@Adolfo5
Io continuo ad essere quanto meno "perplesso" su questa figura del co-host.
Faccio fatica a capire come collocarla nel panorama fiscale.
In che modo si dichiarano i guadagni? Bisogna aprire una partita IVA?
Sarebbe auspicabile, se qualcuno si é già informato in merito (presso un commercialista o direttamente all'AdE o alla GdF) che fornisse qualche indicazione in merito, al fine di proporre anche per il co-hosting, una GUIDA a cui far riferimento.
Di certo, per quanto concerne la locazione turistica, faccio maggior fatica a pensare che il co-host sia compatibile... dal punto di vista del locatore turistico intendo, considerato che per potersi definire tale, non deve esserci il requisito dell'organizzazione; giá appoggiarsi a terzi per pulizie e check-in/check-out in modo "aum aum" potrebbe essere pericoloso in caso di accertamenti, figuriamoci andando ad individuare una figura ben precisa, con tanto di suddivisione dei guadagni da parte del portale.
E siccome ho l'impressione (priva di qualunque fondamento) che a proporsi come co-host siano per lo più privati, che cercano comprensibilmente di arrotondare, penso che anche loro siano fortemente a rischio in caso di accertamenti.
A beneficio di coloro i quali, amano scagliarsi contro l'ottusità burocratica, che odiano le tasse, che detestano qualunque normativa limiti la propria libertà di fare quel che cazzo gli pare, innamorati del "nuovo che avanza", della sharing economy facile e senza regole, ricordo che l'infrastruttura dello Stato (la sua stessa esistenza, la possibilità di definirsi società civile, la fornitura di servizi come la sanità, l'istruzione, e quant'altro), deriva dalla possibilità di ottenere gettito fiscale grazie al quale è possibile realizzare queste cose.
E il nostro sistema fiscale, é basato sulla capacità di generare reddito (su cui vengono calcolate le imposte, cioè la quota che ciascuno è chiamato a versare per contribuire al bene comune).
Quindi, il fatto di dover "collocare" una qualsiasi attività che produce reddito, non é una "ottusità burocratica" ma una necessità di eguaglianza tra tutti i cittadini che partecipano allo Stato.
Ovviamente con lo sviluppo, anche tecnologico, le cose cambiano, e c'é la necessità di adeguare le norme per adattarle alle nuove possibilità ed esigenze... ma é necessario che questi adeguamenti vengano studiati e proposti nella maniera corretta, per salvaguardare il principio di eguale (o meglio, equa) compartecipazione di tutti.
scusate lo sfogo.
