[Aggiornato il 3 maggio 2023]
Il Community Center fa parte...
Ultima risposta
[Aggiornato il 3 maggio 2023]
Il Community Center fa parte della piattaforma di Airbnb e il relativo utilizzo è soggetto ai...
Ultima risposta
Negli ultimi anni abbiamo lanciato su Airbnb una serie di misure per promuovere viaggi responsabili, inoltre abbiamo reso la nostra posizione sull'organizzazione di feste negli alloggi più severa. Ci impegniamo a essere dei buoni partner per le comunità di host e a promuovere in ogni modo possibile viaggi responsabili, scoraggiando comportamenti indesiderati nei vari quartieri.
Sulla scia di questo impegno, Airbnb e la società di tecnologia domestica Minut hanno stretto una collaborazione per offrire agli host di oltre 60 Paesi e aree geografiche un sensore di rumore e un abbonamento di tre mesi al servizio di monitoraggio Minut: gli avvisi sul rumore provenienti dal dispositivo saranno integrati nei messaggi di Airbnb.
Visita il negozio Minut per ottenere il sensore di rumore e l' abbonamento; puoi anche scoprire di più su questa tecnologia e sulla sua integrazione nel loro Centro Assistenza Minut (in inglese).
Per maggiori informazioni su questa iniziativa, clicca qui.
>> Utilizzi già un sensore di rumore o hai intenzione di procurartene uno?
@Francesca per fortuna no, ma mi è accaduto il contrario!
cioè ho avuto ospiti che si sono lamentati dei vicini ! 😄
E allora bisognerà comperare un sensore per i vicini? 😄
___________________________
Pubblicala cliccando >>QUI<< troveremo la risposta insieme.
Dai un’occhiata alla nostra netiquette, le
Linee guida della communityGrazie @Francesca dell’opportunità, ma la mia casa è isolata, fortunatamente non ho questi problemi di vicinato
Ciao @Gianguido0 ,
viva il silenzio! Ti segnalo che il rilevatore può anche essere usato come rilevatore di presenze, se ci sono in casa persone non dichiarate questo dovrebbe essere utile, no?
Ricordo che @Renzo4 aveva un problema simile: sapere quante persone ci sono in casa, rispettando la privacy degli ospiti. Mi ricordo male caro Renzo?
___________________________
Pubblicala cliccando >>QUI<< troveremo la risposta insieme.
Dai un’occhiata alla nostra netiquette, le
Linee guida della community
@Francesca ciao, non ti sbagli. Il mio modo di controllare la presenze all'interno della casa si basa sulla connessione dei dispositivi ( cellulari e altro) alla rete wifi. Sistema poco attendibile, quando gli ospiti hanno diversi dispositivi personali connessi alla rete wifi ( cellulari, tablet, notebook, smartwatch). Non mi è chiaro come il dispositivo Minut di Airbnb possa controllare il numero di ospiti presenti! Il microfono Minut deve essere collegato alla piattaforma Airbnb, per registrare e quindi dimostrare il livello in decibel del rumore che gli ospiti stanno facendo, così da avvisare l'host. Ma in che modo? con una scheda telefonica inserita dentro Minut? o via dispositivi connessi alla rete wifi? che però ha delle falle, come il mio metodo di controllo. Chi sa qualcosa di più chiaro?
@Renzo4 nelle info c'è scritto che monitora il numero di devices presenti in casa attraverso sistema blutooth, dice anche che per ora rileva solo sistema IOS. Leggi qui https://support.minut.com/en/articles/5020397-crowd-detect
@Debora1454ciao, grazie per l'informazione. Constato che il sistema Minut, rileva le presenze via bluetooth, risulta essere impreciso. Se un ospite possiede due dispositivi , Minut rileva la presenza come fossero due ospiti. Funziona come il sistema che io uso per rilevare le pesenze all'interno della mia casa, attraverso la connessione dei dispositivi alla rete wifi. Anche il mio sistema è impreciso, con la sostanziale differenza che non costa niente!! mentre Minut è a pagamento.
@Debora1454, aggiungo che Minut è meno attendibile , per quanto riguarda il rilevamento presenze, rispetto al sistema che io uso, connesione alla rete wifi domestica. Minut sfruttando la connessione via bleutooth non rileva i dispositivi che hanno questa funzione disattivata. Il rilievo della temperatura ambiente interna si può attuare in altro modo , a costo zero, usando un cronotermostato smart. La verifica da remoto della presenza all'arrivo degli ospiti al check in e l'assenza, sempre da remoto, alla partenza al check out si ottiene a costo zero usando la connessione alla rete wifi, io uso questa funzione. Concludendo, a mio avviso, l'unica funzione degna di nota e relativo pagamento riguarda il rilievo del rumore, al superamento della soglia consentita viene inviato un avviso a guests e hosts.
@Renzo4 Personalmente mi sembra un dispositivo inutile su tutta la linea, come ho già detto, metti che uno accende il forno e poi si fa pure la doccia creando vapore e in men che non si dica la temperatura si alza di qualche grado facendo scattare l'alert per niente. Che fai, vai a molestare l'ospite per poi ritrovarti in imbarazzo a fronte di un falso allarme? Aggiungo anche che, come è scritto nelle info, funziona solo per dispositivi IOS, laddove in circolazione ci sono milioni di dispositivi Android.
Grazie @Renzo4 per aver risposto!
___________________________
Pubblicala cliccando >>QUI<< troveremo la risposta insieme.
Dai un’occhiata alla nostra netiquette, le
Linee guida della community@Francesca Grazie, può essere un oggetto interessante per alcuni, ma sicuramente non per il mio caso...li acchiappo al volo, ovviamente. L'anno scorso ero fuori e qualche cosina è successa con tre ragazzi, ma l'ho saputo subito e quando sono rientrata ho provveduto immediatamente a sistemare le cose: andare subito, a nome mio, da chi avevano disturbato (gli ho fornito nomi e piano in cui andare) a chiedere scusa...non ne sono stati entusiasti, ma l'hanno fatto, e bene, così non mi hanno costretta a proseguire con altre iniziative più "toste". Comunque mi sono guardata bene dal ringraziarli: ho ritenuto che avessero fatto solo il loro dovere (e gliel'ho detto), sia pur con il mio "incoraggiamento"!
Grazie @Francesca . Sicuramente può essere utile in alcuni casi. Per noi che viviamo nello stesso appartamento dove affittiamo le stanze è tutto più semplice. Se gli ospiti non hanno letto le regole della casa li avvisiamo noi. I casi in cui è successo sono davvero pochi 😉
@Pietro44 @Maria-Rossella0 @Gianguido0 @Renzo4 @Massimo558 @Donatella26 @Francesca @Alessandra18 @Angela1056 @Barbara-E-Alan0 @Barbara2801 @Susanna0 @Ezia0 @Bridget130 @Alberto1535
Cari Tutti,
a parte la carissima Donatella che "gode", si fa per dire, di una clientela un poco indisciplinata (ma non vuol dire che la mia/nostra lo sia di meno, semplicemente si "esprime" in altro modo...), questo accordo di Airbnb con Minut sembra l'ennesimo provvedimento fatto ad uso e consumo dei vertici statunitensi del sito e fa il paio con la "condanna" delle feste che tanto poco ci accese nel recente passato.
Quando discutiamo di presunte intolleranze o addirittura di razzismo nei confronti di quel gruppo "nazionale" di ospiti rispetto a quell'altro - aldilà dell'indiscutibile assunto che non si può mai generalizzare, tantomeno per campioni razziali/etnici/nazionali - a proposito, ad esempio, di alcuni guests portati per lontana abitudine allo spreco di energia, in realtà parliamo la stessa, medesima lingua di questa proposta. Siamo quindi razzisti noi e i vertici di Airbnb? Io non credo che si possa parlare di razzismo né in un caso né nell'altro, ma solo di visione un poco troppo unilaterale dei problemi dell'ospitare.
In alcuni posti del mondo le feste e gli schiamazzi in vacanza sono all'ordine del giorno, in altri molto meno (non dico non ci siano, ma non è un fenomeno che determina una casistica particolare a cui dare attenzione).
E quegli "alcuni posti" sono quelli, come gli Stati Uniti (credo che non mi si possa tacciare di razzismo se dico un'ovvietà che non offende nessuno) laddove i diciassettenni accedono alla patente di guida e gli appena maggiorenni viaggiano in gruppo in determinati periodi dell'anno, anche invernali, fra una sessione di studio e l'altra, interrompendo il corso degli studi con alcuni giorni di svago assoluto (che in genere comprende feste abbastanza "intense" se così si può dire). Ciò significa solo che, per abitudine, i ragazzi anche molto giovani degli Stati Uniti hanno una libertà che altrove non è prevista.
Comprensibile quindi che certe proposte di un'azienda statunitense siano decisamente "tailor made" sugli usi e costumi degli Stati Uniti. Comprensibile ma non del tutto accettabile.
Noi ne avremmo bisogno di altre, di proposte, anche a uso e consumo delle nostre abitudini ritagliate sulle nostre leggi (insisto...). Non mi si chieda quali perché qui ne abbiamo discusso a bizzeffe.
Due note ulteriori: 1) perché l'accordo con Minut deve essere a pagamento? Esistono già rilevatori di rumore, che potrebbero essere utilizzati come eventuale "prova" contro schiamazzi e affini. Airbnb non prenderebbe quindi in considerazione i nostri presidi in caso noi li utilizzassimo per provare l'indisciplina dei nostri ospiti? E perché poi la proposta prevede l'adesione o una sottoscrizione prima di capire come si articola, come avverte Susanna?
2) come dicono bene Barbara-E-Alan0 (che per il resto prendono qualche svarione, come è stato fatto giustamente rilevare), in caso di gravi scorrettezze che potrebbero comprendere gli schiamazzi notturni e il disturbo della quiete pubblica, al netto del giusto ricorso alla forza pubblica (come rileva Debora ), ma anche altre fattispecie quali quelle in cui l'ospite palesemente contravvenisse ad alcune leggi italiane, perché piuttosto non si dà all'host la facoltà (previa presentazione delle prove, naturalmente) di risolvere il contratto di locazione come prevede peraltro la legge italiana senza incorrere in ingiuste rappresaglie o ingiusti provvedimenti di Airbnb nei suoi confronti?
Faccio un altro esempio più semplice: se verifico personalmente (perché abito nello stesso condominio o addirittura nello stesso appartamento) che un mio guest ogni giorno se ne infischia della separazione dei rifiuti e contravviene regolarmente a quanto disposto dalla legge italiana in merito a differenziazione, ho il diritto di accompagnarlo alla porta se dopo uno o più richiami l'ospite continua imperterrito a infischiarsene? Del resto, la multa per la mancata differenziazione (che in Italia scatta immediatamente perché gli stessi operatori ecologici hanno la facoltà di effettuare la segnalazione - e la fanno) la dovrei pagare io, o addirittura il mio condominio, non certamente il vero colpevole... perché non avrei il diritto di interrompere un comportamento in spregio delle nostre leggi e da queste sanzionato?
E' evidente che sono casi estremi, che nessuno si augura di arrivare a simili provvedimenti, ma questi episodi sono molto più frequenti in Italia delle "feste invernali" e di altre abitudini che non ci toccano perché non viviamo in America.
Questo vorrei, ancora e a gran voce: molta più considerazione da parte dei guests delle leggi dei Paesi dove vanno a soggiornare, molta più attenzione da parte di Airbnb nel chiedere al guest come requisito preliminare per la prenotazione (o per l'iscrizione al sito) la stretta osservanza delle nostre leggi.
E a questo proposito ritengo che si dovrebbe creare anche per ogni paese un'Assistenza che fosse adeguata alle nostre necessità (alle necessità degli host italiani, ma anche francesi, spagnoli, guatemaltechi, nigeriani, coreani, ecc.) che capisca esattamente, quando accadono episodi simili a quanto descritto sopra, come intervenire e cosa far valere ai guests refrattari che non vogliono sentire ragioni.
Il resto conta poco, purtroppo. Questa non è un'innovazione che possa cambiare davvero la nostra posizione, molto impoverita nelle sue prerogative da Airbnb nel recente passato.
Con tutto il rispetto per qualsiasi proposta avanzata dalla nostra cara Francesca per conto del sito.
Ma non mi si dica che siamo razzisti quando evidenziamo, sempre che sia con gentilezza e senza offendere, caratteristiche tipiche delle usanze di un Paese piuttosto che un altro, quando è evidente che Airbnb è il primo a concepire un tipo di vacanza quasi esclusivamente focalizzata sulle esigenze della clientela americana.
Spero tanto che ci sia un giorno un'evoluzione davvero significativa da parte di Airbnb sulle responsabilità degli ospiti che viaggiano e non solo degli ospitanti nei loro confronti. Se deve essere scambio culturale che lo sia davvero.
Perfettamente d'accordo con @Cristiana19
Io sono perfino critica riguardo all'ossessione di Airbnb sulla discriminazione. Capisco però che negli Stati Uniti ci siano problemi enormi di discriminazione (non dimentichiamo che fino agli anni '60 avevano perfino delle leggi di segregazione razziale) e questo li spinge ad essere ipercritici verso qualunque forma di esclusione.
(A me piacerebbe ritornare a vedere le foto di chi mi chiede di prenotare, ad esempio.
Vorrei essere libera di rifiutare i ragazzini troppo giovani senza dover chiedere a tutti se sono maggiorenni e quanti anni hanno; o i trans che cercano un appoggio per la professione, o altre categorie simili, senza per questo essere accusata di discriminazione. O meglio: sì, è così, vorrei essere libera di discriminare. Ahahahah
Ma qui stiamo andando fuori tema.)
Anche a me piacerebbe che i divieti introdotti (tipo le feste) che Airbnb promuove come una grande conquista per gli host, invece di essere così specifici fossero un po' più elastici.
In Italia, adesso, dovrebbe esserci il divieto dello spreco energetico per riscaldamento e condizionamento, per esempio.
E dispiace generalizzare, ma sappiamo tutti chi sono i più grandi spreconi, che vogliono l'aria condizionata a 19° in estate e il riscaldamento a 25° in inverno.
E non serve neanche inventare un nuovo rilevatore, per questo. Basterebbe che gli host potessero veramente far applicare le restrizioni, e che i guest non potessero poi lamentarsene.
@Susanna0 Cara Susanna, mi ricordo il mio "battesimo dell'aria"...
Ormai diversi anni fa iniziai ad affittare attraverso un'Agenzia veneziana il mio appartamento "piccolo", quello fra l'altro che fa parte proprio di casa mia.
E la prima prenotazione fu straordinaria: una signora affittava per addirittura 45 giorni! Non ero più nella pelle per la gioia.
Salvo poi accorgermi che la signora (bellissima, una vera potenza estetica) "riceveva" amici a ogni ora del giorno e della notte. E capii che era un sistema. La signora era discretissima e molto gentile, ma utilizzava gli affitti in case private per procedere con la sua professione senza dare evidentemente recapiti personali. Oltre a ciò era straniera. E non dirò di quale Paese...
Il mio problema fu che l'imbarazzo mi congelò, parlai con l'Agenzia, ma questa disse che se la signora non ospitava persone per una notte intera loro non dovevano segnalare altri ospiti alla Questura. Quindi non potevo fare nulla.
Da lì decisi che il tempo di fare da sola era già giunto...
In effetti però non mi è mai più capitato un episodio del genere.
Chissà, forse in quel caso il rilevatore di rumori avrebbe potuto essere di ausilio... 🙂