@Sandra634
= Avendo viaggiato tanto come ospite con AirBnB non mi è MAI capitato che qualcuno mi facesse firmare un contratto.
Il fatto che non tu non abbia mai dovuto firmare un contratto può dipendere:
a) dall'aver casualmente soggiornato in strutture ricettive (come B&B, affittacamere, Case Vacanze), che, in quanto tali (non essendo affitti), non necessitano di contratto (mai firmato un contratto per soggiornare in hotel, ad esempio);
b) dal fatto che i proprietari locatori (non "hosts") non conoscessero la normativa, oppure, pur conoscendola, l'abbiano ignorata.
ps: questo vale sicuramente per l'Italia; ovviamente paesi stranieri hanno altre leggi e altre normative, che non possiamo certo conoscere e che non possiamo prendere a riferimento o ad esempio.
Se si vuole fare LOCAZIONE TURISTICA, se cioè si vuole AFFITTARE un appartamento (e quindi aderire, nel bene e nel male alle modalità, regolamenti, opportunità e obblighi, nonchè profilo fiscale relativo) si deve sottoscrivere un contratto.
Il contratto è tra LOCATORE e LOCATARIO, non tra proprietario e Airbnb o tra Airbnb e ospite (con i quali si sottoscrive certamente un accordo, aderendo alla piattaforma, che però è relativo ad altri aspetti - leggi i termini di servizio che regolano i rapporti tra Airbnb e gli inserzionisti e/o tra Airbnb e i viaggiatori).
E comunque, vedi che la stessa Airbnb specifica la necessità di un contratto: Airbnb: ospitare-responsabilmente-in-italia
= 1) Se si agisce tramite AirBnB non viene automaticamente stipulata una forma di contratto?
- Come già detto, NO.
Quanto meno non del tipo che serve a chi affitta.
Per essere in regola con la legge, ma ANCHE E SOPRATTUTTO per salvaguardarti da possibili problematiche con l'ospite.
Problematiche che possono essere di tutti i tipi.
Prenditi un contratto di affitto standard, e leggi le clausole che sono previste normalmente: se tali clausole esistono nella prassi, è perchè A VOLTE le situazioni in esse riportate SUCCEDONO... e quando succedono, se non si ha un contratto, possono sorgere dei problemi.
Oltre al fatto che per la GdF, sarebbe difficile distinguerti da una attività ricettiva in caso di accertamenti.
= 2) Non è possibile scariccare da AirBnB la lista delle visite ricevute da poter presentare al momento della dichiarazione dei redditi? (che funga da "contratto")
- La lista delle prenotazioni ovviamente c'è, su Airbnb, ma non fungono da contratto (ma solo da promemoria)
= 3) Avete news in merito alla "nuova" normativa che obbligherebbe i portali di intermediazione come AirBnB a trattenere il 21% della quota per il pagamento della cedolare secca? andrà effettivamente in vigore (o ci è andata)? perchè in tal caso il discorso del contratto decadrebbe del tutto mi sembra di capire.
- La nuova normativa è stata tradotta in legge (DL 50) ed è in fase di applicazione, ma non ha nulla a che vedere con la necessità di stipulare un contratto, ma approccia unicamente la questione fiscale.
Per il momento i principali operatori (tra cui Airbnb) hanno sollevato obiezioni e non hanno ancora applicato la ritenuta prevista, ma nelle prossime settimane/mesi vedremo gli sviluppi di questo "braccio di ferro" tra Stato Italiano e multinazionali estere.
In ogni caso, questo aspetto non impatta più di tanto sugli operatori e contribuenti onesti, che hanno sempre pagato le imposte, inserendo - come previsto - gli introiti da affitto o da ospitalità in genere, nella dichiarazione dei redditi annuale (cosa che comunque si dovrà continuare a fare, anche quando i portali applicheranno la norma).
Ovviamente per chi attualmente "fa il furbo" e non dichiara nulla, l'applicazione della ritenuta sarà un duro colpo (un colpo almeno del 21%).
Ma la norma nasce proprio per scovare il nero e l'evasione (purtroppo devo dire, abbastanza generalizzata).
Per concludere:
- se stipulare un contratto, e quindi agire da LOCAZIONE TURISTICA è un peso, nulla di più semplice: basta presentare in Comune la domanda per CASA VACANZA (quindi attività ricettiva) invece che per locazione turistica... 🙂