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Salve, sono host da un paio d'anni a Bologna, ma adesso devo fare il CIR. Il mio è un appartamento che metto in affitto per q...
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Cari Amici,
mi dispiace ammorbarvi con una “cosa” così incredibilmente verbosa e, in parte, localistica. Ma vedrete che le note che riporto nei fatti interessano tutte le realtà (cittadine o extracittadine) d’Italia. Ricordiamoci che Venezia, forse più di Roma, forse più di Firenze – essendo un piccolo borgo sollecitato da importanti trasformazioni e con immensi interessi economici in gioco, quindi maggiormente esposto rispetto ad altri centri - fa da cartina di tornasole rispetto al tema della locazione turistica alberghiera.
Per favore, se non siete interessati, non leggete, fate altro. Non siete tenuti a tediarvi. Ma non contestatemi per questa messe di parole, perché nessuno riporterà quanto qui scrivo in alcun giornale.
Pertanto se davvero fate questo mestiere “per finta” esimetevi dal commentare sarcasticamente il mio intervento. Io desidero solo informare e aiutare.
E ricordate che siamo tutti sulla stessa barca e che dobbiamo associarci alle Associazioni di categoria che operano nel nostro interesse (nessun altro lo farà).
Siamo un “tessuto” importante, se ci cancellano, una parte ormai notevole della nostra società e della nostra forza produttiva collettiva sarà buttata a mare. E questo solo, come vedrete, per interessi politici legati a pochi (pochissimi!) che speculano sulle nostre schiene.
Nella giornata del 15.11.2024 si è tenuto un importante dibattito sul nuovo regolamento comunale relativo alle locazioni brevi nelle sale della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista a Venezia. Aveva come partecipanti al colloquio le Associazioni a tutela dei privati proprietari di alloggi (riunite: Abbav, Cna Venezia, Fiaip, Bre-Ve, Confedilizia, Gesticond, Agata, Pro.Loca.Tur e altre) e alcuni rappresentanti del Comune.
Il nuovo regolamento comunale si configura come una potente “invasione di campo” nei confronti del Codice Civile e financo della Costituzione, ponendo limiti illegittimi al diritto di utilizzare la proprietà privata.
Premesse considerate:
Altre premesse sulla locazione turistica breve:
Le Associazioni non condividono le seguenti proposte in merito a:
Le Associazioni riunite sono favorevoli all’adesione al regolamento comunale a condizione che:
Ancora alcune note importanti:
L'incontro si apre con gli interventi dell’Assessore comunale Michele Zuin (Bilancio, Tributi, ecc.), che – per la verità – poco si è speso ma ha cercato, senza entrare nel merito, di difendere il nuovo regolamento adducendo essere una garanzia contro il sommerso e a favore della qualità e una giusta regolamentazione del tessuto urbano.
Dopo di lui, ad adiuvanda, l’Assessore Simone Venturini (Coesione sociale - !!! -, Politiche della residenza, Sviluppo economico, Lavoro e Turismo; giovanissimo e un poco fumantino), il quale ha sottolineato la necessità di adeguarsi a un regolamento che differenzi le case “normali” da quelle affittate turisticamente. Soprattutto nella tutela dei condòmini in una non chiara politica di buon vicinato da ripristinare che sembrerebbe essere il cardine, il tappeto buonista, delle disposizioni comunali. Le sue argomentazioni, come era da prevedere, non sono sembrate convincenti. A suo merito va il fatto che è rimasto sino a fine convegno, quando, ripresa la parola, farà pesare proprio questo aspetto (è stato fischiato da ogni angolo della sala). Suo l’intervento per cui avremmo dovuto ringraziare la giunta Brugnaro perché se il nuovo regolamento fosse stato partorito da parte avversa avremmo tutti chiuso in blocco. E poi avremmo fatto la rivoluzione perché 2/5 (per non dire 3/5) della città campano proprio sulla locazione breve privata.
Entrambi gli Assessori hanno sottolineato l’illegittimità del self-check-in che verrà definitivamente decretato fuori legge, come già era. Questione che non ha prodotto un plissé ai locatori perché tutti i partecipanti operavano saldamente già all’interno della normativa. Entrambi gli Assessori hanno sottolineato il fatto che il nuovo regolamento comunale avrebbe favorito l’emersione del sommerso (fischi) e, soprattutto, l’aumento di valore delle nostre case (fischissimi!).
Davvero sono tutti figli dell’idea che ci beviamo la qualunque…
L’intervento dell’Avvocato legato ad ABBAV, la mia Associazione di categoria, Giuliano Marchi, è stato il perno di tutto il convegno, fungeva anche da moderatore, essendo fra i pochi veramente consapevoli del danno apportato dal nuovo regolamento. Egli agisce in difesa del piccolo proprietario. Questi sono i suoi principali argomenti:
Il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, interviene a gamba tesa, sgomberando il campo dalle ipocrisie e facendo sobbalzare gli Assessori presenti, affermando che si deve iniziare a dire che il termine “regolamentare” gli affitti brevi va sostituito con “limitare pesantemente”, mentre quando si parla di “contrastare” si intende invece “cancellare/eliminare”. Che è poi quello che vuole la PA. Anch’egli sottolinea le gravi inadempienze della Pubblica Amministrazione che scarica i propri insuccessi/inettitudini in relazione alle politiche per la casa su piccoli proprietari privati, che non hanno alcun incentivo a locare “normalmente”: non ci sono fondi a favore di inquilini morosi effettivamente in difficoltà, nessuna agevolazione fiscale per i locatori, nessuna certezza di rientrare in tempi decenti in possesso del proprio bene.
Un dato allarmante, prodotto da Spaziani Testa, è quello della probabile imminente introduzione dell’IVA per i proprietari locatori turistici equiparando così la loro posizione a quella dei professionisti, ma senza tutte le agevolazioni che sono proprie del comparto alberghiero. Questo decreterebbe la fine collettiva delle locazioni private turistiche in Italia.
A Roma, per il prossimo Giubileo, si sospendono gli sfratti e si impediscono gli affitti brevi, limitandone le nuove aperture soprattutto nel prossimo periodo.
Ma questa è una tendenza che parte da Bruxelles dove si vorrebbe imporre una sorta di tabella a equo canone per affitti calmierati continentali e impedire nuove aperture di alloggi per affitti brevi privati.
A New York, dopo l’introduzione recentissima della norma cittadina che ha di fatto cancellato la possibilità (anche retroattivamente) di locare da parte di privati proprietari, si sono avuti tre immediati effetti nocivi: a) l’inabissamento delle locazioni, che sono diventate abusive con grave nocumento per l’erario cittadino, b) l’aumento esponenziale delle tariffe degli alberghi. A fronte di ciò c) nessun aumento della residenzialità.
La giunta cittadina sta già prendendo in considerazione di tornare in qualche modo sui propri passi…
Dalla Gesticond (Associazione di Amministratori di condominio), Giampiero Ciani illumina intorno alle perdite inquietanti in termini di valorizzazione del patrimonio immobiliare cittadino. Se si calcola che a Venezia un restauro medio per un immobile di 70mq si attesta intorno ai € 146.000,00 (con le fosse settiche che incidono per ca. € 26.000,00), e quindi un investimento di ca. €2.100/mq + spese di progettazione, consulenze, oneri vari, si arriva a un investimento medio annuo (da parte privata, non professionale) di ca. € 1.000.000.000,00 dei quali ca. € 104.000.000,00 solo di IVA incassata dal Comune. Solo a fronte di questo dato, che investe tutto il territorio cittadino (storico), come farà il Comune a far fronte a (anche questi) mancati introiti?
Sempre da remoto, il Presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, assicura che è in progettazione un nuovo regolamento per le locazioni turistiche brevi europee. E che non c’è molto da sperare in quanto ad aperture nei confronti dei privati.
Il Professor Vittorio Angiolini, ordinario di diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Milano, torna sulla questione principale e mette fine a ogni possibile perplessità sul tema dell’abuso da parte del Comune di Venezia contro una parte dei suoi residenti, ma, nel contempo, amplia drammaticamente il perimetro del discorso.
Si è perduto completamente il senso della proprietà e grazie alla questione degli affitti brevi, i governi cittadini stanno in realtà cercando di sovvertire l’ordine, la modalità, la procedura con cui le leggi devono essere costituite. Se ciascun sindaco si arroga il diritto di operare delle limitazioni e dei distinguo relativamente a cosa deve essere una proprietà privata, senza passare dal canonico cursus legiferatorio, che attiene altri organismi del nostro Stato di Diritto, ciò vuol dire che in futuro – non troppo lontano – ciascun governante potrà estendere le proprie prerogative anche in senso legiferante. Con una gravissima ripercussione sulla tutela del diritto collettivo e sociale. Questo tentativo di “ridisciplinare” il diritto attraverso arbitrari interventi personali è molto vicino a un impianto di tipo dittatoriale/autoritaristico.
Il principio di libertà è totalmente trascurato, mentre è garantito costituzionalmente dall’art. 23.
Se ci devono essere regolamentazioni, queste devono trovare le proprie basi nella legge. E nel nuovo regolamento del comune di Venezia queste basi sono del tutto ignorate (fatti salvi gli obblighi di denunciare attraverso i canali consentiti i dati dei propri ospiti presso le Istituzioni preposte). Le leggi devono essere modificate dallo Stato, non dai Comuni.
Una aberrante novità del regolamento, che davvero infrange ogni legittimità, è quella che i proprietari locatori debbano essere responsabili dei comportamenti dei propri ospiti! Infinite norme del Codice Civile smentiscono questa assurdità.
C’è una evidente ingerenza del potere Pubblico nella libera concorrenza fra albergatori e locatori privati: questo, oltre a essere inammissibile indica chiaramente da quale parte il potere Pubblico si sia schierato.
La nostra bravissima Presidente di ABBAV, Ondina Giacomin, illustra brevemente, per non togliere tempo agli altri convenuti, altre novità imposte dal Comune per poter aprire una locazione turistica privata a partire da gennaio prossimo: 1) obbligo di una polizza specifica per assicurare gli ospiti 2) multa di € 5.700,00 nel caso in cui non si apponga all’esterno della struttura il cartellino con l’indicazione del CIN. Ricordando però che ogni cartello deve superare il vaglio della Soprintendenza (!!!) e che si deve anche avere l’assenso dell’assemblea dei condomini (questione già in atto). Qualora non vi fosse, si può evitare l’apposizione del cartello all’esterno sui muri condominiali, ma si deve tenere ben pronta la delibera condominiale che manleva il proprietario.
Iniziano le testimonianze da altre città. Tutti gli intervistati fanno parte di importanti Associazioni cittadine di categoria.
Parigi.
La Città ha da qualche tempo attuato severissime restrizioni alle locazioni turistiche private brevi, restrizioni che hanno avuto tremende conseguenze sulle rendite delle famiglie che avevano investito, che sono arrivate in quasi tutti i casi a €0,00. Le limitazioni ai giorni di possibile locazione saranno ulteriormente portate da 120 a 90/anno. Pertanto è impossibile per chi abbia investito ingenti somme (il parco immobiliare parigino è costoso e prevede tassazioni molto forti sulla proprietà) poter rientrare dell’investimento. Al punto che non conviene più affittare, perché non si coprono i costi di manutenzione e di mutuo. C’è stato nel giro di pochissimi mesi il crollo del valore patrimoniale delle case adatte alla locazione, mentre si registra anche una preoccupante perdita di lavoro diretto e indotto, che ha prodotto – invece – un inizio di allontanamento dal centro cittadino. 200.000 alloggi parigini sono vuoti (in questi si comprendano anche quelli svuotati della recenti disposizioni cittadine), ma nessuno di questi è passato al mercato residenziale. Dati statistici forniti.
Bologna.
Letizia Campo di Costa (Associazione Local Pal, host bolognesi) aggiorna sulle più gravi limitazioni comunali di cui già sappiamo dal nostro @Alberto1535. Avvertendo che molti altri sindaci stanno osservando con attenzione queste nuove regole.
Il Presidente FIAIP (Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali), Gian Battista Baccarini, parla chiaramente di “pasticcio Venezia”, che prevede una vera e propria deriva contro il codice civile e contro il valore e l’indotto che la locazione privata produce. Negli ultimi anni c’è stato un incremento del 28% in seconde case, un grande investimento in gran parte destinato alla locazione turistica breve per poter incrementare il reddito. Un investimento che è a grande rischio con conseguenze purtroppo ben prevedibili.
Firenze.
Gianni Facchini (My Guest Friend, Ospitalità responsabile) afferma che già la seconda delibera contro le locazioni brevi che si è abbattuta sulla Città vieta nuove aperture in centro storico, creando così un’illegittima sperequazione fra cittadini di serie A e cittadini di serie B. Anche per Facchini la grande ipocrisia dei governi cittadini si attesta su un lessico ipocrita: “regolamentare = limitare” e “limitare = sparire”. A Firenze ci sono 1000 nuovi edifici pubblici vuoti, mentre i permessi per gli alberghi diffusi sono ormai senza numero.
Si segnala il sito Facebook AFFITTI BREVI SOTTO ATTACCO che nell’arco di poco tempo dalla sua apertura ha già molti iscritti. Attraverso questo sito gli host si aggiornano sulle novità – purtroppo sempre in peggioramento - da ogni parte d’Italia.
Milano.
Marco Celani (Presidente Aigab, Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi) parla di cifre inequivocabili a livello nazionale.
Le locazioni brevi in Italia interessano il 1,8% degli alloggi totali. Il 96% di questi è acquistato da singoli privati.
Attivare il concetto che i locatori privati siano il male è incidere sul patrimonio e sulle rendite legittime di milioni di cittadini fra proprietari e indotto.
Milano annovera 800.000 abitazioni, di cui 110.000 non occupate.
Gli annunci di locazioni brevi online occupano solo il 2,2% del totale e solo lo 0,9% è stabilmente online, perché molte abitazioni sono seconde case affittate solo occasionalmente (eventi particolari, partite di calcio, concerti, settimana della moda e del design, ecc.) in quanto i proprietari vi abitano per alcuni periodi dell’anno.
La maggior parte di queste case, soprattutto in centro storico, è ereditata: l’attività di locazione è transitoria.
Quindi il dito puntato sugli affitti brevi non ha alcuna ragione d'essere.
Molte case vuote non rientrano nel mercato residenziale per timore dei gravi problemi che possono incontrare in caso di mancato pagamenti dei canoni e perché è complesso rientrare in possesso del proprio bene.
New York/Roma.
L’intervistato in trasferta nella Grande Mela è un componente della PRO.LOCA.TUR di Roma (purtroppo non ho compreso il nome) che parlava di come la cancellazione degli affitti brevi a New York abbia prodotto, soprattutto dopo il Covid, l’impennata esiziale dei prezzi degli alberghi. A Roma, invece, si annuncia molto presto il cambio di destinazione d’uso (sulla falsariga di Bologna e Venezia) per gli immobili destinati a locazione turistica breve.
Sulla stessa linea, Federico Traldi (Presidente di Albaa, Associazione Laziale B&B Affittacamere e Affini di Roma e Lazio) il quale riporta che gli alloggi turistici sono 12.000 a Roma (numeri raddoppiati per il Lazio nel suo complesso).
Qualcuno si è inventato che per combattere la desertificazione del centro storico di Roma (peraltro partita dagli anni ’80 del ‘900) basta impedire la locazione turistica privata o limitarla così fortemente da costringere il turista ad andare altrove. Con ciò spostando solo il turista da un’area all’altra della città ma senza aumentare la residenzialità. Traldi sottolinea che dei suoi associati privati proprietari la metà non avrebbe mai aperto un alloggio turistico se lo Stato avesse fornito maggiori garanzie per gli affitti a lungo termine e si potesse rientrare in possesso del proprio alloggio in due-tre mesi. Questo 50% affitta turisticamente solo per avere a disposizione il proprio bene. Anche Albaa vorrebbe proporre al Comune di Roma di destinare il 50% delle tasse di soggiorno per l’assistenza agli sfrattati, ma sa bene che la proposta non verrebbe accettata.
Roma conta circa 100.000 uffici, la metà dei quali è relata alla Città giudiziaria (uffici legali) ed è in centro storico. Si sposti la Città giudiziaria e si decentrino gli uffici e si avranno nuovi alloggi, ammesso che una giovane famiglia possa permettersi gli affitti del Centro storico a cui si deve aggiungere l’affitto di almeno un posto macchina a ca. €400,00/mese. Tutto è un’enorme ipocrisia.
L’importante nota finale è lasciata alla valente Architetto Anna Cerpelloni di Venezia, che si occupa principalmente dei problemi del mondo extra-alberghiero e collabora strettamente con ABBAV.
L’Architetto innesca un argomento che presuppone una rotazione a 180° su questioni che ancora una volta puntano il dito sull’inefficienza della PA e sulle sue gravissime inadempienze.
L’obbligo di costruzione di fosse settiche private (vasche in cemento armato rigidissimo di grandi dimensioni atte a svolgere la funzione di decantazione dei liquami) per poter locare turisticamente, entrato in vigore nel 2020, ha prodotto la devastazione del fragilissimo sottosuolo veneziano, elastico e resiliente, in pericolo per le ormai troppe strutture rigide che contrastano le palazzate. E’ pericolosissimo e suicida continuare a ribasare con cemento armato le fondamenta delle case veneziane. Il sistema fognario cittadino doveva essere a carico del Comune che, negli ultimi decenni se ne è completamente disinteressato. Il Comune dovrebbe tornare a utilizzare l’antico ma efficiente sistema dei “gàtoli”, cunicoli in muratura che collegano i singoli appartamenti a una rete fognaria non invasiva e capillare. Questi cunicoli venivano convogliati in un collettore, generalmente rivestito in mattoni e di sezione rettangolare, che raccoglieva i reflui delle fogne di Venezia e le acque piovane. La quota di posa dei gàtoli era tale per cui le maree periodicamente ripulivano e in parte disinfettavano i condotti. I gàtoli erano in funzione sino alla metà del secolo scorso (quindi, poco fa…), ma l’inesistente manutenzione del Comune ne ha provocato l’ostruzione e lo smantellamento. A partire dagli anni ‘60/’70 si è imposta la costruzione delle fosse settiche solo a quei proprietari che ristrutturavano interi palazzi. A poco a poco si sono imposte anche alle attività commerciali. Ma l’imposizione a centinaia di appartamenti privati è un suicidio, oltre al fatto che non tutti potranno effettuare il pericoloso adeguamento in quanto le fosse settiche impongono una caduta diretta dal piano interessato a un piano terra della medesima proprietà, il che è meno frequente.
Ma anche l’obbligo di SCIA (del tutto incongruo) impone nuove e importanti vessazioni economiche ai locatori privati, senza che questi possano scaricarne i costi.
D’altro canto la tanto decantata delibera blocca-alberghi, approvata nel 2017, non ha bloccato proprio nulla, perché gli alberghi di ogni categoria si sono moltiplicati in Città.
Dopo i molti interventi, la parola è passata ai cittadini.
Molto è volato. Molto è stato detto contro l’Amministrazione.
Nulla delle nostre ragioni verrà raccolto.
Ultima nota mia. I giornalisti veneziani si sono precipitati a “consolare” e raccogliere le lamentazioni degli albergatori (subito rientrate, viste le molte deroghe), i quali accusavano che tale delibera blocca-alberghi avrebbe avvantaggiato le odiate locazioni turistiche private.
Nessuno viene a consolare noi quando, a investimento fatto, vediamo i nostri risparmi e le nostre previsioni di reddito volare nei canali veneziani.
E’ incredibile che la cittadinanza appoggi l’alberghizzazione di Venezia e non comprenda che un immobile privato, locato turisticamente per un periodo limitato nel tempo, potrà sempre tornare a struttura residenziale.
Ma ho smesso di farmi domande oziose.
Grazie per la pazienza e per l'attenzione.