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Salve ha tutti,ho effettuato una richiesta di prenotazione per una casa. Il Superhost mi ha risposto con questo messaggio"Gen...
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buongiorno a tutti ,
ho sentito dire che sarã airbnb a provvedere al pagamento della cedolare secca, qualcuno sa darmi alcune info in piu.
Fino ad oggi , io come proprietaria, ho provveduto al pagamento , non vorrei pagare due volte..
Ringrazio e rimango in attesa..
Gaia
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@Ar0 , dal tuo profilo risulti un'agenzia immobiliare con parecchi annunci, non una proprietaria...
Comunque per ora Airbnb si è sempre rifiutata di trattenere la cedolare secca; e quando anche lo facesse, penso che ci informerebbe prima e che ce ne accorgeremmo, no?
Direi che il rischio di pagare 2 volte non esiste proprio...
E se fossi proprietaria di un'agenzia immobiliare e proprietaria di vari immobili non sarebbe la stessa cosa? @Susanna0
Io non so se proprietari e agenzie immobiliari hanno la stessa tassazione, @Ar0, ma non credo...
Però non sono un commercialista, quindi non lo so.
@Ar0 A differenza di altri intermediari che si sono adeguati, AIRBNB non ha ancora applicato la ritenuta del 21% a titolo di imposta (cedolare secca) o di acconto (IRPEF) all’atto del pagamento al beneficiario con successivo rilascio a marzo della certificazione fiscale (CU). Salvo improbabili cambiamenti last minute delle regole del gioco retroattivamente, cioè quando i giochi sono già iniziati, mi sa che l’anno d’imposta 2017 ce lo siamo già giocato, l’applicazione pro futuro è tutta da vedere, ma i segnali non sono molto incoraggianti.
Sta diventando una contesa infinita (oramai regola in questo disastrato Paese), metafora dello smarrimento nel quale arranca il nostro sistema tributario. Al Tar del Lazio il braccio di ferro tra AIRBNB e il Governo che paralizza da mesi la ritenuta. Parecchi sono i capitoli della saga, tra oscillazioni del Tar, dell’Antitrust e del Consiglio di Stato che pilatescamente ha sollecitato di nuovo il Tar, quando invece avremmo avuto bisogno di regole che nell’immediato mettessero una buona volta ordine e facessero sistema, invece di minarne continuamente la credibilità.
Il guaio è che in questo roveto di norme, provvedimenti attuativi irrimediabilmente italiani, cioè puntualmente disattesi, pronunce di segno opposto, proclami sconcertanti (richiesta di dimezzamento dell’aliquota cedolare dal 21 al 10% per i sostituti d’imposta tangibili online) a rimetterci – come sempre – siamo sempre noi.
Ciao Susanna, sono Paola e sono nuova, stamani sono andata all'agenzia delle entrate x sapere come devo pagare le tasse sugli affitti. Non hanno saputo darmi risposta, volevo sapere se devo pagare il sedici del mese successivo al guadagno,non sanno nemmeno cosa sia Airbeb... Potresti aiutarmi x favore? Io abito a Milano, mi daresti informazioni anche sulla tassa di soggiorno? Come e quando si paga e se devo fare la ricevuta al mio ospite? Grazie
Ciao @Paola440,
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le tasse sugli affitti, da proprietario, si pagano nella dichiarazione dei redditi annuale (per l’anno precedente), compilando il Quadro fabbricati del mod 730 o Unico.
in quella sede si può optare per assoggettare gli affitti a cedolare secca (pagando il 21%) o a tassazione ordinaria (23%-43% in base al reddito); se si opta per la cedolare secca, sull’imposta relativa non possono essere applicate detrazioni (spese mediche, interessi mutuo, ecc.), quindi la convenienza va valutata attentamente in base alla propria situazione.
Ma questo il CAF o il commercialista al quale ci si rivolge lo sa bene.
Attenzione però: a Milano (e in tutta la Lombardia) per un Legge Regionale discutibile, al momento non sarebbe possibile fare semplice locazione turistica, ma si viene tutti identificati come CAV (Casa Vacanza), che é una vera e propria attività ricettiva.
In ogni caso, é assolutamente opportuno informarsi bene (possibilmente tramite un commercialista esperto sulla piazza) presso il Comune, che ti potrà anche dare tutte le indicazioni necessarie al fine del pagamento dell’imposta di soggiorno.
L’avvio di una ‘attività’ di locazione, senza aver ottenuto le relative autorizzazioni comunali (che serono anche per ottenere le credenziali per la segnalazione degli ospiti alla Questura), si rischiano in caso di controlli, sanzioni a partire da 4000 euro.
@Ar0, @Roberto143 e @Gianluigi13 mi farebbe piacere capire come va a finire la cosa per il proprietario dell'appartamento, in caso di ritenuta d'acconto operata da airbnb al titolare dell'account e dell'annuncio (in questo caso mi pare l'agenzia immobiliare)...
CIao Roberto,
ti posso chiedere se posso inserire in cedolare secca importi derivanti da affitti superiori a 30 gg su Airbnb?
GRazie
Io mi sono rivolta ad una commercialista e ogni mese (per il 2018) provvedo al pagamento tramite F24 delle tasse dovute x quel mese
scusa, e cosa paghi?
quale codice tributo?
per quale ammontare (%) riferito a quale periodo?
ps: non capisco cosa ti faccia pagare il tuo commercialista, a meno che tu non sia un intermediario immobiliare che incassa l'ammontare dei soggiorni per conto terzi (!)
Non sarò breve, @Adolfo0. Partiamo dalle premesse. Innanzitutto codesto proprietario-locatore deve essere una persona fisica privata che loca al di fuori dell’attività d’impresa. Sono ammessi anche i sublocatori e i comodatari.
I contratti di locazione/sublocazione/a titolo oneroso conclusi dal comodatario a favore di terzi devono essere brevi, vale a dire non devono superare i 30 giorni.
Deve trattarsi di un immobile ad uso abitativo situato in Italia (la cedolare non si applica agli immobili situati all’estero), quindi solo immobili appartenenti alle categorie catastali da A1 ad A11, tranne A10, e relative pertinenze, nonché le singole stanze dell’abitazione.
La locazione può prevedere servizi strettamente funzionali al breve soggiorno (messa a disposizione di biancheria e pulizia finale dei locali) e può essere effettuata direttamente dal locatore o tramite l’ausilio di intermediari immobiliari o soggetti che gestiscono portali online.
I soggetti interessati hanno due possibilità: assoggettare ordinariamente ad IRPEF e relative addizionali i redditi fondiari derivanti dai canoni di locazione breve stipulati a partire dalla data del 1° giugno scorso oppure optare per la cedolare secca: a conti fatti, non c’è nessuna ragione di convenienza che possa far scegliere il regime ordinario, tranne nell’ipotesi di detrazioni d’imposta di ampia portata che si potrebbero perdere in caso di incapienza d’imposta: non è possibile scomputare tali detrazioni dalla cedolare secca.
Ciò detto, se tali soggetti si avvalgono di un intermediario esattore che riscuote i canoni per loro, tipo Airbnb, quest’ultimo applicherà una ritenuta del 21% sulle somme che incasserà dall’inquilino. La ritenuta non la possono pagare i locatori, neanche se lo vogliono. Airbnb incassa 800 euro dal guest? Bene, costoro si vedranno accreditati 800 euro meno il 21% e la commissione di Airbnb. Toccherà poi a loro scegliere in sede dichiarativa se intendono optare o meno per la cedolare secca. Se in tale sede eserciteranno l’opzione, quel 21% esaurirà l’imposta sulla locazione, se, invece, non opteranno, quel 21% sarà un acconto IRPEF da conguagliare, aggiungendo la differenza in base al loro scaglione di reddito (aliquota = da 23 a 43%).
Oggi Airbnb versa il canone al netto delle commissioni concordate, in futuro (forse) verserà tutto il canone al netto delle commissioni e della ritenuta. Tranne questa operazione fiscale, non cambierà nulla rispetto al passato.
Quello che devo fare è tenere sempre conto dei pagamenti che ricevo e sapere che fino a che Airbnb non applica la ritenuta, li riceverò completi e dovrò liquidare l’imposta sul canone, non essendomi stata fatta ritenuta. Qualora, invece, Airbnb applicasse la ritenuta, comincerò a riceverli al netto dell’importo, perché la ritenuta la paga lui versandola all’erario, anche se io non ho opzionato la cedolare: l’intermediario esattore farà sempre la ritenuta, a prescindere che io cedolarizzi o meno, spetterà a me la decisione (amletica) se irpefizzare o cedolarizzare (questo è il dilemma). Potrei anche decidere di rimanere in IRPEF perché ad esempio devo sfruttare delle cospicue detrazioni da ristrutturazioni edilizie che perderei se rimanessi in cedolare.
A marzo dell’anno successivo Airbnb mi manderà poi una certificazione unica in cui verrà certificato l’ammontare lordo e l‘ammontare delle ritenute. Questa certificazione mi servirà da memo sugli importi che andrò ad indicare in dichiarazione, andando a scegliere o meno la cedolare, perciò, dovrò fare molta attenzione perché potrei ritrovarmi con degli importi soggetti a ritenuta (contratti di locazione breve intermediati da un esattore fisico o online) e altri no (contratti di locazione lunga intermediati o meno oppure breve non intermediata).
Tuttavia, a ben guardare, sono tante e differenziate le situazioni che possono prospettarsi. Poniamo il caso che il locatore affidi l’incarico ad un intermediario fisico (agenzia immobiliare AR92) e che questo, a sua volta, si avvalga di altri intermediari: in questo caso, sarà l’agenzia immobiliare AR92 ad applicare la ritenuta e, se interviene nella stipula del contratto, a comunicare i dati ad esso relativi e a conservare gli elementi posti a base delle informazioni comunicate (si veda, in tal senso, il par.2.2 della circolare dell’Agenzia delle Entrate n°24 del 12 ottobre scorso).
Non solo. Nel caso in cui l’agenzia immobiliare AR92 che ha ricevuto dal proprietario dell’immobile l’incarico di locarlo inserisca l’offerta di locazione su piattaforme online, l’obbligo di comunicare i dati del contratto rimane in capo all’agenzia immobiliare AR92 anche nell’’ipotesi in cui questo sia concluso per il tramite della piattaforma. La piattaforma, infatti, rende la prestazione all’agenzia, la quale se ne avvale per esercitare la propria attività di intermediazione, e non direttamente al locatore. L’agenzia immobiliare AR92 è inoltre tenuta ad effettuare la ritenuta – è stato chiarito nel suddetto documento di prassi - se interviene nel pagamento del contratto e dovrà informare il gestore della piattaforma rispetto alla veste nella quale opera in modo che quest’ultimo, a sua volta, non effettui gli adempimenti previsi ex lege.
Mollo qui per oggi, Adolfo, se no tracollo. Molti cordiali saluti da un provatissimo Gigi.
@Gianluigi13 ti ringrazio molto. La prima parte mi è chiara. La seconda quando c'è di mezzo un'agenzia, meno.
Penso sia un tema che dovrebbe interessare molti e che finora non ha avuto adeguate risposte.
Sulla prima parte, (quella semplice :-), credo che si possa ulteriormente semplificare.
Non credo infatti sia necessario tenere conto dei pagamenti ricevuti, distinguendo tra quelli sui quali é stata applicata la ritenuta da un intermediario da quelli magari ottenuti per una trattativa diretta con il locatario, senza intermediari.
La dichiarazione dei redditi, dovrebbe essere compilata come sempre (come prima dell’introduzione del DL 50/2017), indicando l’ammontare dei contratti stipulati (senza tenere conto di commissioni varie, ritenute, cedolari ecc ecc).
Su tali importi dichiarati, il locatore proprietario potrà effettuare la scelta se applicare la cedolare secca o l’aliquota irpef ordinaria, come precisato da @Gianluigi13.
(i contratti possono anche essere raggruppati - totale gg/importi affittati, totale gg a disposizione, applicando quindi a tutti indistintamente la propria scelta, oppure, volendo, possono essere indicati singolarmente, rigo per rigo, applicando (barrando la relativa casella) o meno la cedolare secca.
A questo punto, viene determinata l’imposta da pagare, che sarà data dalla sommatoria dei vari redditi (reddito imponibile) se ce ne sono altri, o dai soli redditi da affitot se ci sono solo quelli.
La novità a questo punto é data dalla C.U. (Certificazione Unica, ex CUD) che il proprietario locatore riceverà dal/dai portali utilizzati (intermediari) con l’indicazione della ritenuta applicata (che sarà comunque sempre “in acconto”; se i redditi sono solo quelli da affitto e non ci sono altre voci (molto difficile) e si opta per la cedolare secca, é possibile che l’imposta da pagare vada a zero, diversamente si potrebbe generare un residuo di imposta da pagare o un credito di imposta.