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Salve ha tutti,ho effettuato una richiesta di prenotazione per una casa. Il Superhost mi ha risposto con questo messaggio"Gen...
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Salve a tutti,
ritengo estremamente ingiusta la cedolare secca al 21% per gli affitti brevi: lungi da me fare una guerra tra poveri tartassati, tra chi affitta per lungo tempo e noi, penso che le cose siano altamente sbilanciate.
Mentre i primi infatti pagano in linea di massima solo il 21-23% dell'affitto (con i consumi a carico dell'inquilino), noi sborsiamo in realtà molto di più. Oltre al 21%:
- 4% di media (e mi sembra giusto) ad Airbnb.
- Acqua
- Luce
- Gas
- Tari et similaria
- Condominio
- Canone Rai
- Internet
- Servizi essenziali (lenzuola, tovaglie, asciugamani, tovaglioli, saponi, prodotti per le pulizie)
- Co-host
- Carburante o altro per consegna/ritiro chiavi
- Ecc. Senza contare il lavoro personale e le ore impiegate in questa comunque bella esperienza.
A conti fatti, credo che mi confermiate che, sommando tutte le uscite, si arriva almeno al 50-60%, come scrivevo una percentuale molto superiore a quella versata da chi fitta per lunghi periodi (ripeto: non ce l'ho minimamente con loro, faccio solo semplici paragoni). E si aggiunga che spesso l'investimento, vale a dire l'acquisto della proprietà, lo abbiamo fatto direttamente con i nostri sacrifici.
Il legislatore non ha minimamente voluto pensare a tutti questi elementi. E, come me, penso che la maggior parte di voi non voglia evadere le tasse o sentirsi costretta a cercare di farlo.
Per cui propongo di cercare tutti assieme di far abbassare la "Tassa Airbnb" a non oltre il 10%. Come farlo, se è possibile avviare una classe action, chiedere alle piattaforme di far valere le nostre istanze, scrivere ai nuovi governanti appena si avvierà la nuova legislatura, non so. Questo post ha lo scopo di trovare una risposta valida assieme a chi ne capisce più di me.
Grazie
Scusa, ma che discorso fai ?! Non esiste una tassa AIRBNB. Mai esistita, nè esisterà mai.
Esistono le tasse da pagare sui redditi, secondo le leggi della nostra repubblica.
Una delle possibilità per chi fitta è la cedolare secca, poi ce ne sono altre.
E poi ci sono gli evasori ...
E poi ci sono quelli delle class action ...
E poi, che c'entrano nel conteggio i consumi ? Vorresti mai fittare una stanza senza acqua, luce e gas ? Dai, stai scherzando, non posso credere che tiu sia serio. Ti fai i tuoi conti, calcoli i consumi, le spese extra, le spese ordinarie, e poi vendi un alloggio al prezzo che ti sta bene per uscirne decorosamente.
E sul reddito ci paghi le tasse. Poi, se non vuoi pagarle, sono affari tuoi
@Roberto591, io non ho capito il senso della tua protesta.
Certo che abbiamo più spese, ma non siamo mica obbligati a tenere lo stesso canone d'affitto di chi affitta a 4+4, no? Raddoppialo e vedi che ci stai ampiamente.
E questo è un discorso di fare i conti, di incassi e di spese; le tasse non c'entrano niente.
La cedolare secca è un'opzione che abbiamo, per pagare solo il 21% di tasse, ma possiamo anche decidere di aprire un'attività ricettiva imprenditoriale con P.Iva e pagare solo sui guadagni, detraendo le spese. Nessuno ci obbliga a non farlo, chi preferisce così.
Certo che chi segue i prezzi suggeriti da Airbnb e mette l'appartamento a 30 euro a notte, scoprirà ben presto che affittare gli è costato soldi, invece di guadagnarne... ma questo non è certo colpa delle bollette o delle tasse: la colpa è di non aver fatto i conti prima!
Cari @Giancarlo10 e @Susanna0, grazie del vostro contributo, ma mi sa che non avete inteso il punto di quanto ho scritto: "Tassa Airbnb è come è stata menzionata la trattenuta del 21%, corrispondente alla cedolare secca, che lo Stato ha introdotto lo scorso anno cercando di obbligare Airbnb e piattaforme analoghe a fare da intermediarie nella riscossione della stessa. Il discorso è molto serio, in quanto il 21% sul lordo è troppo alto. Ripeto, chi loca per lunghi periodi ovviamente fa pagare i consumi ecc. all'affittuario (che si intesta le utenze); chi fitta attraverso Airbnb e similari paga "chell, chell' e Mariastella" (come direbbero i campani). Gli alberghi mi sembra paghino il 10%. Per non parlare di attività imprenditoriale: aprire una P.Iva e pagare altre tasse allo Stato e il comercialista per una stanza che ho? Né si può mettere il prezzo che mi piace a me, perché sapete che altrimenti avrei molti meno ospiti e mi tirereri la zappa sui piedi. Infine, non sono né il primo né spero l'ultimo a sollevare tale tematica (anche perché l'invenzione di questa tassa è stata inserita dall'uscente governo solo per fare cassa e per ora esiste solo in Italia: ribadisco che voglio pagare, ma il giusto): si veda tra gli altri
Un saluto,
Scusa @Roberto591, ma la cedolare secca non è certo una novità dell'anno scorso: c'è sempre stata!
Solo che normalmente la si paga a fine anno con la dichiarazione dei redditi, mentre il governo avrebbe voluto che Airbnb la versasse ogni mese: ma per noi non cambia nulla!
Dal tuo discorso sembrerebbe che la tua idea sia di non pagare tasse per niente... il che non è possibile, ovviamente, ahimè.
Il prezzo che piace a te è possibilissimo, se è un prezzo giusto. Prova.
Scusate se mi intrometto, ma quello che dice @Roberto591 ha senso in realtà.
Infatti il regime di cedolare secca per gli affitti diciamo "a lungo termine" è stata introdotta proprio per agevolare il contribuente, ma si paga sul 100% del canone percepito. Allo stesso tempo non ci sono bolli o spese aggiuntive per la registrazione del contratto.
Invece adoperando un regime di tassazione ordinaria (IRPEF) il reddito si somma agli altri redditi, ma l'imposta si calcola sul 95% del canone percepito, proprio perché si considerano una serie di spese generiche tra cui anche i bolli per la registrazione del contratto che, in quel caso, si pagano.
Fatta la dovuta premessa, in entrambi i casi sopra esposti, le spese sono a carico dell'inquilino: energia elettrica, acqua e gas, condominio, etc. E' quindi altresì evidente che l'imposta si paga su un canone effettivamente percepito (tranne eventuali spese straordinarie comunque a carico del proprietario dell'immobile, ma che avrebbe comunque dovuto affrontare sia se la casa era affittata o meno).
In questo caso, nel caso di affitti a breve termine, effettivamente la quota che del canone perceipto resta all'host è parecchio più bassa ed effettivamente appare quantomeno ingiusto pensare di dover pagare le tasse su quanto il proprietario elargisce come spese vive (vedi sopra, ma anche pulizie, biancheria, etc).
Vero pure è che sarebbe praticamente impossibile calcolare con esattezza tali spese. Secondo me si sarebbe dovuto applicare un regime che prevede un'aliquota magari anche al 21%, ma non sul 100% del percepito, ma su una percentuale inferiore che ora non saprei quantificare.
In questo modo si spinge comunque l'utenza ad inventarsi qualche exit strategy per eludere il sistema...e sarebbe bello poter invece fare le cose regolari e pagare le tasse...qualora fosse facile capire come si fa, qual è il metodo, non incorrere in errori, ma sopratutto pagare il giusto!
Questo è il mio modesto punto di vista...scusate ancora l'intrusione!
Grazie @Dario0, hai chiarito il mio pensiero: è proprio quello il quid della situazione.
Cordialmente,
@Dario153, hai ragione, naturalmente, che si finisce con l'essere tassati anche sulle spese; ma siccome la locazione breve è una cosa nuova e non è ancora prevista esattamente, ed eludere non è una soluzione, dobbiamo stare attenti noi a non rimetterci.
Esempio (metto cifre tonde per semplificare):
- il mio canone normale sarebbe 500 al mese; e su questo pagherei 105 € di cedolare secca. Fine.
Come se facessi pagare all'inquilino 16,66 € al giorno.
- Con la locazione breve, io so che devo aggiungere altri 150€ di spese vive, e che anche su queste pagherò la cedolare secca, quindi non aggiungerò 150, ma diciamo circa 190, per recuperare le mie spese.
Quindi dovrei far pagare al mese circa 690, se avessi un affitto fisso tutti i mesi, come un 4+4.
- Con la locazione breve non è così: bene che vada, posso pensare di affittare per 20 giorni al mese?
Ecco che quindi il mio prezzo al giorno deve diventare 34,50€ COME MINIMO, solo per essere rimborsato dalle spese che devo pagare io: spese condominiali, riscaldamento, bollette di luce e gas, internet, tari, ecc.
Quando dicevo: raddoppialo, avevo semplificato al massimo saltando alle conclusioni senza stare a fare la spiegazione di tutto il processo.
@Susanna0 siamo assolutamente d'accordo...è che questa è una soluzione, però è comunque ingiusta. Un po' come l'IVA che paghiamo sull'accisa che pure paghiamo sul carburante. Tassa su tassa. Incostituzionale, eppure è così e continuiamo a pagarla tutti quanti.
Possiamo pure aumentare fortemente il costo delle case inserzionate su airbnb, ma poi arriveranno ancora le prenotazioni? Boh...a me pare comunque uno schifo.
E dire che eludere non è una soluzione, è assolutamente pure vero...ma poi va a finire che finisce così. E credimi, sono un locatore sia di appartamenti a lungo periodo che a breve periodo (sul breve periodo poche esperienze al momento, più come test che altro). Sulle locazioni a lungo termine sono assolutamente 100% in regola, documenti super precisi e regolari. Su quelle a breve termine, a parte una contingenza che mi costringe a dovermi "arrangiare", non ritengo convenga proprio investirci se i margini sono questi.
Detto ciò, posso farvi una domanda...ho provato a cercare un po' sul forum, ma non ho trovato nulla di sicuro. Mi appello alla vostra conoscenza sicuramente superiore alla mia. Vista la normativa, visto il video dell'Agenzia delle Entrate sulla normativa dell'anno scorso. Pare che l'intermediario (in questo caso airbnb) dovesse operare la ritenuta direttamente sul pagamento come sostituto di imposta, producendo entro il 7 marzo (per l'AdE e 31 marzo per l'utente) la Certificazione Unica. Allo stesso tempo non mi risulta che airbnb operi la ritenuta alla fonte, ne' ho ricevuto tale Certificazione.
Voi cosa ne sapete? Voi come vi regolate? Voi come gestite la tassazione?
Grazie mille per l'attenzione
la cedolare secca al 21% esiste dal 2011, quando è stata introdotta per cercare di contenere la diffusa evasione fiscale nel settore degli affitti.
(quelli "lunghi", perchè di quelli brevi ancora si parlava poco).
E' una misura ingiusta, è vero, ma per un motivo opposto a quello che evidenziate voi: infatti la tassazione normale, parte da un 23%, e quindi qualunque reddito, per qualunque attività, parte con una tassazione più alta.
Tralasciamo eventuali considerazioni sul livello delle imposte in Italia (non credo sia il caso di allargare la discussione a questo livello). Resta il fatto che la cedolare secca è una FACILITAZIONE rispetto alle altre aliquote (che qualunque contribuente paga).
Come è stato già detto (da @Susanna0, @Giancarlo10) non potete mischiare le valutazioni di conto economico e/o di marketing con quello che è il contributo fiscale: tara il tuo prezzo tenendo conto del fatto che ci sono le imposte da pagare (come minimo il 21% sul 100% o anche - si è liberi di scegliere - il 23-43% sul 95%) come fanno tutte le attività del mondo in tutto il mondo.
Questi sono i costi, queste sono le tasse, se voglio guadagnare XXX devo vendere a YYY.
Il problema di fondo, è che a differenza delle altre attività, spesso in questo settore si cimentano persone che hanno il prezzo come unica leva per stare sul mercato.
E quindi ragionando in una continua, estenuante corsa al ribasso, si arriva ad erodere tutti i possibili guadagni, fino a rasentare il livello di tassazione.
Bisognerebbe invece investire sul prodotto (in questo caso la casa e il proprio annuncio) in termini di qualità, in modo da evitare la guerra dei prezzi e la svendita finale.
Anche perchè non tutti sono alla disperata ricerca del prezzo più conveniente.
Quando dobbiamo acquistare qualcosa, tutti noi, guardiamo sicuramente il prezzo, ma anche la qualità.
Altrimenti avremmo tutti la stessa auto, la stessa giacca, la stessa TV, ecc. tutto quello che costa di meno... e non è così per fortuna! 🙂