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Salve ha tutti,ho effettuato una richiesta di prenotazione per una casa. Il Superhost mi ha risposto con questo messaggio"Gen...
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L'annuncio è stato predisposto da mia figlia con il suo account, e poi mi ha indicato come co-host.
L'accredito dei compensi avviene sull'iban di un conto corrente a me intestato. Anche l'immobile è di mia proprietà (in comproprietà con mio marito).
La certificazione ai fini fiscali rilasciata da AirBnB a chi sarà intestata? Dato che mia figlia lavora all'estero vorrei pagare io le tasse allo stato italiano.
grazie Chiara
Avreste dovuto fare il contrario. Le fatture relative alle commissioni trattenute dal portale e i riepolghi dei soggiorni sono intestati all' Host
Scusa @Chiara480 ma chi cura l'annuncio, chi s'interessa della gestione della casa (check-in e check-out, pulizie etc.)?
Avete fatto bene con l'iban ma perché inserire la figura del co-host se sei tu l'host? mi sembra che co-host è una figura professionale che va inquadrata o sbaglio?
Forse mi sfugge qualcosa, ma non mi risulta che abb rilasci alcuna certificazione ai fini fiscali. Ad ogni modo dall'annuncio mi sembra di capire che fate locazione turistica del vostro appartamento. Per cui il reddito lo dovete dichiarare, come redditi da locazione (quadro RB) con applicazione della cedolare o meno, tu e tuo marito comproprietari, ed in proporzione delle rispettive quote. Il fatto che tua figlia è host e tu co-host non rileva ai fini fiscali. Le fatture di abb per le commissioni non possono essere portate in deduzione.
Diverso è il caso se tu avessi registrato un contratto di comodato a tua figlia: In questo caso il reddito lo dichiarerebbe tua figlia nei redditi diversi (quadro RL) sempre con applicazione della cedolare oppure no, mentre tu e tuo marito dichiarereste la sola rendita. Ma mi pare di capire che è proprio quello che volevi evitare.
Per il momento Airbnb non effettua nessuna comunicazione né certificazione dei soggiorni, benché questo sia stato imposto con il DL 50/2017, a tutti gli intermediari che gestiscono i pagamenti.
Quindi su questo fronte Airbnb é temporaneamente inadempiente.
Se lo Stato (l’Agenzia delle Entrate) riuscirá ad imporre il rispetto della legge forse sará costretta a farlo.
E sarebbe opportuno, per quando arriverà il momento (molti altri intermediari, anche portali simili ad Airbnb, italiani lo fanno da subito) non farsi trovare con posizioni poco chiare, che potrebbero solo causare confusione e inutili penalizzazioni.
La legge infatti vorrebbe che, oltre ad effettuare la trattenuta del 21% sull’ammontare del soggiorno, l’intermediario ne rilasi una certificazione, in modo che il contribuente proprietario locatore, possa inserirla in dichiarazione dei redditi, al fine di non pagare due volte l’imposta.
Ovviamente tale certificazione sarebbe rilasciata al titolare dell’account, e se questo non corrisponde anche al contribuente, si creerebbe una situazione dove:
- il titolare dell’account avrá una certificazione per un anticipo di imposta pagata, ma senza dover dichiarare l’imposta stessa (in quanto non proprietario) e dovrebbe quindi andare a credito e aspettare successivamente un rimborso.
- il proprietario dovrebbe pagare l’imposta (senza avere la certificazione del pagamento anticipato).
Quindi, la corrispondenza accoun airbnb - contribuente anche non strettamente necessaria OGGI, sará quanto meno OPPORTUNA per un prossimo futuro.
A me risulta che a brevissimo lo Stato riuscirà ad imporre quanto da te descritto:
La domanda è: riuscirà ad imporlo prima che airbnb abbia preparato gli host per la certificazione e relativa dichiarazione o a pagare saranno solo gli host che senza certificazione non avranno comunicato regolarmente di loro iniziativa alla Agenzia delle Entrate i loro compensi?
L’articolo che hai postato é dell’ottobre 2017.
É vero che come insegna Einstein, spazio e tempo sono sempre relativi, ma forse il termine “brevissimo” é un po’ esagerato! 🙂
Scherzi a parte, per poter mettersi in regola (per effettuare la trattenuta, girarla allo Stato ed emettere le relative certificazioni) Airbnb dovrá chiedere ed ottenere dai proprietari almeno il codice fiscale, elemento essenziale per tutte le pratiche fiscali.
Quando lo fará, dovrá aggiornare il sito per consentire l’inserimento di questo dato (attualmente non presente) e chiedere agli host di compilarlo entro xxx tempo, pena la sospensione dell’annuncio.
Quindi non ci saranno sorprese.