@IsabellaEValerio0 siete fortissimi!
Dunque io, che sono una LT pura, con un solo immobile locato, sarò intanto sottoposta alla tassazione del 21% (cedolare secca) rispetto alla quale airbnb, che avrebbe dovuto farlo già dal 2017, ha accettato di operare come sostituto di imposta.
Non dovrebbe nemmeno esserci la domanda per me, semplicemente perché non è una scelta, né mia né di airbnb.
Devo quindi flaggare sì.
Ho detto bene?
Grazie 🙂
Dunque nel 2024 dovrò: sia pagare le tasse sul reddito derivante da LT nell'anno 2023, che già dal 2017 impazzisco per dichiarare correttamente, dato che fino a ieri i CAAF non ci capivano niente; sia pagare le trattenute che airbnb farà sui miei compensi, salvo poi rifarmi alla dichiarazione successiva. In un anno, due belle tranche di tasse contemporaneamente.
Superfluo dire che mi aspetto che la CU arrivi puntuale, senza ritardi e procrastinazione.
We'll see.
Rispetto a queste forme di comunicazione che confondono gli utenti, costringendoli a passare il primo dell'anno ripassando (in hangover) legge di bilancio, circolari dell'agenzia dell'entrate e ovviamente il carissimo testo base del 2017, in balia del sempre presente dubbio: ma non è che mi è sfuggito qualcosa? – non commento perché non lo posso fare.
Posso però dire che sono d'accordissimo con te!
E che tali comunicazioni andrebbero riformulate sulla base di linee guida che stabiliscano i limiti di una comunicazione improntata a chiarezza e veridicità: per esempio, proporre una scelta che la legge non contempla non è nelle possibilità di nessuno, né nostra né di nessuno.
Specialmente in un periodo in cui proprio la comunicazione web nelle pratiche commerciali è discussione del giorno (e giustamente).