@Eleonora417 buongiorno
in effetti su questi aspetti puoi trovare tante discussioni nel "Cerca nella community".
Immagino che non sia stato registrato un contratto di comodato con il quale il proprietario comodante assegna al comodatario il godimento dell'immobile con possibilità di concederlo in locazione (breve).
Salvo questa ipotesi, secondo un consolidato orientamento dell'Agenzia delle entrate (che peraltro è stato anche di recente disatteso dalla giurisprudenza, ad esempio CTR del Lazio), i canoni di locazione devono essere dichiarati dal proprietario (in relazione alla quota di possesso), e anche nell'ipotesi in cui il proprietario non partecipi all'atto né incassi il relativo canone.
Per la locazione breve (contratto tra persone fisiche "privati" con durata massima di 30 giorni all'anno nei confronti del medesimo conduttore) il proprietario dichiarante ha la facoltà di avvalersi, se più conveniente, dell'imposta sostitutiva di IRPEF e addizionali (cedolare secca del 21%). Per i contratti per i quali non c’è l’obbligo di registrazione in termine fisso (locazioni brevi), il locatore può applicare la cedolare secca direttamente nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta nel quale è prodotto il reddito (oppure esercitare l’opzione in sede di registrazione in caso d’uso o di registrazione volontaria del contratto).
In conclusione, se si tratta di locazioni brevi (e i contratti di locazione non sono stati registrati all'Agenzia delle entrate), massima tranquillità di esercizio dell'opzione per la cedolare secca direttamente nel Quadro B - redditi fondiari della Dichiarazione dei redditi.