Quale libro state leggendo?

Francesca
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Quale libro state leggendo?

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Ciao a tutta la community,

 

sicuramente viviamo tutti una vita impegnata, ma il piacere della lettura per alcuni è un momento di puro relax irrinunciabile.

Io ho recentemente scoperto gli audiolibri e mi piace molto fare lunghe passeggiate ascoltando qualcosa (di solito leggo tre libri contemporaneamente).

A voi piace leggere? Cosa state leggendo? Preferite i saggi (magari su come migliorare il vostro annuncio o l’ospitalità) o preferite i romanzi?

 

Consigliamoci un buon libro!

 

A presto,

Francy

 

 


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109 Risposte 109
Cinzia29
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La Spezia, Italy

@Barbara1184 sì, sangue e  morti ammazzati! Però, come te, che non siano storie vere, altrimenti mi angosciano.

Francesca
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London, United Kingdom

Ma chi è 'sto Donato e cosa scrive?! Non sono aggiornata scusate io solo libri vecchi 😄 

Fra 

 


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Barbara1184
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Palermo, Italy

@Francesca, sto Donato è un bravo picciotto che scrive thriller con tanto tanto sangue, cose truci e contorte per menti instabili: sono certa che ti piacerebbe un sacco! Potresti cominciare da "La donna dei fiori di carta", che non è truce ma è super appassionante, vedrai che ti prende e passerai poi a "Il Tribunale delle anime".

Quello che ho iniziato qualche giorno fa è bello tosto. Il primo omicidio ha impressionato anche me, che sono usa a leggere stragi - rigorosamente finte.

Francesca
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PROPOSTA: che ne dite di postare una breve descrizione dei libri appena finiti per i prossimi mesi?! Ho bisogno di nuove idee! @Ermanno6 il tuo autodafé è un lista. Abbiamo gusti simili! 🙂 

 


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Ermanno6
Level 10
Rome, Italy

@Francesca  raccolgo l'invito, l'argomento è delicato ma è uno degli ultimi libri che ho letto che mi ha maggiormente colpito:

In quelle tenebre di Gitta Sereny:

 

Il libro, che si potrebbe anche definire un saggio storico ricco di fonti documentarie, prende corpo da una lunga intervista che l'autrice fece a Franz Stangl tra aprile e giugno del 1971 nelle carceri di Dusseldorf, mentre questi era in attesa della sentenza d'appello contro la condanna all'ergastolo. Ma chi è l'autrice? E soprattutto chi è Franz Stangl? Ecco, rispondere a quest'ultima domanda in senso profondo non è facile e forse questo era anche lo scopo dell'autrice. Gitta Sereny è stata una donna molto particolare, giornalista e storica, autrice di altri libri tra cui uno su Albert Speer, il celebre architetto personale di Hitler e del III Reich, fu costretta a trasferirsi prima in Francia e poi negli Stati Uniti a seguito delle vicende della seconda guerra mondiale e per le persecuzione nazista (avendo madre ebrea).
Il personaggio principale, Franz Stangl, come scrive la Sereny, fu l'unico comandante di un campo di sterminio (Treblinka) che sia stato portato davanti ad un tribunale. Franz Stangl, un tedesco qualunque, per certi versi è simile ad Eichmann che invece figura al centro del libro di Hannah Arendt, La banalità del male. Entrambi interessati a fare carriera, soprattutto entrambi molto scrupolosi, nello spirito proprio dei tedeschi, nel fare bene e meticolosamente il proprio lavoro. Che poi si trattasse dell'eliminazione di milioni di esseri umani è un particolare, solo un particolare, anche se sembra che qualche domanda e tentennamento lo abbiano avuto, ma non tali da fermarsi, dimettersi, ribellarsi ecc. Hanno chiuso gli occhi come la stragrande maggioranza dei tedeschi dell'epoca, come i governi delle potenze occidentali che sapevano, come Pio XII e tutto il Vaticano, come i capi delle stesse comunità ebraiche che anzi collaborarono con i nazisti e che senza il loro aiuto, denuncia la Arendt, non sarebbero mai riusciti a deportare tutti quei milioni di ebrei che poi hanno ucciso. Ma Stangl ed Eichmann sono coinvolti in massimo grado, pare che nessuno dei due si sia mai macchiato di sangue, cioè abbia direttamente ucciso. Ma questo non vuol dire nulla se non che l'annullamento totale dell'altro (essere umano che sia ebreo, zingaro, omosessuale, ecc.) è un fatto compiuto in loro anche a livello cosciente, non c'è bisogno di uccidere...non esistono, non sono esseri umani, sono al massimo animali da macello e Stangl ammetterà di aver pensato a Treblinka vedendo animali che venivano portati al macello. 
Il libro è molto di più che una semplice intervista, si dipana in vari argomenti e approfondisce, in particolare nei capitoli finali, le responsabilità del Vaticano e il silenzio di Pio XII (per citare un libro di Carlo Falconi). L'autrice documenta tutto e quindi il libro è ricco di spunti bibliografici, ricco di personaggi che la stessa ha rintracciato e intervistato per avere conferma di quanto veniva detto da Stangl o dalla moglie, un personaggio che sta sempre sullo sfondo e il cui ritratto è molto accurato e significativo.
Si tratta di un libro che consiglio assolutamente di leggere a chi è interessato a questo immenso e quasi inspiegabile buco nero che è stato l'Olocausto, a chi ha un minimo d'interesse per la storia ma anche per la mente umana - l'autrice a volte sembra vestire i panni di una psicologa che vuole ricavare verità profonde dal suo intervistato e sembra che ci sia riuscita - Stangl morirá d'infarto meno di 48 ore dopo la fine delle lunghe ed estenuanti interviste, forse dopo essersi liberato di un peso così opprimente, avendo parlato, spesso mentito ancora a lei e a se stesso, ma alla fine forse non più, trovandosi solo ma proprio solo di fronte alla verità che non si lasciava più negare.
In definitiva, lo consiglio a tutti coloro che amano leggere cose interessanti e che in un modo o nell'altro ti arricchiscono.
L'edizione Adelphi è ben tradotta, scritta in caratteri abbastanza grandi e comprensiva d'immagini e fotografie di Stangl, Treblinka, prigionieri, ecc. Buona lettura, da affiancare alla Banalità del male di Hannah Arendt.

 

@Rossella87 @Barbara1184 @Cinzia29 

Barbara1184
Level 10
Palermo, Italy

@Ermanno6, deve essere sicuramente bellissimo ma io mi sento male a leggere di questi orrori. Proprio male male. Mi vengono attacchi di ansia e di panico.

In questi giorni ho visto il programma di Corrado Augias "Quante Storie" (vi è mai capitato? Su raitre verso le 12), lui mi piace molto. Ieri parlava della notte degli specchi. La strage che ha dato il via agli orrori nazisti. 

Questo argomento mi turba tantissimo.

Leggerne libri mi fa stare troppo male, mi ci immergo e soffro troppo.

È un mio problema, lo so. È doveroso saperlo e ricordarlo.

 

 

Ermanno6
Level 10
Rome, Italy

@Barbara1184 volevi dire la notte dei cristalli...

Ok non sono letture leggere e ci sta che si preferisce leggere altro, l'importante è però sapere che sono esistite realmente quelle atrocità e non avere paura di guardarle e di conoscerle, altrimenti se si ripresentano sotto altre forme il rischio è di non riconoscerle. 

Barbara1184
Level 10
Palermo, Italy

@Ermanno6, cristalli cristalli, sbagliai, scusate, sì.

Certo, bisogna conoscere questi orrori, assolutamente, e ricordarli, e riconoscerli anche sotto altro nome, perché come disse Primo Levi "se è successo, potrebbe succedere di nuovo". E bisogna impedirlo.

Non volevo dire che chiudo gli occhi, no no no. Ma che non riesco a leggere di queste cose perché mi fa troppo male

Barbara1184
Level 10
Palermo, Italy

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@Cinzia29, stasera io inizio questo... 

Francesca
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London, United Kingdom

Ma è il suo cognome vero @Barbara1184?! Mammamia... 😄

Una volta lavorai con uno che si chiamava di cognome Dellamorte... forse doveva fare il becchino. Nomen omen - si dice così?

Fra

 


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Francesca
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London, United Kingdom

Domenica ho iniziato Il Rosso e il Nero di Beyle... soprattutto perché citato in uno dei miei libri preferiti ( Il giardino dei Finzi Contini ) ma non riesco ad andare oltre il capitolo otto: la solita storiella di amore non corrisposto... quanto mi annoia! Anche Orgoglio e Pregiudizio l'ho ho letto per forza: tutto sto Harmony in una botta sola, io non lo reggo! 
Vi prego aiutatemi a capire cosa non colgo in quelli che sono considerati classici capolavori dell'Occidente. In entrambi i casi riconosco il valore della prosa: scorrevole e precisa, ma la storia in sé... non ce la faccio.

Ho mollato Stendhal lunedí e ho iniziato Storia di un Corpo  di Pennac. L'idea di raccontare il corpo e le sue sensazioni come una storia mi è piaciuta. Lo trovo gradevole 🙂

Che ne pensate @Barbara1184@Cinzia29 @Ermanno6 @Rossella87 @Emily352 mi fustigherete per l'abbandono di Stendy? 😮 

Attendo di sapere le vostre!

Fra

 


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Coltivo, come te, @Francesca, il vizio nobile e confortante della lettura. Non saprei neanche spiegare perché, ma con alcuni libri (classici compresi) è come con certe persone: proprio non ti vanno giù. Leggere certi libri ci provoca le stesse emozioni che leggere un’etichetta dell’acqua minerale.

 

Non ce la facciamo a portare a termine l’impresa, non ci prendono proprio e, a volte, li troviamo pure irritanti, onde per cui interrompiamo la lettura, rimanendo con una domanda cui rispondere:  Come può un romanzo indiscutibilmente palloso e insipido come questo avere un tale successo di critica e di pubblico?”.

 

In questi casi, arrivati a pag.87 o giù di lì, non rimane che appellarsi al terzo diritto del lettore del prof. Pennac invocato  da @Cinzia29 e interrompere il libro, consentendoci però di farci belli nei salotti chiacchierando compitamente con gli altri cultori di Stendhal o di Tolstoj.

 

Dovendo frequentare poco i salotti, e avendo da tempo rinunciato a sembrare intelligente, passo la mano, opponendo un rifiuto secco alla lettura di quel testo osannato, avendo imparato la lezione di Bartleby, l’ostinato e ineffabile scrivano di Herman Melville: “I would prefer not to” (trad. “Preferisco di no”).

Francesca
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Cara sorella di letture,  @Emily352,

io non so se è un caso o no, ma dopo Il Rosso e il Nero - forse nella stessa pagina - Bassani inserisce il libro di Melville e la citazione dello scrivano, con il proverbiale Preferisco di no...

 

Delizia: sono una nerd dei libri, ma sono molto molto difficile da accontentare. La maggior parte dei libri mi annoia. Adoro la prosa scorrevole, la sintassi semplice, la parola leggera: Calvino Ginzburg, Hornby... "ché leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall'alto, non avere macigni."  come insegna Calvino. I libri pullulano di aggettivi inutili.

 

Eppure sono immensamente curiosa di sapere cosa è affascinante in libri come Il rosso e il nero , I promessi sposi, Orgoglio e Pregiudizio... 

Aiutatemi: la curiosità mi divora...

 

 

 


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Barbara1184
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Palermo, Italy

@Francesca0 io dico SÌ a lasciare un libro non finito. Magari non è il momento giusto per leggerlo, lascialo lì, non ci badare, magari un giorno ti verrà voglia di riprenderlo. O forse non ti verrà mai. Ma se leggi per il piacere di leggere, bisogna concedersi il lusso di interrompere  la lettura se non ti piace.

Io DICO NO ai libri di miele.

 Com'è Pennac? Mi sa che non ho letto nulla di lui

Ermanno6
Level 10
Rome, Italy

Stendhal per Stendhal @Francesca ti consiglierei La certosa di Parma, non è la solita storia di amore non corrisposto, più un amore impossibile, romantico. Il finale è un po' convulso perché Sthendal, se non sbaglio, doveva portarlo a termine in poco tempo, quindi c'è alla fine una brusca accelerazione nel racconto degli eventi e nello scioglimento degli ultimi nodi. Solo questo non mi ha convinto, per il resto è un capolavoro e impari anche tante cose, perché è ben ambientato storicamente.

 

P.s. anch'io non ho mai finito di leggere Il rosso e il nero 🙂

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