Salve, sono una Superhost di Roma con una valutazione complessiva di 4,9 e 100 recensioni, in un anno e mezzo di attività ho ospitato (credo nel miglior modo possibile) gente di ogni nazionalità, e le loro recensioni... parlano per me!
Improvvisamente, venerdì sera, ricevo una mail da un certo signor Dylan D., del Customer Service di Dublino, in cui mi si dice "al momento, il tuo account è sospeso e non potrai ricevere nuove prenotazioni". Motivo? Avrei "violato le norme di non discriminazione di Airbnb, poiché è stato riportato che io avrei dichiarato che non mi piacerebbe ospitare ospiti coreani". La cosa sarebbe in effetti grave. C'è però un piccolo problema: non è vera!
Non si capisce quando o a chi io avrei fatto tale dichiarazione, che è peraltro smentita dai fatti: l'ultima prenotazione che sono riuscita ad accettare, prima che il mio account venisse sospeso, è appunto... quella di una signora coreana, il giorno 16 gennaio 2018. Evidentemente, il 26 gennaio, invece, ero diventata discriminatoria all'improvviso... Tutto ciò mi sembra... grottesco, non trovo altro termine.
Non solo: in un anno e mezzo ho ospitato vari coreani: nessuno ha lasciato brutte recensioni su di me, tantomeno sulll'accoglienza.
Nella sua mail, il signor Dylan D. mi chiede di "confermare di avere letto e compreso la politica di non-discriminazione e di accettare il nostro impegno di inclusione". Cioè: più che accettare la prenotazione di una signora coreana pochi giorni prima, in che modo devo dimostrare che accetto l'impegno di inclusione? Magari, se non avessero sospeso l'annuncio, a quest'ora ne avrei accettate anche altre...
Inoltre, uno dei diritti fondamentali dell'individuo è, mi pare, essere con priorità informato di un accusa che gli viene rivolta, ed avere la possibilità di difendersi prima che venga, eventualmente, comminata una pena. La politica di Airbnb nei confronti degli host e dei Superhost è evidentemente opposta: prima si punisce, sospendendo, a tempo indeterminato, l'annuncio, poi si avverte il "reo" del reato che avrebbe commesso. Senza che esistano prove, peraltro...
Considero tutto ciò grottesco, lo ribadisco, nonché contrario ai valori di rispetto, accoglienza e non-discriminazione tanto sbandierati da Airbnb, che dovrebbe ricordare che il "rispetto" consiste prioritariamente nell'informare un individuo (nel caso, un host), che potrebbe aver violato una regola, esibirne le prove, ascoltare la sua difesa e, solo dopo, eventualmente, comminare la pena. Altrimenti, uno potrebbe prima ritrovarsi in carcere e solo dopo apprendere di essere accusato di un reato: per fortuna, nei paesi democratici, ciò non avviene. Grottesco, direi kafkiano... non trovo altri termini!