Mi pare di capire che tu viva in un appartamento preso in affitto – I suppose - in quel di Ferrara e tu intenda affittare una stanza di codesto immobile a terzi.
Se così è, ti dico , @Forough0, che in Emilia-Romagna l’attività di ordinaria locazione di “Appartamenti ammobiliati per uso turistico” (art.12 LR 16/2004) è incompatibile con la residenza nell’immobile da locare: in Emilia-Romagna non puoi fare locazione turistica, breve o lunga che sia, nell’immobile in cui risiedi.
Nella casa in cui risiedi puoi esercitare un’attività ricettiva di:
° B & B, attività saltuaria gestita in forma non imprenditoriale (art.13): SCIA, max 120 giorni nell’arco del periodo di disponibilità dell’accoglienza o, in alternativa, per un massimo di 500 pernottamenti nell’arco dell’anno solare, no stipula di contratti di locazione, no pubblicità su AIRBNB e portali di promo-commercializzazione e prenotazioni online, ma solo su quello privato e/o in quelli della Provincia e del Comune (vedi circolare 227543 del 3 ottobre 2008 della Giunta regionale).
° affittacamere gestita in forma imprenditoriale (art.10): SCIA, l’attività è stabile e continuativa, soggetta all’iscrizione alla Camera di Commercio e al regime IVA, no stipula di contratti di locazione, sì pubblicità su AIRBNB e portali di promo-commercializzazione e prenotazioni online, oltre alla colazione è possibile ulteriori servizi accessori (pasti, noleggio bici, vendita souvenir ecc.).
Arrivo al dunque. Ottenuto il benestare del proprietario, qualora tale attività sia gestita dall’inquilino in un appartamento in condominio, se i locali in questione rispondono a determinati requisiti funzionali e strutturali necessari per lo svolgimento dell’attività ricettiva, occorre verificare gli atti notarili di acquisto e il regolamento contrattuale dello stabile.
E’ alquanto improbabile che un vecchio regolamento includa espressamente, in maniera inequivocabile, un B & B tra le attività soggette a divieto, assai più probabile è che possa vietare le attività di locanda o di pensione, attività completamente diverse (per maggiore frequentazione degli ospiti, ristorazione, personale e dimensione) e non equiparabili ad un B & B in quanto – come precisato dalle più recenti pronunce di Cassazione – le regole condominiali non sono suscettibili di applicazione né estensiva nè analogica, ma si segnala che esistono precedenti decisioni più restrittive di segno opposto che hanno parificato l’attività di B & B a quelle di pensione e affittacamere. Ne dò semplice notizia, senza esprimere alcun giudizio al riguardo.
Pertanto – salvo un espresso veto in un regolamento condominiale di nuova formazione, se tale attività non arreca un reale ed effettivo pregiudizio per la sicurezza e la quiete dei singoli condomini in conseguenza del movimento dei clienti (la clausola generica che vieta di turbare la quiete e la tranquillità del condominio non è sufficiente: il danno va provato da chi lo richiede, occorre cioè la prova concreta dell’enorme e grave disturbo alla tranquillità e sicurezza dei condomini causato da tale attività) non occorre il parere dell’assemblea.
La Corte costituzionale ha dichiarato illegittima una legge della Regione Lombardia che, nella sua solita mania regolamentatrice, imponeva per l’apertura di un B & B l’autorizzazione del condominio: la materia condominiale non può essere illegittimamente disciplinata dalla Regione, in quanto è normata dal codice civile, norma di rango statale.
Riguardo le spese condominiali, se l’attività è davvero occasionale, come prescrive la legge regionale citata, essa è equiparata alla semplice ospitalità e non occorre fare fronte ad eventuali costi.
