Caro @Massimo558
in primo luogo grazie infinite per aver chiarito in un tuo post l'esatto meccanismo di queste truffe attraverso Airbnb. Dovrebbero leggerlo tutti.
Ho in molti altri casi già segnalata la questione, anche in questa Community, ma purtroppo Airbnb non sembra voler procedere nel senso corretto (e da me più che condiviso) di richiedere maggiori informazioni certificate da parte del Guest. Ciò a fronte di un vero e proprio quarto grado effettuato sugli Hosts.
Francamente non comprendo il perché di questa inerzia che, se fosse potenzialmente foriera di danni a un Host, temo potrebbe procurare danno anche a Airbnb, che perde di credibilità in merito alla sicurezza che pretende essere una sua bandiera.
Nella mia ormai non più breve esperienza di locazione turistica ho ospitato persone di ogni genere, alcune delle quali magnifiche altre meno, ma in realtà tutte verificabili e corrette dal punto di vista della prenotazione. E tutte queste persone avevano fornito i propri dati senza problemi, coscienti di stare per entrare in una proprietà privata e non in un albergo. Anzi, credo che il fornire i propri dati sia anche parte del viaggio, della vacanza, della scelta che si compie liberamente di un alloggio piuttosto che un altro. Non credo che vi sia nulla di coercitivo. Si tratta di una fondante mutua rassicurazione basata sulla fiducia reciproca: io so chi sei tu (e viceversa) ed è per questo motivo che sono felice di accoglierti a casa mia. E, sia chiaro, che non mi si dica che avere informazioni ufficiali e certificate lede la privacy di qualcuno (oggi?) o - peggio ancora - costituisca la base per una qualsivoglia discriminazione...
E se gli Hosts hanno il diritto di accedere a questi dati solo a prenotazione compiuta, non per questo devono subire simili truffe perché nessuno ha controllato da chi le truffe sono generate. Fra l'altro senza grande fantasia, dato che si tratta di uno standard che imperversa da qualche anno uguale a se stesso.
Che ci sarebbe di più semplice?
Ma ciò che mi manda in bestia - oltre al danno la beffa - è sentirmi "avvertire" del fatto che sono entrata in contatto con un potenziale delinquente, come se quel potenziale delinquente arrivasse per caso e non fosse favorito da un sistema che non mi tutela!
Tutto può capitare a chi affitta un alloggio e non si pretende di essere accompagnati a manina in un percorso fatto di bambagia. Ma chi potrebbe oggi affermare che questo lavoro sia "bambagia"?
Ha acquisito contorni professionali senza averne alcune prerogative positive; non ultima proprio, in quest'anno di pandemia, l'accesso a un qualsiasi sgravio o rimborso o ristoro che dir si voglia: io, dal Comune di Venezia, mi sono solo vista prima abbuonare l'IMU in acconto 2020 con decreto assai strombazzato per il mio alloggio dedicato alla locazione turistica per poi vedermela richiedere (molto più in sordina), con un provvedimento vigliaccamente retroattivo, con il saldo 2020...
Forse meglio: posso affermare orgogliosamente di non aver chiesto nulla a nessuno, ma a che prezzo?
Quindi se devo lavorare senza aiuti, senza sgravi di alcun tipo, senza considerazione se non quella sempre impositiva, limitante e punitiva di Comuni, Regioni e Questure (come legge indica, peraltro, sia chiaro), perché devo tollerare che non venga garantita - ove umanamente possibile - anche quel minimo di sicurezza dal sito dove ho inserito il mio annuncio? E' solo qui che accadono queste cose.
Eppure, vedo bene che Airbnb ha aumentato in modo molto considerevole le proprie percentuali rispetto al mio minor guadagno...
C'è decisamente qualcosa che va rivisto nel rapporto fra gli Hosts e Airbnb, vedo che ci si sta provando ma le questioni fondanti sono ancora lontane dall'essere affrontate.
E se mi sto sbagliando, sarei felice di ricredermi.
Un caro saluto e un augurio che tu possa ricominciare a lavorare con maggiore serenità.