@Arianna49 @Alessandro1336
riporto l'esempio di Bologna.
L'host che fa locazione diretta (non tramite Airbnb) deve applicare l’imposta di soggiorno sulla base di fasce di prezzo, riferite al costo per persona per singolo pernottamento, che vanno da 3 a 5 euro in relazione al costo del pernottamento, nel limite massimo di cinque pernottamenti consecutivi. Salvo esenzioni.
Nei casi di locazione breve tramite Airbnb, per effetto della Convenzione, viene applicata la tariffa del 6 per cento sul costo del pernottamento (e di eventuali servizi aggiuntivi) con il limite massimo di 5 euro a persona per notte di soggiorno (e sempre nel limite massimo di cinque pernottamenti consecutivi). Qui non ci sono esenzioni, salvo che l'ospite non presenti a Airbnb specifica richiesta.
Nelle due ipotesi comunque, emergono sempre risultati diversi e le Convenzioni tendono a proporre calcoli molto semplificati.
Airbnb riversa al Comune quello che incassa (eventualmente rettificato da richieste di esenzione, teoriche).
L'host che fa locazione solo tramite Airbnb, deve solo presentare la Dichiarazione trimestrale senza indicare nulla, o meglio solo che si tratta di "locazione breve" (quindi nessun numero di ospiti, nessun pernottamento, nessuna esenzione, ecc.).
Il che probabilmente implica che quando Airbnb riversa al Comune, lo fa senza specificare nulla.
Non conosco la Convenzione di Roma (mi pare attivata dalla giunta Raggi a 3,50 euro fissi per persona), e quindi le eventuali differenze rispetto all'incasso diretto da parte dell'host, ma un anno fa è sorto un contenzioso tra il Comune di Roma e Airbnb.
La stampa fa riferimento a un versamento complessivo da parte di Airbnb che non avrebbe però fornito i dettagli del versamento, per cui il Comune non sarebbe in grado di fare alcun controllo sulla congruità dell'importo versato.
In conclusione, se da un lato le Convenzioni stipulate dai Comuni con Airbnb hanno consentito di incrementare le entrate da imposta di soggiorno di milioni di euro (eliminando l'evasione), dall'altro lato, le Convenzioni stesse prevedono modalità semplificate e l'impossibilità di fare controlli accurati da parte dei Comuni (ma questo probabilmente va bene a tutti, o quasi).