Cara @IsabellaEValerio0 Parole sante!
Ci vorrebbe una normativa comune, così che non ci sia più l'arbitrio (a volte un poco sprovveduto e raccogliticcio) dei Comuni.
Anch'io auspico che in Parlamento si faccia chiarezza, ma non a botte di emendamenti nel Milleproroghe come si è tentato (e si continua a tentare) di fare di recente.
Questa non è una materia che deve essere sancita con i sotterfugi in bouvette, deve essere affrontata con chiarezza senza colpevolizzare i proprietari, come ora invece si sta facendo, certamente a causa del molto, troppo sottobosco.
Le norme DEVONO essere fra loro compatibili e considerare ogni aspetto della locazione turistica breve "privata". E se è giusto normare una materia che negli ultimi anni è stata lasciata alla buona o cattiva volontà dei pochi che avevano la possibilità, a seconda dei casi, di considerarla una risorsa (poche volte) o un'aggressione alla vita della Città (il più delle volte), è anche giusto che le norme non siano in conflitto fra loro, non siano fra loro incompatibili.
Non puoi limitare un sacrosanto diritto (quello che si possa fare ciò che si vuole nei termini di legge con un bene immobile di proprietà) con escamotages che devono accontentare, sempre a seconda dei casi, la lobby che ti dà più voti.
Perché è questo il punto, non un altro, altrimenti non si spiegherebbe la mole di vessazioni contrarie a un maggior gettito di imposte civiche e statali (più proprietari "emersi" e ben normati, più tasse di soggiorno pagate e più IRPEF regolari, ma anche più acquisto di appartamenti, più ristrutturazioni....).
Il "marchio" esterno imposto a Venezia è in questo senso. Oltre ad altre leggi civiche nello stesso solco, serve a rendere "impresentabili" pubblicamente coloro - e sono molti - che da privati affittano ai turisti. E' più che evidente che coloro che non sono registrati da nessuna parte (Comune, Regione, Questura) non hanno alcun "marchio" e procedono beati ad affittare alimentando il malcontento di tutti gli altri.
E nota bene che lo stesso immobile locato, se gestito da un'Agenzia. non ha gli stessi obblighi. Ora qualcuno mi deve spiegare come giustifica questo.
Io non mi sento assolutamente colpita da questo genere di provvedimenti, perché non solo non devo vergognarmi di quel che faccio, ma, se mai, dovrei essere orgogliosa di mantenere un'economia cittadina (attraverso un turismo di qualità, perché quello delle case private è costituito dai veri viaggiatori, da coloro che preferiscono "vivere" una città, piuttosto che subirne solo il fascino delle cartoline delle promozioni turistiche e la cui permanenza spesso è ben oltre le consuete una o due notti) che altrimenti andrebbe perso.
Ma a Venezia è un discorso che non si può fare...
Ritornando al topic della discussione: mi chiedo comunque cosa c'entri la comparazione dei dati da parte dell'Agenzia delle Entrate con le registrazioni in Questura e la verifica dei siti di prenotazione (che è poi quello che si fa anche oggi)? In ogni caso, parenti e amici non comparirebbero né in Agenzia delle Entrate (in quanto non c'è nessun contratto né un canone percepito) né in Questura, quindi: niente di fatto. Potrebbe esserci (come già è così oggi) qualche problema se il solerte funzionario verificasse le prenotazioni "in pectore" con le dichiarazioni "in pectore", ovvero se potesse comparare le prenotazioni future evidentemente senza canone (i cosiddetti periodi bloccati nei calendari dei vari portali) e le prenotazioni future effettivamente redditizie con il futuro gettito dichiarabile. Ma davvero è possibile fare ciò? Non vedo come.
Se però mi sbaglio, vorrei che mi si correggesse, perché davvero navigo a vista.
Infine, cara @IsabellaEValerio0 è gustoso comunque affermare che è più semplice dimostrare il non percepimento del canone da parenti piuttosto che da amici: c'è un aspetto che potrebbe dare da pensare... In ogni caso dovrei comunque dimostrare, attraverso penso una dichiarazione giurata dei parenti (e così anche degli amici) che sono stati miei ospiti e non clienti. Nel caso, lo farò.
Ma io vorrei una risposta anche da un politico, da uno di quelli che lancia queste leggi e poi ci lascia in balia dei (gentili e spesso attendibili come il vostro, perché il vostro consiglio è comunque validissimo) post in una community.
Al momento i "maggiorenti" non sanno darmi una chiara risposta. Mi sembra che ne sappiate di più voi.
Grazie per aver continuato la conversazione dopo tanto tempo. Non è argomento che si possa esaurire credo qui. Un caro saluto.