Cari Tutti,
a denti stretti inizio una conversazione che cercherà di non far trapelare la grande amarezza e delusione per il mediatore che ci ospita. Ma sarà difficile, me ne rendo conto.
Sono una host di Venezia centro storico e ho la straordinaria fortuna di poter ospitare gli amici di tutto il mondo in una parte della mia casa che è vicino a Rialto (quindi già in un posto con altezza a mediomare superiore della nostra povera Basilica), è a un piano alto e ben asciutto e ha la fortuna di avere tutti gli impianti di casa (caldaia compresa) a un'altezza tale da non aver subito danni durante la terribile notte del 12 novembre scorso.
Tutti voi sapete (e lo sanno anche tutti i miei ospiti, perlopiù amici ormai, che mi hanno scritto parole commoventi e così piene di amore da lasciare il cuore colmo di gratitudine) cosa sia successo tre giorni fa nella mia cara Città e nei dintorni con Pellestrina colpita più di tutti anche nella vita dei suoi abitanti e dove l'acqua ha raggiunto e forse superato i due metri. Non devo ricordarlo io e non voglio farlo perché non ci sarebbero parole adeguate.
Il pomeriggio del 12 novembre arriva a casa mia un'ospite da Israele, doveva rimanere sino a domani (sabato 16 novembre), quindi quattro notti.
E' stata - come tutti noi - travolta dagli eventi. Ma ha avuto la fortuna (nella grande sfortuna generale) di poter stare al caldo e all'asciutto e con internet perfettamente funzionante. Io (fuori Venezia per lavoro) l'ho assistita per due giorni praticamente senza interruzione COME ERA MIO DOVERE FARE. Tengo a sottolineare che fornisco ai miei ospiti stivali per l'acqua alta (purtroppo di poco aiuto il 12), ombrelli e impermeabili. Accessori che poi la mia ospite ha potuto comunque usare per il resto della sua purtroppo breve permanenza a casa mia. In ogni caso, ho risposto immediatamente a qualsiasi (qualsiasi!) richiesta cercando di tranquillizzarla per quanto possibile.
La mia ospite, infatti, la sera del 12, andò nel panico più assoluto - come assolutamente comprensibile - e io già in quel frangente le consigliai, senza fare alcuna pressione, di prendere in considerazione la possibilità di andarsene, sarebbe certamente stata risarcita e avrebbe potuto spostarsi verso Città magnifiche come Treviso, Padova, Vicenza o Verona, tutte a un tiro di schioppo da Venezia. La notte del 12 non sapevamo ancora, tutti noi, residenti, di che portata sarebbe stata la tragedia che ha colpito la nostra amata Città, ma certamente si capiva da subito che era un'acqua di oltre 180 cm: non c'è bisogno del rapporto del Comune per capirlo, bastava vedere i livelli anomali nelle calli e nei magazzini, nelle case e nei negozi, ognuno di noi ha i propri parametri per poter verificare l'eccezionalità del fenomeno nella propria zona.
Ed era altrettanto sicuro che il 13 novembre, il giorno successivo, ben poco sarebbe rimasto aperto.
Ho aggiornato la mia ospite praticamente senza soluzione di continuità, cosa che è facilmente verificabile dalla nostra corrispondenza. Le ho inviato non appena possibile (scesa l'acqua alta del mattino successivo, quindi verso le 12.00) la mia collaboratrice affinché l'assistesse e un elettricista perché l'ospite sosteneva di non avere più riscaldamento, invece - fortunatamente - si trattava solo del normale comportamento della caldaia che, raggiunta la temperatura impostata, si spegne automaticamente per poi riaccendersi quando la temperatura scende di un grado o due (l'elettricista, trovato con grande fatica, pensava di dover fronteggiare una situazione di emergenza, ma è entrato in un appartamento riscaldato a palla, quindi ha tirato un paio di moccoli - aveva molte urgenze, come immaginabile - e se ne è andato...).
Ho prospettato alla mia ospite ogni possibile soluzione sia che rimanesse sia che se ne andasse, ho verificato costantemente quali linee di vaporetti erano utilizzabili, quali ristoranti e negozi di alimentari potesse raggiungere (ricordiamoci che a parte la notte del 12 e un'ora la mattina del 13 - e stamattina, purtroppo - Venezia è comunque transitabile come in qualsiasi altro giorno d'autunno con consuete se pur sostenute acque alte, solo che il "normale", dopo una nottata così non è il "consueto" certamente), quali musei potesse visitare (la Biennale era già riaperta il 14.11! oggi stanno riaprendo quasi tutti, in primis la Guggenheim), cosa potesse fare, insomma.
L'ospite non si decideva.
Si decide poi, alla fine, il 14 mattina dopo molti ripensamenti e se ne va. Mi scrive dal vaporetto o dal treno, chissà, che ha lasciato casa.
Sottolineo che ho avuto un'eccezionale assistenza - subito contatta - da quella che credo sia un' "unità di crisi" di Airbnb in queste particolarissime occasioni.
L'eccellente Bruno da Roma mi ha costantemente informato dell'evoluzione dei desideri dell'ospite subito da lui chiamata e ha ammesso con facilità che essa non poteva aver avuto maggior fortuna in un frangente così grave.
Quindi chapeau a Bruno e alla sua bravura e attenzione anche nei miei confronti.
Mi viene anche detto che non dovrei subire penalità (?) in una situazione del genere, così come previsto dal regolamento Airbnb, benché la prenotazione sia stata interrotta.
Penalità? Oltre quelle che già ho avuto io (ben poche in termini di danni da acqua alta, ci saranno comunque danni a livello condominiale) e soprattutto la mia povera Città e i miei amici e i miei "colleghi" (con i quali sembra che non ci possa essere unità, non è vero?) colpiti in modo gravissimo da un cataclisma del genere? Pensate agli alloggi che a Venezia sono al piano terreno, alloggi che hanno comunque risollevato il miserabile parco immobiliare veneziano e che danno sostentamento a molti residenti. Pensate a quei poveri turisti che si sono trovati a notte fonda con l'acqua al letto e forse più, obbligati a uscire di casa per andare da nessuna parte... E pensate solo a questo perché se pensate alla mia Città, c'è da tirarsi una rivoltellata per la desolazione.
Oggi (15.11) so che ne è della prenotazione della mia ospite israeliana: naturalmente viene cancellata la parte del soggiorno che non è stato completato (2 giorni su quattro) e viene ridotto il compenso. E qui viene il bello, se di bello si può parlare.
Ricevo ben (ben) 23€ a notte (la mia tariffa - per due persone, peraltro previste anche in questo frangente - è di 95€ a notte in questo periodo) graziosamente arrotondati a €45,14 oltre il costo per le pulizie di € 59,96 meno la parte di Airbnb (!) di € 5,12.
€ 45 per due notti di pernottamento, di assistenza e di costi in più per l'aiuto della mia collaboratrice (non è certo gratis) e per la chiamata dell'elettricista... per non parlare del mio tempo, non più dedicato al lavoro, trascorso (più che volentieri e come doveroso) ad aiutare costantemente l'ospite.
E' un insulto, il danno oltre la beffa.
Preferisco non avere nulla che essere elemosinata in questa maniera oltraggiosa. Preferisco pensare di aver ospitato un'amica intrappolata dall'emergenza, che essere "pagata" questa miseria.
Ma, certo, se non prendo nulla Airbnb non ha alcuna percentuale, non è vero?
Mi piacerebbe tanto sapere quanto hanno rimborsato alla mia ospite, ma ho la sensazione nettissima che a lei sia andata molto meglio o che semplicemente, come mi pare di sapere, Airbnb ha convertito in altri siti (Treviso, Vicenza, altre città venete) la prenotazione della mia ospite.
Mi piacerebbe anche sapere quanto Airbnb ha guadagnato comunque da questa situazione, dato che le percentuali sono ben comprese nelle transazioni.
E sicuramente avrà dalla sua la legge, le norme, i regolamenti, tutto l'apparato di minutissime parole che può vantare una potenza economica del genere.
Mi è stato addirittura detto (non da Bruno, ma da un altro assistente) che potevo non ricevere nulla perché solo l'area di San Marco era considerata "in emergenza" ("perché sono Americani e non si rendono conto..." mi ha detto l'assistente) e che potevo venire equiparata a qualsiasi altro host che cancella improvvisamente la prenotazione senza spiegazioni e lascia in strada il suo ospite. Da non credere. Quindi, ora, dovrei sentirmi gratificata per quei miserabili 45 euro per due notti di pernottamento...
Emergenza per chi?