuovi e durante il viaggio si mangia, ci si muove, si fanno acquisti, si visitano musei. In una parola: si spende. In media ogni utente di Airbnb spende 171 euro al giorno in Italia.

 

[ D ] Gli alberghi: ecco uno dei nodi. Siete percepiti come concorrenza sleale. Che cosa rispondete a chi vi critica?
[ R ] Non c'è una vera concorrenza perché in realtà Airbnb ha spinto un maggior numero di persone a viaggiare, e perché molti di quelli che utilizzano i nostri servizi cercano soluzioni diverse da quelle offerte dagli hotel. Basti pensare che il 74% degli utenti prenota l'intera casa e non la singola stanza. E poi è in aumento il numero di turisti che combinano più sistemazioni nella stessa vacanza.


[ D ] L'altro nodo è quello della “tassa Airbnb” entrata in vigore...
[ R ] Così come è scritta, la legge non funziona: è inoperabile e non fa bene al settore. La locazione turistica è uno strumento per generare una crescita economica sostenibile che rischia di essere fermata al palo dalla mancanza di visione. Lo abbiamo detto in ogni modo, ma pare che sui temi di innovazione qualcuno non voglia ascoltare le ragioni di chi cerca di fare la propria parte. Siamo pronti a impugnare la legge.

 

[ D ] Intanto, però, l'estate è alle porte: quali sono le previsioni per l'Italia?
[ R ] Molto buone: tra le destinazioni mondiali che hanno visto crescere di più le prenotazioni c'è anche una località italiana, Levanto: qui le richieste per questa estate sono aumentate del 313%. In generale, la Liguria, la Toscana e il Trentino sono le regioni più gettonate. Invece il maggio numero di annunci disponibili riguarda Roma, Firenze, Milano, Venezia e Palermo. Il 79% dei viaggiatori che utilizza Airbnb in Italia è di origine straniera e in media questi viaggiatori dormono in un alloggio per 3,6 notti.


[ D ] Si dice che chi sceglie un alloggio tramite Airbnb lo fa per entrare in contatto con la gente del posto, però poi la stragrande maggioranza prenota l'intero appartamento, senza quindi condividere spazi con il proprietario...
[ R ] Entrare in contatto con l'host è una opportunità che può essere sfruttata o meno, e non necessariamente di persona. Molti utenti infatti interagiscono con il proprietario via messaggi per chiedere informazioni su che cosa visitare, dove mangiare, quali mezzi pubblici utilizzare. Sapere di poter contare su una persona nel caso in cui se ne abbia bisogno è molto apprezzato, ma allo stesso tempo è apprezzata la privacy: per questo 7 persone su 10 non prenotano una camera all'interno dell'abitazione del proprietario.

 

[ D ] Da alcuni mesi Airbnb ha allargato la sua offerta: non solamente alloggi, ma anche “esperienze”. Che cosa significa e come sta andando?
[ R ] In Italia molto bene, visto che siamo l'unico Paese europeo in cui le esperienze sono già attive in due città (Roma e Firenze) e presto lo saranno anche a Milano. L'Italia è il posto perfetto per questo tipo di offerta perché esistono tante piccole realtà che non possono essere scoperte dai turisti senza l'aiuto dell'host. Rispetto ai tour operator, i “trips” proposti dai proprietari sono meno turistici e più autentici. A Firenze per esempio è possibile andare in cerca di tartufi in campagna e poi imparare a utilizzarli in cucina: un'esperienza unica che è tra le cinque più prenotate al mondo. Il segreto è offrire al turista qualcosa di caratteristico del luogo, ma in chiave innovativa. A Parigi, per esempio, l'esperienza più gettonata è la visita al Louvre con stand up comedy.

 

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Fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2017-06-01/airbnb-non-facciamo-concorrenza-sleale...

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Adolfo5
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Avegno, Italy

@Alessandro2 interessante il fatto che sono pronti ad impugnare la legge... ne vedremo ancora delle belle...

 

Adolfo
Il seguito alle prossime puntate
Francesco192
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Liguria, Italy

@Alessandro2 ciao, 

 

interessante, grazie per la condivisione. Mi permetto di fare una riflessione del tutto generale. 

 

Non è Airbnb a fare concorrenza sleale agli alberghi ma gli hosts che non rispettano le norme, comprese quelle fiscali. E questi non rispettano la concorrenza anche nei confronti degli host regolari. Tutto ciò non può non essere preso in considerazione viste le molte statistiche serie che mostrano, almeno negli anni passati, molti irregolari. In questa lotta dobbiamo essere alleati con gli albergatori. Questi non sono sempre milionari o possiedono enormi strutture, molti lavorano alla reception, hanno la moglie in cucina e la figlia a pulire le camere. Ed è veramente frustrante perdere anche solo un cliente perchè ha scelto una soluzione fuori norma quando invece hai permessi, subisci controlli e fatichi ogni giorno per il tuo lavoro. Questo è un diritto che devono comunque avere anche i più ricchi. Non mi piace sentire parlare di lobby, dovremmo parlare di diritti che tutti devono avere e che per la nostra stessa esistenza dobbiamo fare il possibile affinchè li abbiano. Vogliamo finire come i voucher osteggiati principalmente da certe categorie proprio perchè utlizzati male??

 

Il punto saliente secondo me è cosa fa Airbnb, e naturalmente tutti i portali simili, per combattere l'illegalità? Certo non lo so ma andare a fondo sarebbe interessante. Secondo me dovremmo accogliere di buon grado tutte le richieste che Airbnb ci può fare in questo senso ed anzi proporne. Ad esempio, noi affittiamo qui dentro senza neanche dare una visura e pianta catastale, a me booking le ha chieste, che ogni agenzia immobiliare seria chiederebbe, credo anche per legge sia costretta. Inoltre molte agenzie, e per me quelle serie, chiedono per gli affitti brevi almeno una autocertificazione che dimostri che tutti gli impianti sono a norma, proprio come devono essere a norma per qualsiasi tipo di locazione. Inoltre, un agenzia seria conosce la normativa quindi o chiede lei il permesso o chiede al proprietario di ottenerlo e se ne tiene una copia. Airbnb è un'agenzia immobiliare? La risposta è no, scusate l'ignoranza, direi che decisamente non la è dal punto di vista legale, tuttavia non si comporta molto diversamente da un'agenzia sotto molti aspetti fondamentali ed incassa tariffe congrue a quelle che un'agenzia immobiliare incassa per procurare affitti ad un cliente. Ovviamente l'agenzia in molti casi fa molti appuntamenti, contratti ed altro, ma pensate ad un'agenzia immobiliare che solo ti mette in contatto con qualcuno che vuole affittare. Può farlo, dipende dagli accordi. Credo che noi per primi saremmo tutelati se tutte queste verifiche fatte da una seria agenzia immobiliare fossero fatte anche da Airbnb. E' opportuno farle? La responsabilità è di chi mette l'annuncio? Se ne potrebbe parlare all'infinito e certo noi non possiamo decidere, ma se facessero questi controlli per me e per tutti i regolari sarebbe una manna dal cielo togliendosi dal sito tanta concorrenza che ritengo sleale. Certo si può parlare di tutto, anche delle scomodità che Airbnb potrebbe avere nel fare questi controlli, ma ci facciamo gli stessi problemi per una seria agenzia immobiliare? Per la mia esperienza personale, almeno su un punto Airbnb sono certo che dovrebbe migliorare. Ho segnalato ad Airbnb non solo molti annunci con posizioni incorrette, non ottenendo risultati, ma anche uno che con chiarezza, siccome era scritto nella stessa descrizione, non era un'abitazione ma un ufficio. Io conosco nessuna normativa nella mia regione che preveda di affittare qua a turisti un ufficio di 20 mq adibito ad una sorta di abitazione, eppure questo annuncio come altri forse già segnalati continua qui ad essere proposto e continua a ricevere ottime recensioni. Ma allora, come si fa a sostenere che Airbnb fa abbastanza per combattere la concorrenza sleale ad alberghi od anche a noi stessi se non cancella questi annunci e si nasconde dietro al fatto, certamente giuridicamente ma non moralmente molto rilevante per me, che sono gli host responsabili dei loro annunci? Magari non con soluzioni drastiche come essere considerata un'agenzia, per lo meno per i documenti che dovrebbe ottenere dal proprietario, e secondo me sarebbe giustissimo, ma almeno dovremmo chiedere con forza che faccia di più. Secondo me e sono naturalmente prontissimo a cambiare idea. 

 

Il secondo punto interessante, è cosa fanno le autorità per combattere le irregolarità? Mi sembra poco. E in questo senso non dobbiamo avere paura ad una intensificazione dei controlli o dei documenti richiesti in fase del permesso, purchè come ora ci permettano di affittare secondo le attuali regole. Abbiamo regioni con regolamenti differenti, regioni che manco chiedono la certificazione degli impianti, secondo me molto necessaria proprio perchè è evidente che questi affitti siano diventati uno strumento importantissimo per il nostro turismo, l'economia principe del nostro paese. Ma allora come si fa a permettere di proporre la propria casa in tutto il mondo senza neanche controllare almeno sulla carta che questa abbia un impianto elettrico funzionante? E come si fa a controllare alla perfezione il volume, certo giustissimo, ma non preoccuparsi che un turista prenda la scossa in un impianto elettrico di un proprietario non esperto che magari con tutta la buona fede ritiene di averlo a norma ma invece non lo è? Basta una promessa che sia tutto a posto scritta in fondo al permesso che devi firmare? Non sarebbe più opportuno chiedere a tutti questi documenti? Certo poi sarebbe oportuno avere delle regole più omogenee tra le varie regioni. E i controlli che fanno? Oggi con i sistemi digitali potrebbero confrontare tutti i permessi in loro possesso con gli appartamenti presenti qui ed in altri portali e trovare in poco tempo la maggior parte degli irregolari. Lo fanno? Non mi pare abbastanza. Adesso non so, ma un tempo l'annuncio che dicevo prima di aver segnalato perchè in realtà ufficio, era in cima almeno alla mia ricerca e pieno di recensioni. Io lo trovo in un secondo e chi mi da i permessi si degna neanche di aprire Airbnb per fare questi controlli? Non lo trovo giusto in primis per i nostri interessi per i quali dovremmo il più possibile favorire la legalità proprio per mantenere l'attuale legge e la nostra attività qui dentro. 

 

Ecco, queste potrebbero essere novità interessanti per il prosieguimento della nostra attività, non solo quelle che propone Airbnb, e dovremmo quanto più possibile favorire nei fatti la legalità e la concorrenza sleale contro gli alberghi e contro noi stessi. Lo facciamo? Non lo so, dovremmo farlo tutti, e forse qui è la sede solo per mettere attenzione su un qualcosa da far maturare altrove. 

 

Ciao, 

 

F

@Francesco192, apprezzo questo tuo specifico intervento. Penso che Airbnb voglia ridurre al minimo le perdite di tempo e dunque forse chiedere agli hosts numerosi documenti diventerebbe un pò utopico... per questo ho già suggerito più volte un controllo all'origine molto molto semplice:

 

1) per chi abbia SCIA da 'struttura ricettiva' b&b, cav o casa per vacanze, affittacamere, agriturismo, hotel, ecc., inviare a distanza la propria SCIA ad Airbnb, come si fa col Comune e con la Questura, e scrivere sul proprio titolo di ogni annuncio online (o almeno all'interno della Descrizione) la propria Denominazione, la propria Tipologia Ricettiva, il proprio Codice Fiscale, o la propria Partita Iva se presente, e gli estremi della propria Scia (numero di protocollo e data);

 

2) per chi abbia SCIA o Comunicazione di ospitalità in appartamento privato come ''Locazione Turistica'' o ''Locazione Pura'' o ''Affitto semplice'' o ''Appartamento (Ammobiliato) ad Uso Turistico", fare lo stesso di cui al punto 1) ma come ''locazione'' e non come ''struttura'';

 

3) per quelle poche locazioni di quelle poche regioni italiane che ancora non prevedano (male!) neppure una prima Comunicazione di ospitalità in appartamento privato come ''Locazione'', fare lo stesso di cui al punto 2) come ''locazione'' ma, in assenza di Scia o Comunicazione, inviare ad Airbnb la Lettera o Mail di risposta dalla Questura con le proprie Credenziali di Accesso al Portale Alloggiati Web della Polizia di Stato (dove insomma si comunicano Username e Password) e volendo usare il numero di protocollo e la data di quella Lettera o Mail;

 

In seguito, prevedere l'estensione a tutte le regioni d'Italia di un NUMERO IDENTIFICATIVO UNIVOCO, sia per le ''strutture'' sia per le ''locazioni'' (magari con numerazione progressiva distinta per le due categorie, per non confonderle), come già tra pochi giorni sarà in Lazio per tutti, locazioni e strutture. Numero ovviamente da indicare online ovunque su tutti i propri Annunci, di qualsiasi sito italiano ed estero. Ed ecco stanati gli abusivi, anche perchè in futuro verranno estese banche dati online con liste di strutture e locazioni per ciascuna regione italiana e per l'intero Stato Italiano.

 

Più semplice di così. Non si dovrebbe inviare ad Airbnb e ai vari portali agibilità, certificazione impianti e chissà quante altre cose, ma solo Scia, Comunicazione, o Lettera / Mail dalla Questura, che già testimonierebbero la correttezza degli adempimenti precedenti necessari ad ottenere quel NUMERO IDENTIFICATIVO UNIVOCO, o, nelle more, quella Scia o Comunicazione o Lettera / Mail dalla Questura.

 

Ovviamente dovrebbe essere lo Stato ad IMPORLO ai portali, e loro dovrebbero solo ESEGUIRE. Chi non lo farà rinuncerà ad inserzionisti italiani sul proprio portale. E chi fosse trovato ad operarvi ugualmente, sarebbe ESPULSO e MULTATO.

 

Tutto ciò significherà sicuramente MENO INTROITI PER I PORTALI ONLINE, e di questo sinceramente sia io che lo Stato ce ne sbattiamo altamente. Ciao! ; ) : )

PS: e sarebbe ora capissimo che la ''concorrenza sleale'' degli abusivi e degli irregolari (non solo su Airbnb ma su ogni altro portale online) non danneggia solo il settore alberghiero ma anche quello extralberghiero e anche - (sebbene non lo si capisca!) - quello DELLE LOCAZIONI TURISTICHE STESSE ! Alberghieri, Extralberghieri e Locazioni Turistiche dimostrino UNITI di combattere l'abusivismo e l'irregolarità, ciascuno iniziando dalla propria per poi indagare anche in quella degli altri. La ''concorrenza sleale'' è un male comune. ; )

Paola4
Level 10
Rome, Italy

@Marco376

condivido in pieno le tue proposte se si volesse fare un controllo si potrebbe fare, ma io me lo aspetterei più dal nostro caro Stato che invece getta su altri l'onere di fare quello che lui non può o non vuole fare.

Detto questo spero che almeno nel Lazio con il nuovo Regolamento si riesca a fare un pò di chiarezza e di .....pulizia.Dissento sul fatto che gli introiti per i portali sarebbe inferiori, o meglio probabilmente all'inizio sì, ma a lungo termine questo consentirebbe di avere listing selezionati con prezzi più alti rispetto a quelli che la concorrenza sleale attualmente applica e che abbatte il prezzo. E comunque non mi sembra che questa politica "miope" stia portando acqua al mulino di Airbnb. Forse se avessero controllato il fenomeno non si troverebbe oggi ad essere il nemico n.1 degli albergatori, che da parte loro dovrebbero farsi un'analisi di coscienza e rimboccarsi le maniche per competere degnamente.

@Paola4, infatti dovrebbe essere lo Stato... gli altri si dovrebbero solo adeguare e chiedere o il numero identificativo o la Scia o la Comunicazione o la Mail / Lettera dalla Questura... perchè in fondo le Regioni lo dicono già (quasi tutte) che ci sono dei passaggi obbligati... solo che se poi continuano ad esistere dei ''luoghi dell'etere'' che risultano essere ''isole felici'' in cui nulla di tutto ciò sembra più avere importanza e valore, diventa piuttosto difficile per uno Stato controllare a tappeto decine di migliaia di annunci... invece ogni portale, all'arrivo di ogni nuovo inserzionista o di ogni nuovo annuncio di inserzionista già esistente, impiegherebbe 5 minuti per verificare l'invio di 1 unico documento per ogni annuncio. Del resto chiedono già cose inutili come quelle che dovrebbero testimoniale l'avvenuta verifica di un account, ne potrebbero aggiungere un'altra che sarebbe l'unica realmente fondamentale. Si, sono soddisfatto anch'io della ''stretta'' del Lazio. Potrebbe essere preso ormai a modello anche da altre Regioni. Ciao, ; )

Francesco192
Level 10
Liguria, Italy

@Paola4 ciao, 

 

d'accordissimo. 

 

In merito ai controlli dei portali faccio presente che almeno in Italia ed in molti paesi è del tutto normale che questi siano fatti anche da quei soggetti che offrono i servizi. Infatti l'agenzia immobiliare deve controllare che quella casa che propone esiste e non sia di proprietà di altrui persona da quella che le da l'incarico. Con l' "aiuto" dello Stato giustissimo, e questo mannaggia certo dovrebbe fare i più fondamentali, ma alcuni controlli basilari secondo me li dovrebbero fare Airbnb e tutti gli altri portali, esattamente come li fanno alcuni come booking. E come li fanno, stato e portali, per gli alberghi, attività evidentemente a cui danno più rispetto. Perchè il controllo sulla concorrenza sleale in particolare è una forma di rispetto che qui dentro mi sembra di non ricevere abbastanza. 

 

Giustissimo e d'accordissimo sul fatto che questa politica "miope" non stia portando acqua al mulino alla stessa Airbnb. Talmente d'accordo che mi viene da ripetere le tue parole affinchè siano acoltate il più possibile!

 

Spero che chiariscano presto in Lazio e che prendano esempio altre Regioni. Ma non è sempre bello sperare...vogliamo risultati!

 

Ciao,

 

F

Francesco192
Level 10
Liguria, Italy

ciao @Marco376

 

parole sante che speriamo presto entrino in bocca di quanti più assessori al turismo delle nostre regioni. Potresti candidarti :)).

 

Ciao ed a presto, 

 

F

Alessandro2
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Sicily, Italy

Cari @Francesco192 @Marco376 @Paola4 @Adolfo5 a parte i discorsi giusti e corretti di fornire maggiorni informazioni ai portali e di differenziare in modo netto chi svolge attività imprenditoriale dalle locazioni brevi, e tutto quello che riguarda le norme e prescrizioni, ci stiamo dimenticando il ruolo del guest, fondamentale in un mondo sempre più digitalizzato e informato. Il Guest non è uno sprovveduto, prima di partire si informa in modo dettagliato su tutte le possibilità di alloggio presenti sul mercato, cerca hotels su Bookings, Expedia meglio ancora su Trivago che confronta tutte le varie offerte, poi passa da Tripadvisor, Airbnb, Wimdu per confrontare alloggi alternativi, e ancora chi se lo può permettere andrà su onefinestay, luxuryretreat per cercare una comoda villa anche per una breve tappa del viaggio. Non so se vi è capitato di chiedere ai vostri ospiti dove sono stati prima e/o dove andrano dopo. Nella maggior parte dei casi i viaggiatori si fermano 2-3 notti in un alloggio, 2-3 notti in un'altro alloggio e così via. Nel pianificare il viaggio la scelta dell'alloggio può avere tante variabili a secondo della destinazione, dei giorni che si intende restare, della vicinanza o meno ai punti di interesse. Si sceglie consapevolmente un alloggio a basso prezzo e con meno servizi per spendere più in altro, come di contro si sceglie quello più confortevole a prezzo più alto per celebrare un evento o per riposarsi dopo varie tappe. 

 

Con una maggiore offerta di alloggi i viaggiatori aumentano, più turisti si vedono in città, anche coloro che non si sarebbero potuti permettere un hotel, anche quelli che per risparmiare fanno la spesa e cucinano in casa. Più turisti vogliono dire più denaro che circola per tutti, ristoranti più pieni, minimarket affollati, musei sold-out, tour operator e agenzie pienie di richieste per tour a pagamento, e ancora tanti altri esempi. Se non ci fossero le locazioni brevi vedremmo semplicemente meno turisti nelle nostre città, gli stessi non andrebbero in hotel o in altre strutture ricettive, sceglierebbero altre destinazioni. Da qui la considerazione che Airbnb non rappresenta una reale concorrenza alle strutture ricettive ma anzi fa da volano per l'intero comparto turistico. 

 

Chi si preoccupa della concorrenza delle case private, può avere ragione quando si parla di utenti organizzati professionalmente che gestiscono più annunci, quando qualcuno si presenta come locazione semplice e invece si comporta da B&B offrendo colazioni e più camere, ma a mio avviso non quando davvero è un privato, paga le tasse, rispetta gli adempimenti e offre il proprio alloggio con tutti i vantaggi e i limiti che rappresenta. Chi si occupa di turismo, come operatore non solo come titolare di struttura ricettiva, non può che vedere favorevolmente il fenomeno degli affitti brevi in crescita. Pensate alle agenzie che organizzano tour organizzati, stanno facendo il pienone in tutte le città. 

 

Bisogna avere gli occhi per guardare avanti. Le strutture ricettive dovrebbero intercettare le nuove tendenze e i gusti dei viaggiatori. Le "vecchie" camere di hotel con la scrivania, il frigobar e il televisore piatto, sono fredde, tutte uguali, le dimenticherai dopo qualche settimana dal viaggio perchè non ti hanno lasciato alcun ricordo. Occorre personalizzare le camere, offrire un angolo cottura, più camere familiari. Non funziona più come una volta, mi apro un hotel mi faccio tutte le camere uguali e lavoro perchè tanto non c'è alternativa. Oggi si deve ripensare il concetto di hotel e di struttura ricettiva. La figura di un host personale che ti assiste e ti consiglia durante il viaggio è richiestissima e per questo c'è tanta domanda di alloggi privati allo stile Airbnb. 

 

L'ospite, ovvero il consumatore, comanda sempre e ormai la tendenza è chiara. Per questo si dovrebbe incentivare con leggi chiare e semplici il fenomeno delle locazioni brevi, non sopprimerlo e limitarlo in nome di una falsa voglia di fare pagare a tutti le tasse e con lo scopo piuttosto dichiarato di limitare o tagliare le gambe ad una presunta concorrenza che tale non è. Chi si preoccupa della concorrenza vuol dire che non riesce ad attrarre turisti, allora si dovrebbe guardare dentro invece di additare la colpa ad altri. 

 

La discussione non ci sarebbe neanche se le leggi fossero scritte bene e nel vero interesse di tutti, che poi è quello in primis dei consumatori. Mi sono dilungato anche io, perdonatemi era un pò che non scrivevo la mia. Buona giornata!

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Adolfo5
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Avegno, Italy

@Alessandro2 tutto detto in maniera esemplare, ma "buon senso" e "logica" abitano ancora nel nostro amato paese?

Adolfo
Il seguito alle prossime puntate
Alessandro2
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Sicily, Italy

Caro @Adolfo5 il nostro paese è noto per fare leggi scritte male, "ad personam" e non per gli interessi della collettività. Purtroppo al Senato c'è il presidente di Federlaberghi e i suoi fedelissimi, molti politici hanno le mani dentro strutture ricettive, hanno investito i soldi "guadagnati onestamente" in grandi resort o grandi hotel presenti in tutto il territorio nazionale, per non parlare del Sud dove politici e "amici poco raccomandabili", per essere gentile, hanno investito insieme. Tante mogli di politici titolari di strutture importanti in molti casi aperte con finanziamenti pubblici. Tanti interessi di gente a cui non può fregare di meno l'interesse della collettività ma solo ad avere le camere e i portafogli pieni. Che tristezza, un paese come il nostro ostaggio degli interessi di pochi, i soliti. 

 

Speriamo solo che non introducano i famosi limiti temporali alle locazioni brevi. Sono d'accordo invece per un limite di entrate annue, avevano parlato di 10K, meglio secondo me sarebbe 15K, oltre i quali ti devi aprire una partita iva, ha un senso e una logica ben precisa, è comprensibile a tutti il concetto che se guadagni più di tot devi, anzi direi ti conviene ed è corretto, aprire una partita iva. 

 

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ps. L'avete letta la vicenda di Flixbus? esempio emblematico di come i politici frenano il progresso e la concorrenza per interessi molto personali, l'azienda del marito!!

 

Uno dei tanti articoli sulla vicenda vergognosa:
https://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/la-legge-anti-flixbus-e-lonorevole-moglie/

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Francesco192
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Liguria, Italy

@Alessandro2 ciao, 

 

il limite di incassi a 10.000 o 15.000 intendi?

 

Sarei in disaccordissimo, significa togliere dal mercato tantissime belle ville che come abitazioni esattamente come sono quelle più piccole dovrebbero avere il diritto di essere qua dentro allo stesso modo. Aborro personalmente i limiti in denaro, se sei bravo devi avere anche il diritto a vendere a 500 euro a notte e soprattutto se vendi una villa od un'abitazione molto grande. Io faccio molto più di 10000 con un monolocale nella mia zona...certo, anche perchè nel prezzo devo mettere tante spese. Non vorrei offendere nessuno, ma in certe zone mettere quei limiti significa di fatto permettere solo ai più "deboli" la possibilità di affittare in questa maniera. Se guadagni 10 o 15.000, almeno nella mia situazione, non ti conviene partita iva, ti conviene sui 30.000 circa. Almeno a me e secondo i nostri calcoli...certo posso ricordare male o averli fatti male : ) 

 

Non sarei d'accordo per vari motivi molto validi, ma riterrei sensato mettere un limite temporale...in effetti se noi affittiamo saltuariamente e non come impresa che ci facciamo sempre aperti? E forse già dovremmo chiudere.

 

Ciao, 

 

F

 

Alessandro2
Level 10
Sicily, Italy

@Francesco192 il discorso delle ville è discutibile, tanto che molte sono agriturismi, hotel boutique o dimore storiche. Non vedo nulla di male se hai entrate che superano un certo limite aprire la partita iva e trasformarla in una vera e propria attività. Se affitti a 500 Euro a notte gli ospiti non si accontenteranno solo della villa ma vorranno servizi aggiuntivi su richiesta e subito. Una mia amica gestisce i check-in per un noto portale di ville di lusso e credimi gli ospiti chiedono di tutto dalla lezione di yoga in villa, alle biciclette portate sul posto e venute a riprendere, chef su richiesta, fino al tour in elicottero. Ora un privato non può mica organizzare tutto questo, dietro ci vuole una grande organizzazione. Mi sembra scontato per un'attività del genere aprire una partita iva. 

 

Un'appartamento locato per periodi brevi, tutto l'anno, rientra nel tetto di 10-15K tranquillamente. Una villa con piscina, giardino o terrazza con vista più o meno mare sicuramente può superare i 15K e avvicinarsi più ai 25-30K a quel punto la convenienza di aprire una partita iva ci può essere, si scaricano tutti i costi e le spese di gestione e con un contratto di luce almeno a 6KW può fare molto comodo. 

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Francesco192
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Liguria, Italy

ciao @Alessandro2,

 

grazie per il messaggio.

 

Non tutte le ville sono agriturismi o altro diverso da un semplice appartamento ammobiliato ad uso turistico in un appartamento molto grande. Ce ne sono molte. E poi la questione non è villa o appartamento, l'ho posta io male, ci sono infatti appartamenti più cari e belli di molte ville. Trovo giusto che uno possa decidere cosa fare, se dare o meno servizi, e se quindi affittare solo i muri ed arredi della propria casa, di qualsiasi dimensione e caratteristica essa sia, senza mettere limiti di denaro nel permetterlo che creerebbero ingiustizie incredibili ed assurdità. Inoltre chi ora affitta solo i muri sa bene che con partita iva può dare servizi, semplicemente non vuole o non può darli, occupa infatti tempo dare in persona dei servizi e bisogna anche darli bene per guadagnarci. Io non voglio darli. Se un guest vuole le lenzuola le affitta da primaria ditta, se vuole lezioni di Yoga gli consiglierò una brava insegnante e via dicendo ma io non voglio guadagnare su questi servizi. Voglio guadagnare sulla mia casa e solo sulla mia casa e pretenderei di avere il regime fiscale corretto che ho sempre avuto a prescindere da quanto incasso. 

 

E' assurdo usare gli incassi per differenziarci, enormemente sbagliato in un mercato come quello immobiliare diversissimo non solo per la qualità degli alloggi ma anche per la posizione da regione a regione, da comune a comune, da quartiere a quartiere ma anche da via a via! Si dividerebbe l'Italia ma anche molti comuni e quartieri. Da te un appartemento generico rientra in quei limiti. A Capri? A Forte dei Marmi? Con vista di piazza Navona? Senza vista piazza Navona? In quel quartiere o nell'altro? Con vista mare o senza? Si possono fare infiniti esempi, dove due appartamenti identici ma distanti l'uno d'all'altro di soli 200 metri avrebbero regimi totalmente diversi. Figurati da comune a comune. Come ti ho già detto che dalle mie parti affitto un monolocale e supero certo 10k, mi avvicino più a 15k e mi pare due anni fa li ho superati...con il monolocale...con due camere ben sopra 15k. Figurati a Capri dove certo un monolocale gestito bene ed in buona posizione incassa ben più di 15k. E poi qui si nota altra cosa sbagliatissima pensando a due appartamenti vicini ed uguali; se sei bravo e incassi al meglio e superi quella cifra ti devi sorbire un regime fiscale non gradito con iva applicata ai tuoi prezzi, se il tuo vicino invece non è bravo come te per qualsiasi motivo, come anche solo per la scelta del prezzo, allora decide come vuole e se ne avvantaggia alla grande! Se superi di poco quei limiti, 10k o 15k non cambia molto ma meglio 15k certo, ti converrebbe nella maggior parte dei casi anche incassare qualche soldo in meno pur di rientrare nei limiti ed avere un regime molto più vantaggioso. Per quelle cifre, non ti scarichi certo cifre molto alte, e se poi ti fai da solo le spese di pulizia e check-in? Cambi tutto per poi scaricarti magari solo due lire di consumi. Bisognerebbe certo chiarire cosa si intende per partita iva, ma non si dovrebbe certo usare cedolare secca ma pagere in base ai redditi oltre qualche costo aggiuntivo inerente alla partita iva stessa e naturalmente prezzi con iva...una faccenda diversissima anche se solo una di queste cose si avverasse e qualche spesa da scaricare nella maggior parte dei casi non rende favorevole cambiare regime se non per cifre ben superiori. E poi, commercialista o non commercialista? Diventa tutto più complicato e costoso.

 

Dalle mie parti ci sono ville vista mare che manco per sbaglio entrano su Airbnb, sono presenti in portali dedicati a mercati di lusso, che si affittano a 5000 / 6000 a settimana ed oltre...e penso le mia case siano nel posto più bello della liguria ma non certo non il più caro. A Portofino in buona posizione un appartamento molto grande con vista mare si affitta a quelle cifre, un monolocale in piazzetta può certo incassare anche 20k e oltre. 

 

Insomma, mi pare che mettere questi limiti sarebbe cosa tremenda in primis per l'ingiustizia di dover essere costretto a cambiare regime in molti casi proprio se sei più bravo degli altri o solo se il caso ti ha messo in una località doversa da un'altro. Certo i ricchi se ne fregano. Chi oggi affitta a 5000 a settimana ed è senza partita iva, probabilmente sbaglia già, chissà, ed è anche pigro a non offrire servizi perchè in quelle varrebbe la pena certo darli come anche dividere i guadagni di questi con un socio che fa tutto mentre tu ti gratti la pancia. Basta cercare e si trova ma molti hanno manco voglia di cercare. Ma in un monolocale dove curi ogni aspetto, dove ci metti l'anima, pulisci personalmente, accogli personalmente e trovandosi in buona posizione grazie ai tuoi sforzi incassi più di 15k, che servizi puoi dare per sfruttare al meglio una cosa che ti impongono? Non hai mica la sala yoga o un bel giardino e poi semplicemente non vuoi o puoi darli. Deve diventare una colpa se il mercato ed i tuoi sforzi ti permettono di affittare a 100 / 150 a notte più le pulizie andando oltre quelle cifre? Si cerca di far diventare professionisti del mestiere chi professionista non è e non vuole essere, chi vuole affittare e solo affittare e limiti di 10k e 15k non sono affatto sufficienti per poter dire di trovarsi in una situazione dove convenga migliorarsi con tanti servizi o in una situazione talmente difficile da gestire che devi essere per forza professionista. E poi, 10k o 15k totalmente lordi. Il netto è tutt'altra cosa. 

 

Per questi motivi ed altri penso che dovremmo lottare il più possibile per non avere questi limiti odiosissimi e sbagliatissimi. 

 

 

Ciao, 

 

F

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